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MEDIO ORIENTE – L’accordo del secolo e i favori ad Israele

Con il cosiddetto “accordo del secolo” la destra internazionale da un serio colpo alla pace in Medio Oriente. Le grandi oligarchie autoritarie come la Russia si stanno cominciando a schierare con Israele, in una girandola di interessi anche economici che guidano le nuove grandi alleanze.  A ciò si aggiungano i legami personali che Netanyahu sta tessendo per sviare l’attenzione dai processi per corruzione che lo attendono a brevissimo. Un accordo fantoccio quello di The Donald, probabilmente per proteggere le spalle all’amico Benjiamin, ma che potrebbe innescare una guerra regionale poiché lo scontro israelo-palestinese riguarda anche la Giordania e il Libano, con l’Egitto che sta a guardare… Il piano di Trump per il Medio Oriente lascia senza speranza i palestinesi in Libano I rifugiati palestinesi nei campi libanesi pessimisti in quanto "l'affare del secolo" di Trump non include alcun diritto al ritorno. Beirut, Libano -  Abu Khaled non è mai stato nella ...

AMERICA LATINA – La carovana dei migranti e le contraddizioni del presidente messicano

Questa settimana uno degli eventi più significativi del continente è stata sicuramente la traversata dei migranti che dall’Honduras si sono trovati in Guatemala, sulle rive del fiume Suchiate, al confine con il Messico. Sono stati bloccati da una ingente forza di polizia schierata per impedire il passaggio, mentre quelli che sono riusciti a passare sono stati fermati e in queste ore si sta organizzando il loro rimpatrio. Una situazione che continua a mettere in imbarazzo il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador (AMLO), poiché il suo programma politico di sinistra prevedeva una umanizzazione dei processi migratori, mentre dall’inizio dell’estate scorsa si è dovuto inginocchiare davanti ai ricatti americani, che hanno imposto lacrime e sangue, nel senso proprio del termine. AMLO sta cercando di ri-orientare il suo messaggio, segnalando che il rispetto delle leggi nel Messico di oggi, vuol dire comunque rispetto dei diritti umani… Un nuovo gruppo di migranti raggiung...

MEDIO ORIENTE - Le guerre dei due autocrati

L’attuale fase storica vede due autocrati, il “sultano turco” Erdogan e lo “zar di Russia” Putin, detrattori delle regole democratiche nei rispettivi paesi di appartenenza, essere diventati la rappresentazione grottesca del potere, in questo nuovo decennio che è appena iniziato, di questo XXI secolo, che nasce malato. I due stanno sui territori colonizzati, Siria e Libia, con le parti avverse, e s’intendono perfettamente quando firmano accordi commerciali, e di pace, discutono su negoziazioni e interessi economici, alleanze trasversali e conflitti per procura. Sono loro che ormai fanno il bello ed il cattivo tempo in Medio Oriente e nei paesi arabi. Guerra della Siria: più di 20 morti nelle incursioni aeree su Idlib detenuto dai ribelli L'ultimo bombardamento guidato dall'amministrazione siriana dell'ultima roccaforte dell'opposizione arriva nonostante la tregua mediata dalla Russia e dalla Turchia. Almeno 21 persone sono state uccise nella provincia ...

UNO SGUARDO LATINOAMERICANO - Il continente 'bruciato' dalle ingiustizie

Il bilancio dei due mesi di proteste in Cile è pesantissimo: le denuncie per crimini contro l’umanità fioccano nei confronti di una presidenza ispirata alla dittatura di Pinochet, che di questa usa le metodologie repressive, nel silenzio della comunità internazionale. Le denuncie infatti arrivano unicamente dalle ONG. Poi omicidi e sparizioni istituzionalizzati sono diventati la prassi in Brasile, con numeri impressionanti di assassinii nei confronti dei leader delle popolazioni native, che stanno subendo un genocidio, grazie alle leggi e alle politiche del fascismo al potere, rappresentato dal presidente Bolosonaro, quello che sta distruggendo la foresta amazzonica per far spazio agli interessi delle lobbies economiche. Infine gli arresti e le sparizioni attuati dal governo golpista boliviano, che ha attivato una vera e propria faida nei confronti degli esponenti del MAS, il movimento socialista di Evo Morales. La denuncia questa volta arriva dal suo ex ministro degli esteri… D...

ELEZIONI IN ALGERIA - La truffa elettorale per non cambiare niente

Oggi in Algeria si vota per le elezioni politiche, dopo la fuoriuscita dal potere del vecchio presidente Bouteflika. Quasi un anno di proteste hanno caratterizzato questo paese, dopo che l’esercito ha preso il potere, cercando di traghettare le stesse oligarchie, che da sempre gestiscono la cosa pubblica algerina, da un centro di potere ad un altro, proprio attraverso questa tornata elettorale. Ma il popolo non ci sta: è sceso in piazza per rivendicare il fatto che tutti i candidati presenti fanno parte della élite, protetta e garantita dall’apparato militare. Per queste ragioni la tornata elettorale è vissuta dalla gente come una vera e propria truffa… L'Algeria verso il voto presidenziale nonostante la spinta al boicottaggio La partecipazione dovrebbe essere bassa con i manifestanti che affermano che le elezioni sono finalizzate a preservare lo status quo. di Djamila Ould Khettab I seggi si sono aperti in una controversa elezione presidenziale, con i critici c...