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«Les assassins que vous avez entraînés (Syrie) et tolérés commettent des
massacres». Questa frase è stata ripresa dal quotidiano francese Liberation
all’interno di un articolo sulla cronaca del nuovo attentato di ieri sera
presso l’aereoporto internazionale Atatürk di Istanbul, costato la vita, allo
stato attuale, a 36 persone, con 147 feriti.
By Marco Marano
Bologna, 29 giugno 2016 – E' una frase significativa quella che il giornale
parigino ha riportato da Twitter. Una frase importante di un cittadino il cui
senso sintetizza la situazione che sta vivendo una delle città culla della
storia come Istanbul e che nessuno degli organi d’informazione italiani
mainstream si sognerebbe di connotare. Una frase che racconta la stretta
vicinanza del governo autoritario del presidente turco Erdoğan con l’Isis,
autore delle stragi, per il periodo tra il 2012 ed il 2015, e che ha visto
Istanbul come snodo logistico verso il confine con la Siria…
E’ questo infatti il contesto per
comprendere la serie di attentati che da inizio 2016 hanno investito la
megalopoli turca… Il 12 gennaio, presso la centrale piazza Teodosio, nel
quartiere storico di Sultanahmet, dove sono concentrate le moschee e quindi le
maggiori presenze turistiche, un uomo si fece esplodere uccidendo 13 cittadini
tedeschi. Poi c’è quella del 19 marzo, a ridosso della piazza di Galatasaray, a
pochi metri da un centro commerciale: cinque morti, di cui due cittadini
americani, due israeliani e un siriano, a questi si aggiungano i 36 feriti, un
terzo dei quali stranieri.
A Istanbul la rete di affiliati all’Isis
è estremamente strutturata, anche perché a differenza di Bruxelles o Parigi, ha
potuto ramificarsi negli anni grazie al sostegno dell’intelligence turca: il
famigerato MIT. Gli intrecci segreti tra il governo e il sedicente Stato
islamico si sono concentrati tradizionalmente su tre ambiti legati alla Siria.
Da un lato la logistica per i foreign fighters, che da varie parti d’Europa
atterravano all’aereoporto Atatürk. Da Istanbul venivano poi portati ad Adana
in attesa di varcare il confine con la Siria. Poi i traffici: armi e petrolio
di contrabbando. Su quest’ultimo aspetto ci fu la denuncia di Can Dündar e
Erdem Gül, direttore e caporedattore del giornale "Cumhuriyet". Le
rivelazioni di questi traffici, attraverso un’inchiesta giornalistica, ai due
reporter è costata un’accusa di diffusione di segreti di stato e una
consequenziale condanna a cinque anni…
La domanda da porsi è cosa possa essere
cambiato nel 2016, rispetto al passato, tra i due tradizionali partners.
Qualcuno parla di questa nuova sintonia con Mosca, ma in gennaio e poi in marzo
con Putin sembravano volersi dichiarare guerra a vicenda...
Potrebbe essere una ipotesi che le
autostrade turche della jihad verso la Siria sono state chiusa grazie all’accordo
economico di sei miliardi di euro tra la Turchia e l’Unione Europea, per
impedire ai rifugiati di arrivare in Europa? E potrebbe essere questo tema,
cioè interrompere la partnership con l’Isis, uno dei punti, segreti, per
sottoscrivere il patto economico con l’Europa?
Fonti: Liberation
Credits: AP, CNN
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