LA LIBIA E IL GIOCO DELLE IPOCRISIE NEL RICORDO DEL RUANDA



foto Afp


Da quando è iniziato l'attacco in Libia da parte di alcuni paesi dell'occidente, in seguito alla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, è iniziato il solito gioco delle ipocrisie. Da un lato i governi occidentali, che dopo un mese di massacri dei civili libici si sono decisi ad intervenire, con la motivazione ufficiale di difendere la popolazione inerme, mentre nella realtà c'è la gara a posizionarsi sul mercato petrolifero per chi deve essere il principale partner economico della Libia dopo Gheddafi.



foto PeaceReporter

La Francia che per prima ha spinto l'intevento militare ha ben chiaro i propri obiettivi insieme alla Gran Bretagna: togliere di mezzo Gheddafi a prescindere dall'ONU e dalla NATO. La Russia e la Cina aveva già assaporato l'idea di fare affari con Gheddafi. L'Italia ha una posizione diversa ogni qual volta un suo ministro apre bocca, ma dopo le parole chiarifichatrici di La Russa, che ha chiaramente detto che loro dopo vogliono esserci, si è capito che inseguono Francia e Gran Bretagna per i futuri affari. Gli Stati Uniti appoggiano i partner europei nei loro obiettivi economici, questa volta senza smanie di leadership.



foto unità.it


Dall'altro lato vi sono i "pacifisti dogmatici", che a prescindere da ogni cosa, non possono che essere contro ogni bombardamento, approccio condivisibile in linea teorica, ma quando si applicano in modo sistematico forme di genocidi contro le popolazioni, non sarebbe il caso di interrogarsi sui propri dogmi? Come si fa a dire "Ne con le bombe nè con Gheddafi, ma con la diplomazia". Quale azione diplomatica può fermare un criminale che ha assoldato degli spietati mercenari per massacrare il proprio popolo? Perchè lui il potere non lo vuole proprio lasciare...


foto PeaceReporter

Abbiamo ancora, per chi ha ricordi e sensibilità, in mente quel milione di corpi squarciati dai macete e dalle mitragliatrici in Ruanda una qundicina di anni fa. Lì nessuno fece niente, lì nessuno disse niente, nè i guerrafondai per fare affari, in Ruanda non c'era il petrolio, nè i pacifisti dogmatici, che dei massacri sistematici che vengono compiuti tutti i giorni in paesi come la Costa d'Avorio, il Congo, la Nigeria, il Camerun, non hanno interesse ad occuparsi.
Noi vogliamo aggiungere solo una cosa: se in Libia le forze internazionali fossero intervenute subito dopo i primi massacri dei mercenari, forse le cose sarebbero andate diversamente, e ci saremmo evitati anche il balletto delle ipocrisie. Ma la storia ci dice che le cose non possono andare come dovrebbero...







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