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L'ultima offensiva su Mosul

L'iniziativa annunciata dal primo ministro iracheno, riguarda l'attacco all'Isis nella parte occidentale della città.  di Marco Marano Nella prima mattinata di domenica 19 febbraio Haider al-Abadi ha annunciato, in una breve dichiarazione televisiva, che è partita la nuova fase dell'operazione militare finalizzata a riconquistare, dalle mani dei jihadisti, l'area ovest della città, l'ultimo baluardo ancora sotto il controllo dell'Isis, occupata nel giugno del 2014. L'azione militare parte dalla liberazione di Ninive una cittadina poco lontano della città irachena divenuta capitale dell'Isis in Iraq. L'offensiva su Mosul era iniziata lo scorso 17 ottobre e dopo tre mesi di combattimenti, le forze federali irachene, in gennaio, hanno preso possesso della parte orientale. Le deboli linee di difesa jihadiste L'area occidentale di Mosul, dove si trovano le principali strutture di supporto jihadiste, anche se è di min...

Gli orrori della prigione siriana di Saydnaya

Amnesty International pubblica un rapporto sulle torture e le impiccagioni dentro il carcere nei pressi di Damasco. di Marco Marano Bologna, 8 febbraio 2017 - E’ “raggelante” la fotografia che fa Amnesty International sulla pianificazione della tortura e degli assassinii di massa perpetrati dal regime siriano all’interno del carcere di Saydnaya, tra il 2011 e il 2015, anche se le cose non sembra siano ad oggi cambiate. I civili sospettati di essere oppositori del regime che sono stati giustiziati in cinque anni in modo crudele sono 13.000. Il rapporto è  intitolato “Il mattatoio di esseri umani: impiccagioni di massa e sterminio nella prigione di Saydnaya” , dove si denuncia oltre alle esecuzioni extragiudiziali le continue e perpetrate torture che insieme all’assenza di cibo, acqua, medicinali e cure mediche portano alla morte per detenzione. Le politiche di assassinio Dal comunicato stampa della Ong riportiamo una dichiarazione di Lynn Maalouf , vicedirettric...

Smascherata una rete globale del male: trasportavano migranti come animali

Una ventina di arresti e trentaquattro ordinanze di custodia cautelare per  persone di varie di nazionalità by Marco Marano Bologna, 31 gennaio 2017 - Dopo quasi due anni di indagini, svolte dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, e condotte dalla squadra mobile, che hanno interessato diverse provincie italiane fino alla frontiera di Ventimiglia, con una maxi operazione è stata sgominata una sorta di rete internazionale, che aveva il suo punto di snodo in Lombardia, dedita al traffico umano, la quale attraverso viaggi della speranza dagli approdi del sud, trasportava i migranti in condizioni inumane per oltrepassare i confini nazionali. Stipati in un furgone Le parole del procuratore aggiunto di Milano sono inequivocabili: “Abbiamo aperto uno di questi furgoni intercettati, chiusi con il lucchetto, e visto quaranta persone che pur di avere una speranza di libertà erano ammassate e supine. Questo deve farci sentire tutti responsabili di ciò che succede”...

Il fantasma del CIE a Bologna

Gli attivisti solidali chiedono al sindaco di non riaprire il centro di detenzione Cronache by Marco Marano Bologna, 19, gennaio 2017 - Gli attivisti di TPO e Labas, cioè le organizzazioni solidali bolognesi, che supportano con varie attività tutti quei migranti e rifugiati che in città non sono coinvolti nei programmi di accoglienza e spesso si ritrovano in strada,  hanno chiesto all’amministrazione comunale delle due torri, durante la seduta straordinaria del consiglio comunale di ieri, in occasione della giornata del migrante, di non dare corso alle misure annunciate dal ministro Minniti circa  l’apertura di un CIE in Emilia-Romagna. Se da un lato il sindaco Merola fu uno dei pochi a trasformare il Cie di Bologna in Hub di prima accoglienza in tempi, diciamo così, non sospetti, c’è da dire che la città delle due torri, insieme ad altre della regione, come Rimini e Reggio Emilia, ha visto cambiare negli ultimi anni l’identikit del senza dimora. All’Help...

«Ci vogliono uccidere!»

Perseguitato in Cile e in Argentina, il popolo Mapuche rivendica la salvaguardia della propria terra contro le speculazioni delle holding occidentali Notizie dai margini del mondo by Marco Marano Bologna, 13 gennaio 2017 –  Picchiati, trascinati per i capelli, minacciati, soggetti al fuoco ravvicinato delle forze dell’ordine… E’ così che si apre il nuovo anno per il popolo Mapuche, i nativi della Patagonia tra Cile e Argentina: 1.000.000 nel primo, 500.000 nel secondo. Intorno a mezzogiorno di mercoledì 11 gennaio, nella comunità cilena di Trapilwe Mawidache, presso la zona di Makewe, nel Comune di Freire, a sud di Temuco, un’area letteralmente militarizzata, in seguito ad un controllo d’identità dei carabineros, tre donne, di cui una minorenne, sono state fermate, minacciate con le armi in pugno e picchiate, per poi essere caricate su un veicolo delle forze dell’ordine, dove le sevizie sono continuate. Come riferisce a Radio Villa Franca l’avvocatessa delle tre...

L'accoglienza ai rifugiati tra protezioni e ruberie

La morte di Sandrine Bakayoko determinata dall'assenza di servizi essenziali da parte della cooperativa che gestisce l'accoglienza by Marco Marano Bologna, 4 gennaio 2017 – E' morta da sola, chiusa in un bagno, mentre faceva la doccia col marito fuori che invocava il suo nome. Era sempre sorridente Sandrine, sperava in un futuro migliore: voleva fare la parrucchiera, il sogno di una vita, per far venire il figlio di 8 anni lasciato in patria. Poi si è trovata a chiedere l'asilo politico dentro una specie di girone infernale fatto di "anime perse", in un comune di 190 anime, Cona, nell'estrema cintura urbana di Venezia. Lo chiamano Centro di prima accoglienza, una ex caserma con un tendone, priva di tutto: assistenza medica, servizi igienici dignitosi, tavoli e sedie per mangiare, armadietti... Un luogo infernale che può contenere circa 500 persone e ne "ospita" 1500: peggio che gli animali... Poi la rivolta, dopo che Sandrine è morta...

I due tavoli da gioco della Turchia

Con gli alleati di Assad chiede mano libera sul Rojava, con l’Isis si accorda sul petrolio da far passare a Tel Abyad Notizie dal Rojava By Marco Marano Bologna, 20 dicembre 2016 – Nel giro di poche ore, nella giornata di ieri, le immagini di un omicidio, praticamente in diretta, quello dell’ambasciatore russo in Turchia, e di un mercatino berlinese, devastato dalla furia omicida, presumibilmente jihadista, hanno fatto da contro-canto al genocidio di Aleppo, forse il più atroce massacro, insieme a quello ruandese, dalla seconda guerra mondiale, che continua a mietere vittime nell’indifferenza dell’occidente. Un giornata che fotografa il nostro tempo, cioè lo sconquasso internazionale che la guerra jihadista in Medio Oriente determina da alcuni anni e che si incrocia con un’altra immagine che appartiene alla giornata di oggi, cioè il summit trilaterale fra Russia, Iran e Turchia sui destini della Siria. Una fotografia emblematica perché nella guerra per procura tr...