IL PROGETTO RADIO CENTO MONDI


 Un web magazine 
alla ricerca della fonte perfetta


Quando è nata l'idea di creare un web magazine, agli inizi degli anni dieci, che portasse all'attenzione i temi legati ai processi migratori in Italia, ci siamo posti un quesito, e cioè: "quale potesse essere la funzione di un medium in quel tempo storico?" Ma prima di rispondere a questa domanda occorrerebbe fare una considerazione di fondo. Si, perché se la missione di un organo d'informazione è condensata nel "valore pubblico della notizia", che dovrebbe fare da specchio della realtà, il suo contraltare, nella cultura informativa di questo paese, si manifesta nella mistificazione dello stesso. In tal senso, il decennio in questione, si caratterizza come l'era della Post-verita
Ecco perché il nostro obiettivo è stato quello di elaborare pratiche legate alla comunicazione giornalistica al di fuori delle distorsioni del sistema mediatico, ristabilendo la giusta equazione tra gerarchia delle notizie e il valore pubblico delle stesse, al fine di superare dettami e stereotipie proprie alle strutture informative. Era in qualche modo, l'idea di ridefinire la mappa sociale della comunicazione, soffermandosi sui paesi del sud del mondo, per focalizzare l'attenzione su quello che succede laggiù.
Forse possiamo dare la risposta alla domanda posta all'inizio: "quale può essere la funzione di un medium informativo in questo tempo storico?" Comprendere le vere ragioni che spingono le popolazioni a lasciare la propria terra per cercare riparo in altri continenti e in altri luoghi. Ma anche conoscere la verità su quello che succede veramente in quelle "interzone" del mondo, come l'America Latina, l'Africa, ed il Medio Oriente, utilizzando le fonti, di qualsiasi natura esse siano, purché credibili e affidabili, che stanno sul campo a raccontare i fatti, fuori dalle manipolazioni dei governi.
Se la separazione tra spazio pubblico e spazio privato si è perduta negli anfratti del tempo tecnologizzato, occorre ridare valore pubblico alle notizie, fuori dalle grinfie dei dettami commerciali e degli imperativi politici. Le storie diventano un modello esplicativo della realtà se raccontate attraverso il loro valore pubblico e le fonti perfette. Allo stesso modo la distanza siderale che c'è tra la realtà dei cittadini e quella raccontata dai giornali è la medesima distanza che c'è tra l'azione dei governi e i bisogni della gente. 
La rivoluzione del web ha consentito di mettere mano al primo dei problemi della nostra società: permettere al giornalismo di riappropriarsi dei suoi innati valori di cittadinanza. Attraverso il web la comunicazione giornalistica ha potuto attivare una riorganizzazione di senso e significato del concetto stesso di giornalismo, partendo da quello che negli anni dieci è stato definito "citizen journalism". Ma non solo, con lo sviluppo del web il giornalismo indipendente, anche on-line, ha saputo ridare senso al concetto di informazione. Dalle inchieste internazionali come i "Panama papers", con gli sviluppi in Africa e Asia, allo smascheramento, tramite il giornale on-line "Intercept", del complotto contro l'ex Presidente del Brasile Lula, ordito da un magistrato, poi diventato ministro, per meriti sul campo.

Certo, il web ha alimentato la disinformazione di massa, attraverso il sistema delle Fake-News, utilizzato sia dai singoli cittadini che dagli stessi uomini politici. Ma nel momento in cui questo avveniva, i popoli avevano già plasmato la loro vita superando i paradigmi della conoscenza per sprofondare nell'incubo della percezione...



Edito da Fondamentale Edizioni Musicali Bologna - Italy

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