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Visualizzazione dei post da novembre, 2016

L’ultima resistenza nella Nazione Sioux

Un oleodotto minaccia le falde acquifere dell’antica riserva dei nativi Radio Cento Mondi Dissent by Marco Marano Bologna, 30 novembre 2016 – Standing Rock è una delle sei riserve rimaste dell’antica Nazione Sioux, che accoglie anche la tribù dei Lakota. Raggruppa i territori posti tra nord e sud Dakota, a ovest del Missouri che comprende la montagna sacra delle Black Hills o Pahá Sápa in lingua lakota, per una superficie di quasi 10mila chilometri quadrati. I diritti del popolo nativo su questa terra sono stati sanciti dal trattato di Fort Laramie del 29 aprile 1868, ratificato dal Congresso americano, e parlano esplicitamente di competenze di questi su tutte le terre della riserva, compresi i corsi d’acqua e i diritti di passaggio. Ma la storia insegna che quella dei nativi americani è una delle vicende tra le più drammatiche del continente, con massacri, deportazioni, ingiustizie, repressioni che sono continuate anche dopo la costituzione delle riserve, attravers

Quelli che chiamano Fidel dittatore

Radio Cento Mondi Dissent Conosciamo i nuovi servi della gleba della società borghese by Marco Marano Bologna, 28 novembre 2016 - Abbiamo scoperto, dopo la morte di Fidel Castro, una nuova categoria sociale. Sono coloro che, assecondando la protervia della cultura borghese, confondono la resistenza all'omologazione capitalistica con una "dittatura". Essi sono afflitti da una patologia indotta di tipo occidentale… I nuovi servi della gleba della società borghese non sono i poveri, i proletari, gli indigenti, essi piuttosto ne sono vittime. I nuovi schiavi  sono invece coloro  che sbranerebbero il vicino di casa per salvaguardare le comodità consumistiche, convinti di vivere in una democrazia, perché hanno la possibilità di votare mentre, in realtà, rappresentano il meccanismo di un regime oligarchico, fondato sull'interesse privato. Sono carne da macello di un sistema dove se hai una famiglia ben posizionata riesci a campare, viceversa sei un niente...

La Turchia legalizza il medioevo: si allo stupro delle bambine se vengono sposate

NEWS VALUES La legge del partito di maggioranza Akp del presidente sultano Recep Tayyip Erdogan si propone di legalizzare la pratica delle spose bambine, legittimando sopraffazione e stupro deomestico nei confronti dei minori by Marco Marano Bologna, 19 novembre 2016 – E' difficile scrivere una notizia simile, come anche leggerla. Difficile pensare che in un paese della NATO, partener privilegiato dell'Unione Europea sulla gestione dei rifugiati, che comunque della barbarie autoritaria e liberticida ne ha fatto già una prassi, si possa arrivare a tanto... E' passata in prima lettura parlamentare il testo di legge sulla depenalizzazione della violenza sessuale nei confronti delle minorenni. Questo significa che se un uomo stupra una ragazzina, nel caso in cui la sposasse, non incorrerebbe in una condanna penale. La legge, che tornerà in discussione martedì prosssimo, vede la ferma opposizione degli altri partiti: dal socialdemocratico Chp al nazionali

La vendetta delle donne yazide contro l’Isis

Le donne della minoranza kurda si trovano in prima linea a combattere tra l’Iraq e la Siria al fine di liberare le loro “sorelle” ridotte in schiavitù nei due anni di occupazione jihadista Notizie dal Rojava by Marco Marano Bologna, 17 novembre 2016  –  Sono state rapite, stuprate, schiavizzate, vendute nel mercato pubblico di Mosul, bruciate vive, massacrate e seppellite nelle fosse comuni. Hanno urlato il proprio dolore per essere state allontanate dai figli, usati come scudi umani. Hanno pianto i loro mariti e familiari trucidati. Adesso, nel quadro della guerra siriana, urlano la loro rabbia e invocano la vendetta, che da un anno preparano nascoste tra le montagne del Sinjar, nel nord-ovest dell’Irak, a 160 chilometri da Mosul, la cui principale città, Shengal, fu scenario, nell’estate del 2014, di un vero e proprio massacro collettivo da parte dell’Isis nei loro confronti. La città fu liberata nel novembre 2015 dai peshmerga insieme ai combattenti del PKK di Abdulla

Con la presidenza americana d’ispirazione fascista si preannuncia la fine della causa palestinese e kurda

La falsa rappresentazione anti - establishment di Donald Trump, miliardario legato alla lobby delle armi e agli apparati di sicurezza interni, determinerà un ritorno indietro di trent’anni delle cause di libertà dei due popoli senza Stato, mentre nelle città americane scoppia la protesta. by Marco Marano Bologna, 11 novembre 2016 – Se c’è un elemento sconcertante nell’elezione a presidente americano di un uomo che si ispira al fascismo, è il fatto che esso sia passato, anche da certa sinistra “confusa ma felice”, come un politico anti- establishment . Se l’elezioni fossero state effettuate prima che il direttore FBI denunciasse lo scandalo delle email, poi ritirato sapientemente un giorno prima che si aprissero le urne, la candidata democratica avrebbe vinto a mani basse, visto il margine enorme guadagnato. In realtà la Clinton in termini di voti elettorali le elezioni le ha vinte con quasi 300.000 voti in più di Trump, ma per la particolarità del sistema elettorale, co

Continua la repressione turca contro i kurdi: arrestati tredici parlamentari

Notizie dal Rojava Il presidente turco  Erdogan continua la sua opera di repressione nei confronti delle organizzaioni kurde sia in patria che sul campo di battaglia siriano by Marco Marano Bologna, 4 novembre 2014 – La dura repressione che il governo di Ankara sta conducendo nei confronti del popolo kurdo, tra il sud della Turchia e il nord della Siria, ormai è inarrestabile. In una settimana sono stati incarcerati i due sindaci di  Diyarbakir, considerata la capitale tra le città a maggior insediamento kurdo nel sud della Turchia. E’ questa la città tenuta sotto assedio, nei mesi passati, che ha provocato la morte di tanti civili rimasti dentro le loro abitazioni trasformate in macerie dai cannoneggianti turchi. Durante la settimana sono stati arrestati 13 deputati kurdi, presenti nel parlamento turco, appartenenti al partito HDP, Partito Democratico dei Popoli, e proprio oggi la stessa sorte è toccata al leader, Selahattin Demirtaş. Le accuse nei loro confront