Come perseguitare i rifugiati: il nuovo metodo romano

RADIO CENTO MONDI CRONACHE


La situazione sconcertante dei rifugiati, prevalentemente eritrei, "evacuati" dal centro di accoglienza spontaneo di via Cupa, il Baobab, ormai sta assumendo dimensioni di demenza autoritaria: non hanno un posto dove dormire e adesso gli viene vietato di riunirsi tra di loro per una questione di decenza sociale


by Marco Marano


Bologna, 15 ottobre 2016 – Ci siamo dunque, il fondo è stato toccato, anche se, come si dice, a quello non c'è mai fine. Se il contesto è quello di una città allo sbando, che non sa e non vuole costruire soluzioni civili per l'accoglienza ai rifugiati, che scappano da persecuzioni e guerre, come vorrebbe l'articolo 10 della Costituzione italiana, i fatti delle ultime giornate raccontano delle miserevoli condizioni in cui versano le istituzioni italiane.




L'assunto è che a Roma non ci sono spazi, risorse e strumenti per accogliere dignitosamente i rifugiati. Vista la situazione il Comune anziché sostenere le esperienze emergenziali, attivate da gruppi di attivisti e volontari, come appunto il centro Baobab di via Cupa, che ha dato riparo e accoglienza a centinaia di persone togliendole dalla strada, chiude per l'ennesima volta il centro. Le motivazioni sono deliranti: innanzitutto la "legalità"... Cosa incomprensibile, dato che le prime ad essere illegali sono proprio le istituzioni, che non rispondono all'articolo 10 di cui sopra. Poi c'è il decoro sociale. Perché è più decoroso abbandonare centinaia di persone per strada bambini, donne, uomini, famiglie senza nessun tipo di supporto; l'unica assistenza proviene dal volontariato, dagli enti caritatevoli e dagli attivisti, che cercano di sfamarli per quanto possono.

Così, alcune parrocchie hanno preso una ventina di bambini, qualche volontario ha ospiato a casa sue delle donna malate o febbricitanti, tutti gli altri a dormire tra le pozzanghere in mezzo alla strada o sotto un cavalcavia: peggio che gli animali...

La cosa più sconcertante, come dicevamo, si è iniziata a protrarre nella giornata di ieri, poiché i volontari, che in punti della città hanno cercato di assistere le persone in strada, come al portico della basilica di San Lorenzo, hanno visto arrivare fin dalle sei del mattino dei blindati della polizia, i quali una volta accechiata la piazzza hanno costretto i rifugiati a non sostare in gruppi, disperdendoli uno per uno. Sempre in linea con la logica del decoro...
In città, si è creata la caccia agli assembramenti dei rifugiati, i quali una volta dispersi hanno cercato di ritrovarsi... Chi scappa da persecuzioni nel proprio paese, e deve affrontare le persecuzioni nel paese che dovrebbe accoglierli, è attraverso il sostegno del gruppo che non riesce ad impazzire... Impedire la vita in comunità in strada è il punto più basso a cui siamo arrivati...


Credits Baobab Experience





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