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Ungheria: il dittatore eletto e gli studenti

Ormai  le proteste studentesche in Ungheria  si stanno susseguendo a ritmo incalzante, anche perché la deriva liberticida del sistema di potere guidato da Victor Orban non ha più limiti.    Dopo aver aperto le porte alle milizie paramilitari del partito Jobbik , presente in Parlamento, in due anni il primo ministro autocrate ha riscritto la costituzione comprimendo la separazione dei poteri, ha imbavagliato il sistema mediatico, ha introdotto leggi razziste contro i senza fissa dimora, ad esempio, e classiste, contro i ceti meno abbienti, attraverso l’assicurazione sanitaria solo per chi ha un reddito sufficiente. Il tutto riscoprendo parole d’ordine da impero austro ungarico, dove l’identità del cittadino ungherese, in qualsiasi parte del mondo esso trovi, deve essere garantita. Con un sistema economico a rischio di bancarotta, con una moneta interna svalutata, tanto che è impensabile l'entrata nella zona euro, con un’azione politica stigmatizzata dall’Union...

Torture sui minori: la nuova pulizia etnica siriana

Foto Ansa   I rapporti delle organizzazioni internazionali sugli orrori della guerra siriana, da Save the children” all’UNHCR dell’Onu, rivelano un retroscena sconcertante, a partire dal bilancio dei profughi: ormai sono più di mezzo milione tra quelli già registrati a quelli in attesa di registrazione. Libano, Giordania, Iraq, Turchia e Nord Africa sono queste le aree limitrofe dove sono sorti i campi, che però hanno accolto soltanto il 40 per cento di chi si è messo in fuga, la maggior parte ha trovato riparo in abitazioni prese in affitto, famiglie d’accoglienza o centri collettivi. I numeri dicono che 509.559 sono in questo momento i rifugiati, dei quali 425.160 già registrati e 84.399 in attesa di completare la procedura.     Foto AP   Ma la fotografia numerica e logistica dei rifugiati siriani è soltanto uno degli elementi su cui indignarsi, perché dai racconti che sono stati raccolti, soprattutto dei minori, quello che s...

IN NOME DELLA SHARIA

Un'altra primavera araba si profila in Egitto. Ormai gli scontri si susseguono a ritmo incalzante e piazza Tahrir è ritornata ad essere il luogo simbolo delle nuove rivolte. Questa volta però il conflitto non è più tra il popolo ed il potere autocratico, ma tra due grandi blocchi sociali: da un lato vi è la maggioranza islamica rappresentata dai “Fratelli Musulmani”, dall’altro lato vi sono mondo laico e chiesa copta.   Foto Ansa     Si, perché, il “colpo di mano” fatto dal presidente Morsi, con l’assalto alla divisione dei poteri, attraverso il decreto presidenziale che toglie prerogative al sistema giudiziario, insieme allo sbrigativo varo del testo costituzionale, che accoglie la situazione data ed inoltre inserisce la sharia come valore supremo, nasconde in realtà il fatto che i Fratelli Musulmani sanno di essere maggioranza nel paese. Una maggioranza schiacciante che Morsi vuole usare per il referendum indetto il 15 dicembre, quando il popolo ...

UN ITALIANO IN LIBIA

  Foto Ansa   La notizia di oggi è che il candidato premier del centro sinistra italiano Pier Luigi Bersani è andato in visita ufficiale in Libia, per rilanciare l’Italia nel Mediterraneo. Ma quali sono le notizie che arrivano invece dalla Libia? Da maggio di quest’anno le organizzazioni internazionali si stanno occupando di questo paese, poiché la situazione dei diritti umani, rispetto a quando c’era Gheddafi, non è affatto cambiata. Per prima Amnesty International ha denunciato l’accordo semi-segreto del governo Monti con le autorità libiche sull’esternalizzazione del controllo dell’immigrazione, cioè a dire un trattato che affida esclusivamente ai paesi di partenza o di transito il compito di fermare i flussi. Quando questi compiti sono nelle mani di governi, come quello libico, che ai migranti irregolari, rifugiati e richiedenti asilo riservano detenzioni arbitrarie e prolungate, pestaggi, stupri, sembra chiaro il gioco mostruoso dei governi democratici ...

Il grande demiurgo islamico e il pericolo di una nuova guerra civile

    Foto Reuters   Un’altra polveriera sta per esplodere in Medio Oriente, si chiama Egitto. La primavera araba che aveva portato alla defenestrazione di Mubarak, e del suo trentennale potere autocratico, aveva visto il popolo nella sua interezza a condividere la rabbia d’una società senza libertà e democrazia. Oggi si stanno nuovamente riproponendo le stesse dinamiche, nel momento in cui i Fratelli Musulmani, speranza moderata del mondo arabo, hanno preso il potere, in seguito alle prime elezioni libere, con la vittoria di Mohamed Morsi.     Il nuovo Presidente, con la sua maggioranza islamica all’interno dell’Assemblea Costituente, ha emendato una serie di decreti che, condizionando la separazione dei poteri, hanno generato nuove proteste popolari. L’elemento aggiuntivo di questi giorni è che entro la settimana, anziché entro due mesi, il progetto della nuova costituzione verrà approvato, con i decreti che hanno generato le pr...

IL CALVARIO D’UN POPOLO STREMATO

Foto Ansa   Raccontare una guerra come quella che affligge la Repubblica Democratica del Congo, non è cosa facile. In vent’anni ci sono stati cinque milioni di vittime ed eserciti di varie connotazioni che si sono susseguiti, tutti di matrice etnica. In questa guerra non si capisce bene “chi sono i buoni e chi i cattivi”, anzi a dire il vero "sembra che ci siano solo cattivi". Da un lato c’è il Presidente Joseph Kabila, che nel 2001 ereditò il potere direttamente dal padre. egli  ha vinto le elezioni del 2011, grazie a evidenti  brogli, a sentire gli osservatori internazionali.   Foto Ansa   Il 23 marzo del 2009,   il governo firmava un accordo di pace con il “Congresso nazionale per la difesa del popolo”, che prevedeva l’ingresso nell’esercito regolare del suo braccio armato e la sua trasformazione in partito politico. L’accordo non fu rispettato.   Il 4 aprile di quest’anno, alcune centinaia di ex membri del Cndp s...

Le distorsioni del racconto giornalistico sulla guerra di Gaza

  Foto Ansa Se la verità è la mission di ogni giornalista, almeno nella sua dimensione originaria, nel nostro tempo sappiamo che sono tante le variabili che intralciano il racconto giornalistico attraverso la mistificazione della realtà. Raccontare una guerra, dal punto di vista giornalistico, è sicuramente una delle ambientazioni più entusiasmanti poiché, allo stesso modo dei meccanismi narrativi della fiction, i fatti da raccontare funzionano da modello esplicativo del mondo sociale. Paradossalmente potremmo dire che la guerra è bella da vedere, cinematograficamente parlando, ma è anche bella da raccontare, se però vengono utilizzati proprio quei paradigmi narrativi legati alla fiction, che servono da esplicazione della realtà: coraggio, suspence, forza, eroismo, passione, sacrificio, ma soprattutto vittoria del bene e sconfitta del male.   Il caso della recente guerra di Gaza ne è solo l’ultimo esempio. A port...