L'UNITA' MULTIETNCA D'ITALIA





Le celebrazioni del 17 marzo, festa dei 150 anni dell'unità d'Italia, sono stati caratterizzati da tre elementi. Innanzitutto il contesto globale: dal disastro naturale e nucleare del Giappone alle rivoluzioni nel medioriente, in particolare in Libia, dove un'altro disastro diplomatico potrebbe ancora determinare una carneficina, anche se in extremis ieri sera è stata votata la No Fly Zone dal Consiglio di sicurezza dell'ONU. Poi, la grande opera da parte del Presidente della Repubblica Italiana Napolitano di ridare dignità a questa nazione, diventata la barzelletta dell'occidente. Ancora la solita nota stonata della Lega, stoppata da tutti i sondaggi d'opinione sul valore dell'unità nazionale. Infine, ma non ultima, il coinvolgimento nella "Festa dell'Italia" di tutti quei cittadini migranti di prima e seconda generazione.





A Bologna, alcune realtà di privato sociale, patrocinate dall'Asp Poveri Vergognosi, hanno organizzato una festa multietnica, dove molte comunità nazionali presenti nel capoluogo emiliano-romagnolo, hanno messo su degli stand dove poter mangiare i piatti tipici dei paesi del mondo: "Buon appetito in 14 lingue. Tavolata multietnica e interculturale con cibi e musica dal mondo". L'aspetto più interessante è stato quello di far incontrare, accompagnate dalle bandiere tricolere, famiglie, anziani, giovani, bambini di varie nazionalità in nome di una nuova Italia, di un paese cioè che può dimostrare di essere migliore proprio con l'integrazione di chi ha scelto l'Italia come suo nuovo paese.





Così gli organizzatori della manifestazione hanno presentato l'evento: "L'unità di un paese è la coesione sociale che è in grado di esprimere. Diamo nuova linfa vitale alle istituzioni repubblicane, creiamo una comunità attiva e laboriosa dove futuro, sicurezza e solidarietà nascono non dal rifiuto dell'altro ma dalla consapevolezza e dalla certezza di essere tutti cittadini con eguali doveri e diritti".



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