Foto Ansa
Le città brasiliane sono ormai quasi giornalmente prese d’assalto
dalle proteste popolari. Oggi, 11 luglio, esse diventano lo scenario
dove viene rappresentato un paese che si dice economicamente in crescita, ma
anche dove ci sono le favelas… Oggi c’è il grande sciopero generale: 18
città, 12 capitali statali, Rio, Pernambuco, Bahia e Espírito Santo, San Paolo,
Belo Horizonte, São Luís.
“A San Paolo - megalopoli
con venti milioni di abitanti e capitale economica del paese - fin dal mattino
sono state bloccate alcune autostrade, così come è successo d'altra parte nelle
strade di Santos e di altre città portuali”.
“Alla 'Giornata
nazionale di lotte' aderiscono tra gli altri il Movimento dei contadini senza
terra (Mst) e le principali sigle sindacali del Brasile, dalla Centrale unica dei
lavoratori (Cut) all'Unione generale dei lavoratori (Ugt). Molti dei
rappresentanti delle categorie che aderiscono alla protesta sono spaccati sul
sostegno da confermare al governo guidato da una presidente di sinistra, Dilma
Roussef, che è anche esponente di un partito - il Pt - da sempre vicino alle
lotte operaie.”
Le città
sono dunque in questo momento i luoghi dove lo scontro sociale è altissimo e la Presidentessa
deve riuscire a tenere testa ormai a tutte o quasi le categorie sociali, come
quella dei sindaci, riuniti a Brasilia . In tremila hanno partecipato alla 16/ma Marcia in difesa delle città,
organizzata dalla Confederazione Nazionale dei Comuni. Si attendava
l’intervento della Presidentessa Dilma Rousseff, la quale, dopo le
contestazioni dei giorni scorsi durante la Confederation Cup, aveva annunciato
delle riforme strutturali per rispondere al malcontento sociale, soprattutto
sui temi legati al fenomeno diffuso della corruzione nel comparto pubblico.
La
Presidentessa ha parlato di una serie di interventi in favore delle
città: più risorse per la salute e l'educazione, per un importo di 3 miliardi
di dollari. “Essi saranno trasferiti in due rate: una nel mese di agosto di
quest'anno e la seconda nel mese di aprile 2014. Ha anche annunciato
l'espansione dei finanziamenti del Programma Cure Primarie con 600 milioni di
dollari l’anno” (Folha de S. Paulo).
Il sostegno
al “Sistema Unico della Salute”, una sorta di “Sistema Nazionale Sanitario”
italiano, diventa uno dei punti prioritari della strategia che la Rousseff si è
data per affrontare il 2014, anno dei mondiali e delle nuove elezioni
presidenziali, eventi collegati visto le ondate di protesta di questa estate:
in tal contesto la rielezione potrebbe essere a rischio. Infatti ai sindaci ha
annunciato una serie di cifre: cinque miliardi e mezzo di dollari per
riorganizzare l’intero sistema sanitario, tre miliardi di dollari per le
“Squadre della salute”, poco più di tre miliardi per i 2000 asili nido. Inoltre
tutte le città sotto i cinquantamila abitanti possono accedere al programma
“Minha Casa Minha Vida”.
Appena scesa dal palco la Presidentessa è stata massicciamente fischiata. Paul
Ziulkoski, il Presidente della Confederazione dei Comuni, chiariva il motivo
del dissenso, che riguarda l’ammontare di denaro che lo stato stanzia ogni anno
per i comuni, le cui cifre vengono annunciate proprio in questo evento. Infatti
esiste il cosiddetto Fondo di Partecipazione ai Comuni che raccoglie il 2 per
cento delle risorse federali, mentre le cifre snocciolate dalla Rousseff
revisionano il fondo stesso poiché le risorse si fermano all’1,3 per cento.
Lo scontro tra i sindaci e la Presidentessa era già cominciata l’anno passato,
quando durante il medesimo evento, si aprì un contenzioso sui ricavi dei
proventi dell’estrazione petrolifera, al momento un’altra questione spinosa che
i sindaci rivendicano a gran voce. Già durante la cerimonia di apertura
dell’evento di quest’anno gli amministratori locali manifestavano il loro
dissenso nei confronti della più alta carica dello Stato per la sua assenza
all’innaugurazione.
Il futuro
per il Brasile è irto di ostacoli, la Presidentessa sta cercando di rispondere
alla situazione esplosiva con la proposta di un'assemblea costituente per la
riforma complessiva del sistema politico, dove corruzione, lotta ai privilegi e
garanzie sociali vengano combattuti alla radice.
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