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Visualizzazione dei post da ottobre, 2011

FORTALEZA E I NUOVI CONQUISTADORES

Nel 2008, in seguito al progetto emiliano-romagnolo di cooperazione decentrata “Adote Um Ritmo”, sui temi legati all’inclusione sociale dei minori, in tre città del nord est brasiliano, promoso dall'associazione Orchestra do Mundo e dal Comune di Bologna, il vicesindaco di Fortaleza Gloria Diogenes, ha rilasciato questa intervista, ancora oggi di estrema attualità. I temi trattati riguardano un fenomeno che ha reso Fortaleza una delle capitali mondiali, insieme a Bangkok: il turismo sessuale. Un fenomeno odioso poiché coinvolge ragazzine dai dodici anni in su, che cercano una sorta di riscossa dal proprio status familiare o sociale attraverso il proprio corpo. Questo fenomeno, che rientra nella più generale categoria degli abusi sui minori, è fomentato da uomini provenienti da tutto il mondo, e specialmente dall’Italia, che si ergono a “nuovi conquistadores”, poiché esprimono le loro perversioni in luoghi diversi dai propri. Dopo la riconferma del sindaco Luizianne Lins a

PER LE STRADE DI BUDAPEST

Camminando per le strade di Budapest si respira l'Europa. La sua storia, le sue tradizioni, il suo sistema architettonico la rendono elegante, con quel suo modo altezzoso di porgersi a chi non la conosce.  Ma nella capitale magiara si respirano anche sapori multietnici. Le strade sono colme di segnali propri a culture diverse, con i linguaggi costruiti su grammatiche anche lontane che diventano parte integrante degli spazi urbani, in quello che sembra un vero e proprio luogo di contaminazione. Percorriamo lo slargo dell’Oktogon, indirizzandoci verso la stazione ferroviaria, camminiamo sull’arteria centrale, la Teréz Körút, incuneandoci, di tanto in tanto, tra le strade adiacenti. Troviamo locali, scritte, messaggi visivi legati a paesi diversi. C’è il kebab arabo o il ristorante messicano. C'è anche una tavola calda buddista, di fronte al ristorante turco. E ancora la teeria tibetana qualche decina di metri più avanti di un locale greco e giapponese, ma c’è anc