IL RELITTO DELL'UNIONE EUROPEA ACCOGLIE IL VERO CALIFFO DEL TERRORE MEDIORIENTALE

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Un avvocato difensore della causa curda viene assassinato in diretta televisiva, due giornalisti vengono arrestati per aver pubblicato le notizie sul traffico d'armi al confine con la Siria, da parte del governo turco... Non sono passate poche da questi due eventi e l'Unione Europea conclude l'accordo con il califfo del terrore Erdogan, per trattenere in Turchia i rifugiati siriani che scappano da una guerra foraggiata dallo stesso "califfato turco".
 
 
By Marco Marano
 
“Come sapete, è stata aperta un’inchiesta sugli articoli che abbiamo pubblicato a proposito dei camion dei servizi segreti che trasportavano armi. A denunciarci è stato il Presidente in persona. Siamo venuti qui per difendere il giornalismo, per difendere il diritto dei cittadini a essere informati, il diritto di sapere la verità se il governo mente. Se il Paese subisce una determinata minaccia o è in pericolo, un giornalista deve dirlo”.
 
 
Queste sono le dichiarazioni di Can Dundar ed Erdem Gül, rispettivamente direttore e capo della redazione del quotidiano di Ankara Cumhuriyet. Solo due giorni dopo i due sono stati arrestati. Ad Istanbul, ad Ankara, a Smirne, Antalya, Eskisehir, Kocaeli, Mersin migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il potere assoluto di Erdogan, che ormai si comporta come un vero califfo mediorientale. L'accusa che viene mossa ai giornalisti è quella di aver fabbricato false prove, quando solo due giorni prima il califfo turco diceva pubblicamente: “che differenza fa se c’erano armi o no”?

Le armi indirizzate alle frange turcomanne sul territorio siriano, fotografano, ancora una volta, la situazione nel confine tra Siria e Turchia, controllato dai servizi segreti MIT: è quello infatti il vero snodo di uomini e risorse che circuitano in quell'area. Su quel confine si è infatti strutturata una "santa alleanza" tra Erdogan e l'Isis, tra scambio di petrolio contrabbandato, armi, e libero accesso o accesso facilitato dei foreign fighters, tra supporti logistici e controllo delle vie d'accesso.
 

In questo contesto l'omicidio in diretta Tahir Elci, il leader degli avvocati curdi ammazzato in un agguato nella città di Diyarbakir, a telecamere accese, racconta un altro pezzo di questa tragica storia, legittimata dal cinismo e dal doppiogiochismo dei paesi occidentali. L'uomo stava parlando in una città dove il governo turco ha imposto il coprifuoco, poichè ad alta densità di cittadini curdi, che chiedono il riconoscimento della loro identità.

Occupandosi di diritti umani, Tahir Elci stava cercando di chiarire al mondo che la causa curda non c'entra niente col terrorismo, anche perchè i curdi sono gli unici che sul campo in Siria combattono e vincono contro l'Isis. Ad un certo punto la postazione da cui parlava veniva assalita. Le sue guardie del corpo ingaggiavano un conflitto a fuoco e l'uomo rimaneva ucciso. E allora il governo turco chi accusa di essere il responsabile dell'omicidio? Proprio il PKK, cioè il partito curdo di cui Elci aveva preso le difese... Davvero da non credere...
 
Dopo l'uccisione nuove manifestazioni di protesta a Istanbul sono state represse dalle forze dell'ordine. Ma in quello stesso momento arrivava la notizia che l'accordo tra il califfo Erdogan e l'Unione Europea, veniva siglato: tre milardi di euro, e accelerazione dell'adesione all'Unione Europea della Turchia. In cambio, i rifugiati siriani che scappano da una guerra che lo stesso Erdogan contribuisce a foraggiare, saranno fermati in una zona cuscinetto al nord della Turchia, per impedirne l'ingresso in una Europa che non esiste più... Un'Europa che ipocritamente piange le vittime dello stragismo parigino, inventandosi una guerra di civiltà che fa comodo a coprire interessi di parte e inettitudine politica...
 



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