Il campione sloveno vince la sua terza tappa in versione allenamento: il Giro d'Italia parla solo delle sue imprese.
Una fuga di quattordici corridori ha caratterizzato la prima parte della gara: tutti uomini lontani dalla testa della classifica, il più vicino a circa cinque minuti. Secondo l'ovvio del tifoso o del commentatore comune basta stare tranquilli e riposarsi, magari nel finale recuperare qualcosa... Ma il campionissimo sloveno ancora non riesce ad essere compreso da tanti...
Del resto lo ha detto ieri che aspetta le montagne come allenamento per il Tour. Così, non solo ha controllato la corsa insieme alla sua squadra da subito, ma ad una manciata di chilometri il polacco Majka, si mette alla testa del gruppo tirando il campionissimo.
Poi, Rafal Majka si stacca e il Cannibale resta da solo a rintuzzare gli attacchi di questo o di quello, riprendendoli immediatamente, col suo solito stile sempre seduto, senza alzarsi sui pedali: sembra davvero una normale seduta di allenamento. E questa facilità muscolare che lo rende irraggiungibile consegna una verità inequivocabile: Pogacar è un campionissimo, e per leggere le sue imprese occorre utilizzare categorie che nel ciclismo contemporaneo non si vedono dai tempi di Pantani.
Così la salita si inerpica, e negli ultimi dieci chilometri si passa dal sette a dodici percento. Tutti si attendono uno scatto, a pochi chilometri dall'arrivo, di Pogacar, e lui fa decidere alla squadra cosa fare: "Erano i miei compagni che dovevano decidere se vincere la tappa..." E lui li ha accontentati, visto che non c'era bisogno di scattare, Majka ritorna in testa e gli tira la volata: ha vinto imponendosi allo sprint su Martinez, O'Connor, Tiberi, Thomas e Rubio.
CLASSIFICA: Pogacar in rosa, Martinez a 2,40, Thomas a 2,58.
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