Il referendum ungherese, lo spettro del nuovo fascismo e l'Europa dei popoli

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Il paradosso del referendum ungherese su NO ai migranti rivela un paese economicamente allo strenuo delle forze che vede emigrare i propri giovani che aspirano ad un futuro migliore.

By Marco Marano

Bologna, 2 ottobre 206 - Sono 8,3 milioni gli elettori ungheresi che oggi dovranno recarsi alle urne per votare il referendum voluto dal dittatore bianco Viktor Orban, capo del governo. Il quesito così viene declinato: "Volete consentire all'Unione Europea di decidere sulla ricollocazione obbligatoria in Ungheria di cittadini non ungheresi senza il consenso del parlamento?"

Dalla parte del No sta il sistema di potere costituito dal partito nazionalista Fidez e dall'organizzazione neo-nazista Jobbick, i quali governano insieme ormai da cinque anni. La maggioranza di chi andrà a votare si esprimerà per il No ovviamente, anche perché la propaganda di regime in questi mesi è stata ferocissima, ribaltando i piani di significazione della realtà... Il "pericolo rifugiati" è stato ancorato ad alcune parole d'ordine nel senso della minaccia: minaccia alla cristianità, alla nazione, minaccia di terrorismo, persino minaccia nei confronti dei propri figli molestati dai migranti.

Per il Si è invece schierata quel pezzo di Ungheria che fa parte dell'Europa dei popoli: cittadini, opposizioni, Ong e associazionismo sociale. Questi si stanno mobilitando per non recarsi alle urne e impedire la deriva autoritaria che, se passasse il No, l'Ungheria inforcherebbe irrevocabilmente.

Perché in realtà dietro al quesito referendario e alla sua propaganda si nasconde la possibilità di legittimare la "tensione autoritaria" in atto ormai da cinque anni nel paese, garantendo ad Orban la leadership unica del patto di Visegrad, cioè i paesi dell'Est Europa che in nome dell'avversione ai processi migratori, sono i portatori del nuovo fascismo europeo.

Il paradosso di questo referendum sta nei numeri economici del sistema ungherese: uno stipendio medio è di 350 euro al mese, cosa che negli ultimi cinque anni ha fatto emigrare quasi cinquecento mila giovani ungheresi tra Germania, Austria e Gran Bretagna. Paradossale pensare che sui loro coetanei mediorientali, che fuggono per salvarsi la vita, si sia costruito un vero e proprio delirio culturale...


Il Webdoc  racconta la nemesi del potere autoritario in Ungheria
Produzione : Ass. di promozione sociale Orchestra Do Mundo
Redazione : Radio Cento Mondi Project
Music : Tzigane Music Cocek/Animal Cannibals - Yozsefváros/Paco de Lucia - Czardas de Monti
Bologna, Italy settembre 2015
Concept Marco Marano – A/V Mix Renato Amata


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