I nuovi bisogni territoriali: co-housing di comunità




Il concetto di co-housing comunitario si sta imponendo nelle politiche sociali di alcuni paesi europei, all’interno dei quali però ognuno di essi coniuga tale concetto in modo diverso in relazione al retroterra culturale e alle vocazioni sociali. La traduzione del concetto su cui diventa interessante sviluppare conoscenza, è sicuramente quella legata alla nuova idea di "spazio abitativo sostenibile", cioè a dire un luogo sociale dove il concetto di abitare si integra in una unica soluzione di continuità al sistema integrato dei servizi.


E’ in sostanza un nuovo modello di convivenza urbana, quindi una nuova cultura dell’abitare, che risponde al bisogno di inclusione sociale per tutte le categorie a rischio, che veda i soggetti non semplicemente fruitori dei propri spazi. Stiamo parlando di luoghi dove possano convivere singoli, famiglie, associazioni, organizzazioni formali e non, gruppi di diversa provenienza e condizioni sociali che formino un microcosmo dove ognuno possa essere utile all’altro in modo funzionale.


In tal senso sono due le esperienze da mutuare. La prima è estremamente all’avanguardia: il villaggio Barona a Milano… La seconda è una esperienza assolutamente spontaneistica: via Fondazza a Bologna.


"Il villaggio Barona ha fatto da apripista ai progetti milanesi di housing sociale con la riqualificazione di uno spazio dismesso da 40.000 mq lasciato da Attilio Cassoni, imprenditore petrolifero che lo usava come deposito per i carburanti. Oggi ospita 300 persone: rifugiati politici, studenti, ex tossicodipendenti, ragazze madri e famiglie in difficoltà. Per loro ci sono 80 appartamenti con affitto calmierato. Il ricavato del villaggio, costato 30 milioni di euro, è gestito dalla Fondazione Cassoni allo scopo di migliorare i servizi per le persone che ci abitano. Alla sua realizzazione hanno contribuito, oltre agli esperti di urbanistica, anche Fondazione Cariplo, Bpm e 1500 volontari".


"Il progetto di social street di via Fondazza ha preso piede velocemente e ora molte idee sono già realtà. Dalle lezioni di pianoforte offerte da una ragazza residente al numero 79, all’aiuto tra vicini nei piccoli impegni quotidiane, come la spesa o il bucato. "L’importante è ricreare quel senso di comunità che nelle città si è perduto" spiega Federico Bastiani, giornalista, residente e ideatore del progetto".


L’esperienza di via Fondazza, in pieno centro a Bologna, segnala che i bisogni sociali espressi dal territorio corrono molto più velocemente rispetto alla capacità di governance del comparto pubblico, che, come in questo caso, viene superata dalla capacità di risoluzione dei problemi da parte della gente.


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