La nona tappa del Giro d'Italia si caratterizza per il disinteresse del Cannibale, per una fuga durata tutto il giorno, e per i tentativi di allungo di tanti, che ha visto principalmente protagonista Alaphilippe.
Una giornata di riposo quella di oggi, per il dominatore del Giro Tadej Pogacar, che ha potuto controllare con molto distacco, anche grazie ad una fuga durata 190 chilometri, tra Avezzano e Napoli. Mentre i due in fuga, Maestri e Pietrobon, che essendo della stessa squadra, si danno cambi regolari, resistono fino ad una ventina di chilometri dal traguardo, quello che si da più da fare per andare a riprenderli è Julien Alaphilippe che portandosi un drappello di uomini dietro raggiunge e poi allunga da solo con il compatriota Costiou.
Piano piano il gruppo assorbe tutti, e ad un paio di chilometri dall'arrivo Pogacar inizia ad avanzare, fino a quando, a ridosso dell'arrivo, tira la volata al suo compagno Molano, spostandosi, una volta passato, pericolosamente a ridosso delle transenne...
L'ordine d'arrivo vede Olav Koij battere in volata la maglia ciclamino Milan e Molano.
"Ho voluto lanciare la volata al mio compagno Molano, - ha detto Pogacar all'arrivo - per restituirgli il favore, visto quello che lui ha fatto per me fino ad oggi...I ragazzi si sentono in ottima forma, quindi vogliamo vincere molte tappe..."
Mai nella storia si ricorda un campionissimo, nel pieno del suo fulgore, tirare la volata ad un gregario. Certo i gesti cavallereschi ci sono sempre stati... Come l'impresa sullo Stelvio di Hinault, aiutato dal suo compagno Bernaudeau a cui concesse la vittoria di tappa, e lui si prese la maglia rosa. Ma il gesto di Pogacar è diverso, e racconta di una filosofia ciclistica nuova che affonda però le radici nell'epica del passato.
CLASSIFICA: Pogacar in rosa, Martinez a 2,40, Thomas a 2,58.
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