Un oleodotto minaccia le falde acquifere dell’antica
riserva dei nativi
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Cento Mondi Dissent
by Marco Marano


La loro idea è quella di ammortizzare
i costi per spostare il greggio dal “Bakken Formation”, in nord
Dakota dove viene estratto, per smistarlo ai principali mercati, al fine di
sostenere più efficacemente la domanda interna. Il progetto si chiama “Dakota Access Pipeline”
(DAPL), un opera da quasi 4 miliardi di dollari, per poter trasportare 470.000 barili al giorno, cioè circa la metà della produzione
di greggio giornaliero di Bakken. In questo modo sarebbe possibile l’accesso a
più mercati, compresi il Midwest, la costa orientale, la costa del Golfo
tramite l'impianto terminale di petrolio greggio di Nederland, in Texas, presso
la Sunoco Logistics, società controllata
dal capofila del progetto, la “Energy Transfer Partners” di Dallas. Gli altri attori di questo cartello
di aziende sono la “Phillips 66”, multinazionale dell’energia con sede a Huston
in Texas, attiva in 65 paesi. Poi c'è la “Enbridge Inc”, società di fornitura di energia
con sede a Calgary in Canada, ed infine la “Marathon
Petroleum Corporation”, società di raffinazione del petrolio dell’Ohio.
Il punto dolente è che
questo oleodotto, lungo duemila chilometri, passerebbe sotto la terra dei nativi,
a Standing Rock appunto, rischiando di compromettere le falde acquifere per
quelle 4100 persone che vi abitano, oltre a mettere a repentaglio i siti culturali.
A questo il cartello Dakota Access risponde che un progetto simile genererebbe
migliaia di posti di lavoro e oltre 40 milioni di dollari in termini di gettito
fiscale per il nord Dakota.
Questa storia sembra
davvero un modello esplicativo del nostro tempo poiché attraverso il ricatto
delle multinazionali di generare lavoro e reddito statuale si è disponibili a
distruggere la vita di un popolo e l’ambiente circostante… E’ il tema dominante
del neo-liberismo. Fatto sta che attorno a questa tragedia annunciata negli
ultimi due mesi si è creata una solidarietà straordinaria da parte di tutte le
popolazioni native americane e non solo ovviamente. Migliaia di persone si
stanno recando nella riserva indiana nel Dakota, dove è stato costruito un vero e proprio accampamento di protesta, provenienti dal Maine e dall’Arizona,
per manifestare e fare resistenza al progetto. Naturalmente questo è stato mal
digerito dal cartello che attraverso un piccolo esercito privato è intervenuto
con spray orticanti e cani d’assalto, diciamo così, per disperdere i
manifestanti. La medesima cosa che sta facendo la polizia, aggiungendo pallottole di gomma e
granate assordanti, con il risultato di 120 arresti fino ad adesso.


Fonti:
standingrock.org, il manifesto, The Guardian, documentali
Credits:
AFP
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