“Abidjan ormai è a ferro e fuoco. Gruppi armati si sparano addosso in una città fantasma dove non circola più nessuno, anche perché, come ormai da dieci anni, la popolazione viene presa di mira dalle parti avverse. Le condizioni igenico-sanitarie sono problematiche, manca l’acqua e l’elettricità: è una vera e propria crisi umanitaria...” Era questo il ritratto della situazione nella capitale commerciale ivoriana appena un anno fa, quando il presidente golpista Gbagbo aveva scatenato l’ultimo pezzo di una guerra civile durata, tra “alti e bassi”, una decina d’anni, anche quando una volta perdute le elezioni, vinte da Ouattara, aveva deciso di non abbandonare il potere… Solo in quell’ultima fase di instabilità politica in Costa d’Avorio ci fu un esodo 200 mila persone, che fuggivano verso i paesi limitrofi come anche verso l’Europa. Tornano alla mente le immagini di donne, uomini, vecchi, bambini che si spostavano come potevano dai luoghi di conflitto: chi a piedi, chi in m...
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