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IL CONCETTO DI ANTIPOLITICA NELLE OLIGARCHIE MEDITERRANEE

Foto Ansa C’è una parola che da qualche tempo rimbalza qua e là, tra le bocche dei politici italiani o le pagine dei media: “antipolitica”. Spiegava Saviano, in una delle sue apparizioni televisive, come le parole siano state espropriate dei loro significati. Parole importanti come famiglia e onore ad esempio sono diventate sinonimi di mafiosità. Al di là di qualsivoglia interpretazione semiotica, la verità è che il rapporto tra significante e significato, cioè tra piano del contenuto e piano della forma di sassuriana memoria, non è più legato allo specifico linguistico di un paese ma piuttosto al contesto storico-sociale in cui si evolve. Il concetto di antipolitica riporta a significati legati alla negazione della politica quale strumento per la salvaguardia del senso di comunità, del bene pubblico, del benessere sociale. Perché è di questo che la politica dovrebbe occuparsi. Del resto, questi sono gli elementi fondamentali dello statuto etico su cui si regge un sist...

L’hogra, il potere e la rivoluzione rubata

 foto ANSA "Vedrai che prima o poi le cose si aggiustano anche per noi!" Glielo ripeteva sempre al fratello minore Salem. Che forza d’animo che aveva questo piccolo grande uomo, in quel centro agricolo a 160 chilometri da Tunisi. E chissà che anche quella mattina, che avrebbe cambiato il mondo arabo, Mohammed non l’avesse pensato, cioè che un giorno avrebbe potuto mettere a frutto quella laurea in Lingue e Letteratura araba, appesa al muro nella casa dei suoi genitori, come un vanto, ma forse soprattutto come un simbolo di speranza, per riscattare l’intera famiglia. Il 72 per cento dei disoccupati tunisini hanno dai 15 ai 29 anni, di questi il 60 per cento sono laureati. Paradossalmente però la disoccupazione non era la cosa peggiore da sopportare ai tempi di Ben Alì, peggio di tutte era l’ hogra , cioè l’umiliazione imposta dal potere assoluto delle autorità e dal disprezzo riversato nei confronti dei cittadini comuni. Solo chi ha vissuto in terre governate dalla mafia...

FORTALEZA E I NUOVI CONQUISTADORES

Nel 2008, in seguito al progetto emiliano-romagnolo di cooperazione decentrata “Adote Um Ritmo”, sui temi legati all’inclusione sociale dei minori, in tre città del nord est brasiliano, promoso dall'associazione Orchestra do Mundo e dal Comune di Bologna, il vicesindaco di Fortaleza Gloria Diogenes, ha rilasciato questa intervista, ancora oggi di estrema attualità. I temi trattati riguardano un fenomeno che ha reso Fortaleza una delle capitali mondiali, insieme a Bangkok: il turismo sessuale. Un fenomeno odioso poiché coinvolge ragazzine dai dodici anni in su, che cercano una sorta di riscossa dal proprio status familiare o sociale attraverso il proprio corpo. Questo fenomeno, che rientra nella più generale categoria degli abusi sui minori, è fomentato da uomini provenienti da tutto il mondo, e specialmente dall’Italia, che si ergono a “nuovi conquistadores”, poiché esprimono le loro perversioni in luoghi diversi dai propri. Dopo la riconferma del sindaco Luizianne Lins a ...

PER LE STRADE DI BUDAPEST

Camminando per le strade di Budapest si respira l'Europa. La sua storia, le sue tradizioni, il suo sistema architettonico la rendono elegante, con quel suo modo altezzoso di porgersi a chi non la conosce.  Ma nella capitale magiara si respirano anche sapori multietnici. Le strade sono colme di segnali propri a culture diverse, con i linguaggi costruiti su grammatiche anche lontane che diventano parte integrante degli spazi urbani, in quello che sembra un vero e proprio luogo di contaminazione. Percorriamo lo slargo dell’Oktogon, indirizzandoci verso la stazione ferroviaria, camminiamo sull’arteria centrale, la Teréz Körút, incuneandoci, di tanto in tanto, tra le strade adiacenti. Troviamo locali, scritte, messaggi visivi legati a paesi diversi. C’è il kebab arabo o il ristorante messicano. C'è anche una tavola calda buddista, di fronte al ristorante turco. E ancora la teeria tibetana qualche decina di metri più avanti di un locale greco e giapponese, ma c’è anc...

I MIGRANTI DEL GUSTO

Un progetto per valorizzare le contaminazioni tra i popoli La storia ci dice che la migrazione è parte integrante dell’umana specie, ma questa sembra che oggi sia una dimensione negata. La riscoperta del valore del viaggio ci riporta alla vera natura dell’uomo, al fine di rintracciare i sapori che le terre bagnate dai mari riescono a darci, spiegandoci i motivi stessi dell’appartenenza, prima che ad una comunità, al mondo stesso. Attraverso i sapori è infatti possibile leggere come nel tempo si siano conclamate le contaminazioni tra i luoghi del mondo che, a prescindere dai motivi che hanno spinto gli uomini e le donne a spostarsi, si sono adattate alle caratteristiche dell’ambiente naturale: ogni viaggio è un racconto di contaminazione. “Società globale”, “Società multietnica” sono espressioni di uso comune ormai, che cercano di fotografare il nostro tempo. Sono espressioni però che hanno due facce, cioè un bianco e un nero, perché a seconda del modo in cui vengono utilizzate,...

UNO SPETTRO S’AGGIRA PER L’EUROPA: IL NAZIONALISMO ETNICO

foto PeaceReporter Gyöngyöspata è una cittadina di 2800 abitanti a ottanta chilometri da Budapest. Lì vi è o per meglio dire vi era una comunità rom di circa 450 persone. La settimana scorsa le ronde del Véderö, un gruppo paramilitare legato al partito di estrema destra Jobbik, che alle elezioni politiche del 2010 ha guadagnato il 17 per cento dei voti, ha intrapreso una “caccia armata ai nomadi”. Per giorni decine di uomini armati di spranghe, bastoni, catene ed armi con proiettili di gomma, sono stati artefici di aggressioni per le strade e assedi alle abitazioni, in ottemperanza all'ordine del partito, che ha nel suo programma politico combattere la “criminalità degli zingari”. C'è da dire che l'organizzazione paramilitare aveva costruito un campo di addestramento proprio all'interno della cittadina, dove venivano simulate azioni di guerriglia urbana con strategie di pulizia etnica. Venerdi scorso la Croce Rossa internazionale è riuscita ad organizzare diversi pulm...

SIRIA: “NON ABBIAMO PIU’ PAURA!”

foto lastampa.it Mentre il mondo cristiano festeggia la pasqua, nelle città siriane diventa difficile contare i morti. E’ un vero e proprio bollettino di guerra. Dal venerdi della collera le forze d’assalto siriane ormai conducono una guerra spietata contro la popolazione inerme. Si perché le uniche armi utilizzate dai “ribelli” sono le parole e la rabbia di chi non ce la fa più a vivere senza diritti né libertà. “Non abbiamo più paura” grida la gente per le strade, mentre i mortai gli sparano addosso. Così, i corpi lasciati per le strade, poiché nessuno ha la possibilità di raccoglierli e seppellirli, danno il senso di una immane tragedia, che fino a questo momento è soltanto stigmatizzata dalla comunità internazionale. Intanto basta camminare per la strada per essere preso di mira dai militari. Nemmeno le autoambulanze non possono circolare poiché anch’esse diventano facili bersagli. Ma la cosa ancora più raccapricciante è che ormai si spara anche dentro le case, questo a signifi...