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FORTEZZA EUROPA

 Lo spettro del nuovo fascismo arriva dall'est. Intanto, a causa dei muri balcanici, un flusso enorme di rifugiati si accalca in Slovenia, mentre in Germania i neo-nazisti danno fuoco ai campi profughi...

By Marco Marano



Sembra ormai una vittoria scontata, almeno a sentire i sondaggi e gli umori popolari, quella della destra autoritaria polacca, epigona del dittatore bianco ungherese Orban, alle elezioni legislative del 25 ottobre. Questa volta però, caso unico di questi tempi, leader della formazione di destra estrema è una donna: Beta Szydlo. Laureata in Etnografia a Cracovia, è stata, tra il '98 e il 2005, sindachessa di Brzeszcze, una cittadina rurale del sud, nel distretto di Oświęcim, il cosidetto voivodato della Piccola Polonia. Due volte parlamentare e vicepresidente del partito Diritto e Giustizia, quello capeggiato dai due gemelli Jaroslaw e Lech Kaczynski, in uno stranissimo caso di nepotismo istituzionale, quest'ultimo morto nel 2010 in un incidente aereo. Ed è stato Jaroslaw Kaczynski a candidare la Szydlo a premier per queste elezioni. Ambedue nazionalisti convinti, al punto da individuare come centrale il ruolo dello stato in economia.
 
L'aspetto particolare che li contraddistingue, e che ha caratterizzato la campagna elettorale, è proprio quello legato ai processi migratori, per quanto la Polonia non è stata investita in modo particolare dal fenomeno che sta colpendo l'Europa: fino ad adesso sono stati ospitati 200 siriani cristiani, grazie all'azione di una fondazione. Ma la propaganda del terrore, su cui l'attuale partito di opposizione, ha voluto puntare, è arrivata a livelli parossistici...
 
La sindrome dell'islamizzazione, tema caro ad Orban, come a tutte le organizzazioni legate al nuovo fascismo, è stato incentrato su temi di natura puramente razziale. La teoria è che attraverso i processi migratori potrebbero nascere problemi legati alla salute pubblica dei cittadini, con il diffondersi di epidemie come il colera, diffuso dai rifugiati nelle isole greche, e la dissenteria di cui è stata investita la città di Vienna. "Oggi, i polacchi sono soprattutto preoccupati per la loro sicurezza", continua a ripetere la Szydlo, per cui l'ex sindachessa ripropone la stessa ricetta, che non ha nessun significato di senso dal punto di vista geo-politico, e che viene sbandierata solo a fini manipolatori: "aiutare i profughi nei loro paesi..."
 
I sondaggi ad oggi danno la formazione di Beta Szydlo tra il 32 e il 36 per cento, mentre il partito che ha governato nell'ultima legislatura, Piattaforma civica, del premier uscente Ewa Kopacz, è dato al 27 per cento. A fare la differenza saranno presumibilmente i partiti minori. Il problema sollevato da molti osservatori è che una eventuale vittoria della destra estrema in Polonia, andrebbe a rinsaldare le fila di un ipotetico cartello di stati dell'est, e qualcuno anche scandinavo, per creare una sorta di patto alternativo alla NATO.
 
 
 
 
 
Intanto a causa dei muri di filo spinato eretti nei confini tra Ungheria, Serbia e Croazia, in Slovenia nelle ultime ventiquattr'ore si sono riversati 12.600 rifugiati, per un conteggio complessivo degli ultimi giorni di 34.131. Numeri ben superiori a quelli che in settembre hanno raggiunto l'Ungheria. Gran parte di questi rifugiati sono scappati dalla recrudescenza dei combattimenti in Siria, a causa soprattutto dei bombardamenti russi per la riconquista di Aleppo...
 
Il ministro degli Interni sloveno Vesna Györkös Žnidarha accusa l'Unione Europea di non intervenire in Grecia, poiché è da lì che i rifugiati arrivano in modo incontrollato. Quindi chiede aiuti economici, confortato dalla Commissione Europea, che gli ha promesso supporto tecnico e più denaro.
 
 
 
 
 
 
Tanto per restare in tema, arrivano due notizie che fanno da sfondo a tutto quello che sta succedendo nei Balcani. La prima è la dichiarazione del capo dell'agenzia dei diritti umani dell'Onu Zeid Raad al-Hussein, che accusa la Repubblica Ceca di sistematiche violazioni dei diritti umani ai danni dei rifugiati, durante i 90 giorni di "accoglienza/reclusione", prima del normale disbrigo delle procedure di richiesta asilo. Il fatto raccapricciante è che i rifugiati vengono trattenuti così a lungo per poter pagare la loro stessa detenzione, cioè queste strutture sottrarrebbero una decina di euro al giorno, destinati ai migranti, per fare cassa.
 
 
Poi c'è la storia del centro per rifugiati, provenienti proprio dai Balcani, di Bamberg in Baviera. In effetti quello che è successo in Baviera è soltanto l'ultimo degli eventi dello stesso genere accaduti in varie parti della Germania, per opera dei neo-nazisti, che danno fuoco ai centri di accoglienza.




Foto credit ANSA

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