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LA TURCHIA E I SUOI MISTERI

By Marco Marano


Foto credit Hassan_Al_Ghezzi
 

 Una giornalista, che indagava sull'Isis, si è impiccata nel bagno dell'aereoporto di Istanbul, dicono le autorità turche, con i lacci delle scarpe, presa dallo sconforto per aver perso una coincidenza.
Anadolu Jacky Sutton era una giornalista di guerra, aveva lavorato per tanti anni alla BBC, una di quelle che sa il fatto suo, cioè abituata a stare nei campi di battaglia per descrivere le azioni di guerra e le atrocità che ne derivano. Per questo era diventata la direttrice dell'Istituto per il giornalismo sulla pace e sulla guerra (Institute for War and Peace Reporting), una Ong inglese che non lavorava però in Gran Bretagna, bensì in Iraq. Una donna abituata a viaggiare per lavoro e a trovarsi in situazioni, spesso, pericolose. Infatti stava raccogliendo informazioni per un'inchiesta sul rapporto tra l'Isis ed il mondo femminile.
 
La Sutton era atterrata sabato, sembra alle 22, da Londra, con un volo della Turkish Airlines, all'aereoporto Ataturk di Istanbul. Era diretta a Ebril, in Iraq, per continuare a svolgere il suo lavoro. Una volta atterrata nella metropoli turca, perdeva la coincidenza. A questo punto la ricostruzione ufficiale delle autorità turche, lanciata da un'agenzia di stampa nazionale, è tutta da "gustare". Secondo questa ricostruzione, la giornalista, si rivolgeva al desk dell'aereoporto per trovare una soluzione con un nuovo volo, e quando gli veniva detto che avrebbe dovuto comprare un nuovo biglietto, ella rispondeva di non avere denaro sufficiente e per questo scoppiava in lacrime. Poi, presa dallo sconforto, s'indirizzava in un bagno dell'aereoporto e s'impiccava con dei lacci delle scarpe... Tre ore dopo veniva ritrovata da dei turisti russi.
 
Una ricostruzione così incredibile che lascia davvero basiti: una inviata di guerra, direttrice di una Ong in Iraq, che passa la sua vita a viaggiare, s'impicca presa dallo sconforto perché perde una coincidenza...? Tra l'altro la Sutton, a quanto dichiara Anthony Borden, direttore esecutivo dell' Institute for War and Peace Reporting, sapeva che l'organizzazione avrebbe pagato per un nuovo volo, prassi normale in questi casi.
 
Ovviamente colleghi e amici della Sutton hanno messo a ferro e fuoco il web, parlando chiaramente di un omicidio, collegandolo ad Ammar Al Shahbander, collega della donna ucciso a maggio con altre 17 persone con un'autobomba a Baghdad. Ecco perché a gran voce viene chiesta un'indagine internazionale, dato che l'impressione di un insabbiamento è fortissima, dai pochi ma sconcertanti elementi che emergono. Come quella della telecamera adiacente al bagno, che non può essere utilizzata come elemento d'indagine perché non funzionante. E che dire dei funzionari di sicurezza dell'aereoporto Ataturk, che non rispondono alle richieste di chiarimento della stampa.
Ma la domanda che sorge spontanea è: per quale motivo le autorità turche sono interessate ad insabbiare l'omicidio di una giornalista che indagava sull'Isis...?
 
Ora, contemporaneamente a questo evento tragico, sia per l'efferatezza che per il tentativo di insabbiamento delle autorità turche e della sua agenzia di stampa nazionale, arriva una notizia dall'Ansa che solo apparentemente racconta un'altra storia: "L'operatore statale unico di comunicazione satellitare in Turchia, Turksat, ha trasmesso ai suoi network l'avviso di interrompere entro un mese le trasmissioni di 7 canali televisivi ostili all'Akp di Erdogan, pena l'interruzione dei loro contratti. Lo riferiscono media locali a due settimane dal voto anticipato in Turchia".
 
E che dire di quello che a poche ore dalla misteriosa morte della giornalista accadeva in Turchia...? Si perché la Cancelliera Merkel ed il Presidente Erdogan, soprannominato il sultano, s'incontravano per agevolare l'entrata della Turchia nell'Unione Europea, in cambio della creazione di una zona cuscinetto nel nord del paese, che possa fermare l'ondata di rifugiati che cercano di entrare in Europa...




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