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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019

RIVOLTE MEDIORIENTALI - Nelle strade contro i governi corrotti

Due dei popoli più rappresentativi del Medio Oriente si sono riversati nelle strade per defenestrare i governi corrotti: il Libano e l'Iraq. Sono giorni di grande tensione, passione e paura, tra scontri, caos, tentativi di repressione delle forze dell'ordine ma anche di milizie. Popoli che non vogliono smettere di lottare fino a quando non riusciranno a riprendersi la propria vita ed il proprio paese. I manifestanti libanesi celebrano le dimissioni di Hariri, ma vogliono di più I manifestanti salutano la partenza del primo ministro, ma promettono di rimanere nelle strade fino a quando tutte le loro richieste saranno soddisfatte. Beirut, Libano - Martedì in Libano si sono sentite grida di festa mentre i manifestanti che chiedevano la caduta del governo hanno celebrato le dimissioni del Primo Ministro Saad Hariri - anche se la maggior parte ha affermato che si trattava solo di una vittoria iniziale, in una battaglia a lungo termine. "È un buon primo

ROJAVA CALLING - I peggiori governi contemporanei svendono il popolo curdo

Con l’accordo tra lo “zar”della Russia Putin ed il “sultano” turco Erdogan, viene sancito, nel caos più assoluto, l’attacco al cuore del Rojava, portato dai jihadisti dell’Isis e di al-qaeda, che non avendo mai cesaato il fuoco, protetti dalle bombe turche, anche al fosforo, stanno massacrando, con il loro stile brutale, pezzi di popolazione del nord della Siria. Armi chimiche, torture, corpi fatti a pezzi, persino fatti girare in rete con la glorificazione di queste bestie, diventano la solita e aberrante routine di una guerra, che oltre ad annientare il popolo curdo si prepara alla rivitalizzazione dell’Isis. Tutto questo con il beneplacido dei governi occidentali, probabilmente i peggiori della storia contemporanea… La polizia militare russa si schiera nel nord della Siria con un accordo di tregua Le forze di sicurezza russe e siriane mirano a respingere i combattenti curdi dal confine come parte dell'accordo raggiunto con la Turchia. La polizia militare russa è s

ROJAVA CALLING - ottavo giorno di guerra

Continua la resistenza del popolo curdo e nord siriano contro l’occupazione militare della Turchia e dei partener jihadisti, i mercenari qaedisti e dell’Isis. Il supporto che l’esercito siriano, entrato a Manbij, insieme a quello russo, non si capisce, allo stato attuale, se avrà lo stesso effetto su Kobane, capitale simbolica del Rojava, che Erdogan vuole distruggere. Intanto alle sanzioni Usa, il “sultano” turco, risponde con le solite minacce, promettendo vendette, mentre nei confronti dell’Ue si perpetuano le intimidazioni di invadere l’Europa di profughi siriani. In tutto questo, continua l’inerzia dei paesi che chiedono a gran voce il cessate il fuoco. Ma i tagli agli armamenti, promessi dai governi occidentali, sono solo misure simboliche. Né la Nato, né l’Ue, sono al momento intenzionati ad imporre la No Fly Zone, per impedire ai caccia turchi di annientare la popolazione civile. Infatti senza l’uso degli F-16, difficilmente la Turchia riuscirebbe a vincere sul territorio la

ROJAVA CALLING - La situazione dopo il primo giorno di guerra

Dopo il primo giorno di guerra della Turchia contro il popolo curdo della Siria del Nord, ribattezzata Rojava, la situazione sul campo è disastrosa, per quanto la resistenza militare efficientissima dell’apparto delle SDF, Forze Democratiche Siriane, cerca di arginare l’invasione. In 24 ore vi sono stati circa 60.000 profughi che hanno abbandonato le proprie case. I combattimenti sul campo, che vedono protagonisti i jihadisti ex Isis e al-Nusra, alleati della Turchia, costituitisi in cellule dentro l’Esercito Siriano libero, non destano pericoli che non possono essere arginati dai curdi. Il problema sono gli aerei da combattimento F-16, che aprono i varchi ai jihadisti e distruggono villaggi colpendo i civili. Questo perché le SDF non posseggono contraerei che possano neutralizzare gli attacchi dal cielo.  Nel frattempo i luoghi di detenzione dove sono rinchiusi gli ex Isis, con le loro famiglie, vengono bombardate per far fuggire i jihadisti, in modo tale da dare loro la possibilità

BREVI DA BASSO - Presidenti e ministri corrotti nei paesi sicuri di Trump

Le due notizie che giungono rispettivamente da Honduras ed El Salvavador ci raccontano del modo in cui i sistemi politici centro-americani siano così corrotti da trovare un presidente che si fa pagare dal famoso trafficante “El Chapo”, mentre un ex ministro salvadoregno si scopre essere un riciclatore di denaro sporco. Questi sono due dei paesi, governati in realtà dalla criminalità organizzata, che il presidente Usa vuole far dichiarare “paesi sicuri” per l’accoglienza ai migranti… Procuratore: "El Chapo" ha consegnato una bustarella al presidente dell'Honduras. I pubblici ministeri hanno dichiarato oggi in un tribunale di New York che il trafficante di droga messicano Joaquín "El Chapo" Guzmán ha dato personalmente un milione di dollari in tangenti a Tony Hernández, fratello del presidente dell'Honduras, affinché Tony lo consegnasse al presidente. Il procuratore Jason Richman ha rivelato le informazioni in un tribunale di Manhattan e ha