Medici Senza Frontiere: gli ospedali di Aleppo come obiettivi strategici della guerra!

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Sembrava impossibile sprofondare ancora di più negli abissi del disastro umanitario fino a questo momento raggiunto in Siria. Ma ciò sta accadendo, con i bombardamenti che prendono di mira proprio le strutture sanitarie, trasformate in obiettivo strategico dell’alleanza russo-sciita attorno al dittatore Assad.


by Marco Marano


Bologna, 10 ottobre 2016 – Carlos Francisco è capo missione di MSF in Siria, ed è proprio di ieri la sua ultima denuncia sul modo in cui sono precipitati gli eventi in Siria, con un comunicato che descrive l’indescrivibile: «I pazienti hanno accesso limitato alle cure sanitarie nei pochi ospedali ancora attivi e parzialmente funzionanti». MSF supporta circa 160 centri sanitari e ospedali in tutta la Siria, di cui otto ad Aleppo e gestisce direttamente sei strutture sanitarie in tutto il paese. Il punto è che gli ospedali vengono ormai colpiti indistintamente e addirittura diventano obiettivo militare, come i quattro grandi ospedali nelle zone controllate dall’opposizione al regime di Assad, nel Governatorato di Damasco rurale. Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di MSF, ha dichiarato: «Siamo davanti all’ennesimo scandaloso capitolo della storia delle violazioni del diritto umanitario nella guerra siriana. Colpire indiscriminatamente le strutture sanitarie o prenderle di mira è totalmente inaccettabile. Si tratta di uno dei principi fondamentali del diritto comune internazionale e noi non resteremo in silenzio ogni qual volta l’assistenza medica diventa essa stessa una vittima del conflitto».

La situazione sul campo raccontata da MSF è davvero sconcertante: 35 medici nella zona di Aleppo est e solo 7 in grado di intervenire su ferite di guerra. Tra il 6 e l’8 ottobre ci sono stati 98 feriti, tra cui 11 bambini e 29 morti. Sale e corridoi sono piene e i feriti che si aggiungono alla lista sono costretti a dormire davanti agli ospedali, diventati obiettivi strategici. A ciò si aggiunga che il blocco della città divisa in parte est, controllata ancora dai ribelli e parte ovest dal regime, ha portato alla mancanza di carburante, paralizzando la città, ma essenziale per quelle 21 ambulanze che servono un’area di 250.000 persone. E quando l’elettricità smetterà di funzionare tutto si fermerà irreversibilmente. Pablo Marco, coordinatore delle operazioni di MSF in Medio Oriente, sottolinea: «Non c'è tempo da perdere. Russia e Siria devono fermare immediatamente i bombardamenti indiscriminati e rispettare le regole della guerra per evitare l'estrema sofferenza della popolazione civile che è senza alcun tipo di protezione».


Mentre i paesi occidentali stanno a guardare questo scempio ci sono tantissimi medici che dall’inizio dell’assedio di Aleppo in luglio si sono spostai in Turchia, e sono pronti a tornare in campo se solo si aprissero dei corridoi umanitari, ma questo certo sarà difficile da realizzarsi dato che gli ospedali sono diventati il nemico da abbattere per l’alleanza pro-Assad.




Fonte e Credits MSF






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