LA PROPOSTA VENEZUELANA

foto PeaceReporter


Il ministro degli Esteri venezuelano, Nicolas Maduro, è stato portatore, al capo della Lega araba Amr Moussa, della proposta di mediazione di Ugo Chavez nel conflitto libico tra Gheddafi e i ribelli. La notizia è stata data da Al Jazeera. Per oggi, al Cairo, è stata convocata una riunione della Lega Araba finalizzata ad analizzare il piano nei dettagli. Inutile dire che il rais libico ha accettato la mano d’aiuto del collega venezuelano. I due sono legati da una sorta di affiliazione, che non si manifesta soltanto nello stile di comando di tipo imperiale, ma anche in un mutuo aiuto, forse legato dalla condivisione d’interessi economici. Infatti, dopo i primi giorni di rivolta, il primo paese di cui si è parlato dove la famiglia Gheddafi poteva riparare era proprio il Venezuela.

E’ chiaro che, per come si sono messe le cose in Libia, una proposta di mediazione presuppone una “negoziazione” delle leve del potere statale, proprio per questo il leader dell’opposizione Mustafa Abde-Jalil, ex ministro della Giustizia, si è premurato a respingere la “proposta venezuelana”, poiché il loro l’obiettivo è la caduta della famiglia Gheddafi. Anzi Abdel-Jalil continua a chiedere con insistenza che la comunità internazionale riconosca il “Consiglio nazionale” come rappresentante della volontà del popolo libico.


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L’aspetto interessante di tutta questa vicenda è sicuramente la funzione che intende svolgere la Lega Araba, al cui comando vi è l’egiziano Amr Moussa, sceso in piazza a fianco dei manifestanti contro Mubarak, ponendosi come uno dei possibili candidati alle elezioni democratiche in Egitto. Un personaggio come questo, in qualche modo, potrebbe assumere il ruolo di garante democratico per ciò che concerne il futuro dei paesi arabi in rivolta. Sposare però la “proposta venezuelana” significherebbe, forse, lasciare al potere Gheddafi: cambiare tutto per non cambiare niente…


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