IL POPOLO KURDO SOTTO FEROCE ATTACCO, TRA LA SIRIA E LA TURCHIA, PER IMPEDIRNE L'AUTONOMIA REGIONALE

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Mentre in Siria si svolgono le elezioni legislative pilotate dal dittatore Assad, le popolazioni civili kurde vengono massacrate nel timore che il modello di democrazia diretta del Rojava, nell'ambito dell'autonomia regionale rivendicata dalla resistenza, possa prendere piede.

By Marco Marano


LE ELEZIONI FARSA IN SIRIA

Si sono aperti ieri i seggi in Siria per votare il nuovo parlamento. Sono circa 3500 i candidati approvati dal dittatore Assad. Dopo cinque anni di guerra civile asimmetrica, il governo in carica sottolinea l'importanza di queste elezioni guidate, per non lasciare un vuoto di potere che è nei fatti, almeno sui campi di battaglia. Ma queste elezioni legislative coincidono con la seconda sessione dei cosiddetti negoziati di pace a Ginevra, dove a fine febbraio è stata proclamata una tregua, anche questa un pò farsesca. Dato che la Siria parteciperà ai negoziati all'indomani dei risultati elettorali e che i partecipanti dichiarano di considerare queste elezioni una buffonata, gli unici che direttamente hanno espresso il loro dissenso esplicito sul campo stanno dentro la "Federazione del nord della Siria", composta dal popolo kurdo, dentro questa regione autoproclamatasi autonoma, con i tre cantoni di Kobanê, Afrin e Jazira: il Kurdistan siriano. La direzione generale dei tre cantoni ha infatti invitato a disertare le urne, poiché queste elezioni sono palesemente illegittime. Si ricordi che all'interno dei negoziati di pace non è stata invitata la delegazione kurda, che sul campo è quella che ha rappresentato la più estrema resistenza all'Isis.


GLI ATTACCHI AL QUARTIERE CURDO DI ALEPPO
Forse è per questo che gli attacchi al quartiere Kurdo di Aleppo, non vengono considerati, da parte dei partner occidentali, una minaccia alla tregua, tra l'altro rispettata dall'esercito di liberazione kurdo. Così, il quartiere Al Sheikh Maqsoud è sotto aggressione indiscriminata di razzi e mortai, dalle varie forze militari in campo, presenti proprio al tavolo di negoziato a Ginevra. Ad essere colpiti sono, neanche a dirlo, i civili: donne, bambini, anziani. Decine di morti e centinaia di feriti.



IL MODELLO ROJAVA CHE FA PAURA

C'è poco da dire, il modello di democrazia diretta del Rojava, a cui si ispira l'intera Federazione del nord della Siria, fa paura a dittatori e presidenti... Fa paura ad Obama, che formalmente non può fare altro che appoggiare l'esercito kurdo argine all'Isis, perché il suo è un modello anticapitalistico, fondato sull'eguaglianza di credo e sulla supremazia del mondo femminile, che costituisce la parte preponderante dell'esercito. Quel mondo femminile che ha imposto leggi interne le quali vietano i matrimoni forzati, che ha obbligato alla scolarizzazione tutti coloro che non sapevano né leggere e né scrivere, che ha garantito un sistema sanitario generalizzato... Fa paura alla Siria, e alla Turchia, tra di loro nemici, poiché il popolo kurdo non chiede l'indipendenza ma l'autonomia regionale, attraverso cui potersi autorganizzare e garantirsi dalle ingiustizie preponderanti in tutto il Medioriente. Fa paura persino al Kurdistan iracheno, stato indipendente a tutti gli effetti, il cui presidente conservatore e anche corrotto Massoud Barzani ha saldamente stretto accordi commerciali con la Turchia, appunto...

GLI ASSEDI AL POPOLO KURDO IN TURCHIA

Così, il popolo curdo sta subendo un altro assedio, quello sulla striscia sud-orientale della Turchia, messa a ferro e fuoco dal sultano Erdogan, nel silenzio dei paesi occidentali, che neanche commentano, poiché il PKK, cioè il partito kurdo che si batte per l'autonomia regionale, attraverso la resistenza armata, è sempre considerato una organizzazione terroristica. Il problema è che l'altro assedio in Turchia colpisce indistintamente i civili: donne, bambini, anziani. Il copione non cambia. Le ultime significative notizie riguardano il distretto di Nusaybin. Qui l'AKP, cioè il partito di maggioranza, ha defenestrato il governatore, in disaccordo sui metodi repressivi contro la cittadinanza, per dare il pieno controllo del territorio all'esercito. La strategia è quella di abbattere 200 edifici attraverso i raid aerei. Questa città ha una popolazione di 90000 persone, di cui 60000 sfollate e le restanti 30000 ancora dentro quegli edifici che devono essere demoliti. Ma non è tutto, perché per evitare che qualche altro governatore potesse avere delle crisi di coscienza è stato stabilito, da un decreto governativo, di rimuovere tutti i governatori e affidare le funzioni operative dei territori ai servizi di intelligence e all'esercito...


Fonti: Ekurd Daily, Kurdish Question, ANF, ANHA

Credits: ANF, Rahila Gupta



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