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Visualizzazione dei post da luglio, 2013

Nuovo assassinio politico a Tunisi: forse inconciliabili laicismo e islamismo

Mentre  l’Egitto è sull’orlo di una guerra civile, in Tunisia è stato assassinato un altro membro della coalizione di sinistra, all’opposizione del governo islamico di Ennahda.  Mohamed Brahmi di 58 anni, mentre era con moglie e figlia per le strade di Tunisi, è stato avvicinato da due uomini in motocicletta, i quali l’hanno crivellato di proiettili sparati da un mitra: sembra che siano stati undici i colpi che hanno raggiunto il dirigente politico. Subito dopo l’assassinio, avvenuto in mattinata , migliaia di persone si sono riunite davanti la sede del Ministero dell’Interno per protestare. Tra l’altro c’è una inquietante coincidenza simbolica, poiché oggi, 25 luglio, cade l’anniversario dell’indipendenza della Tunisia dalla Francia. Brahmi è stato fondatore e segretario generale del Movimento del Popolo (Echaâb), partito di opposizione laico e nazionalista, nato dopo la fine della presidenza di Ben Ali nel 2011. Inoltre era anche membro dell’Assemblea Nazionale Costit

La Bulgaria esplode: Siete corrotti! Circondiamo il parlamento!

       Foto ilpost.it     Erano circa le 2,30 del mattino, ora italiana, della scorsa notte, quando la polizia del comando di Sofia, in assetto antisommossa, è riuscita a farsi largo tra le duemila persone che avevano preso in ostaggio il Parlamento bulgaro per otto lunghissime ore. Cariche e scontri hanno consentito alle forze dell’ordine di liberare ministri, deputati e giornalisti, rimasti isolati nell’edificio, forzando la barriera eretta dai manifestanti. Negli scontri sono rimasti ferite nove persone di cui due agenti. Sono ormai quaranta giorni di fila che il popolo bulgaro è in piazza a manifestare il proprio dissenso contro il sistema di potere, definito oligarchico dal movimento di protesta. In realtà le manifestazioni sono iniziate in gennaio, con violenti scontri, determinando la caduta del governo di destra Borisov, accusato dal popolo di essere un corrotto. Le elezioni anticipate svoltesi in maggio non hanno dato un risultato netto per cui i due mag

Gli schiavi delle angurie, i caporali ed il sindaco democratico: ancora una fotografia dell'Italia che se ne fotte

 Foto Gazzetta del mezzogiorno   In un'assolata domenica balneare il ministro dell’Integrazione Kyenge si recava a Nardò, in provincia di Lecce, per andare a visitare i nuovi schiavi che “soggiornano” in Italia. Sono migranti reclutati dai caporali per la raccolta delle angurie, pagati pochi euro per lavorare nei campi tutta la giornata. Di per sé, solo questo costituirebbe uno scandalo in un paese civile, laddove magari una qualche autorità nazionale impedirebbe sul nascere fenomeni come questi: in Italia no, in Italia sembra una cosa di poca importanza schiavizzare le persone. Gli unici passi avanti risalgono all’operazione del 2011 che portò all’arresto di sedici caporali.   Ma c'è dell'altro, perché questa storia non è tanto il caporalato a renderla sconcia… A Nardò c’è un sindaco del Pd, tale Marcello Risi, il quale nel giro di 24 ore, immediatamente prima che arrivasse il ministro, ha sgomberato l’ex falegnameria, dove “risiedevano” gli schiavi. Ma in quali

Dal ministro “orango” alle estradizioni poliziesche: storie di un paese che se ne fotte!

    Negli ultimi giorni due fatti che riguardano l’Italia si sono imposti alla cronaca internazionale: il caso di Alma Shalabayeva, moglie di un dissidente kazako, estradata, insieme alla figlia Alua, su richiesta di un paese retto da un regime dittatoriale, e l’espressione razzista del vice presidente del Senato che associava il ministro Kyenge ad un orango.     Ma che relazione c’è tra i due fatti? Ognuno dei due è un affresco di ciò che rappresenta la classe politica italiana, prima ancora che la destra italiana. Che l’Italia si sia scoperto un paese xnofobo, razzista e senza garanzie sui diritti civili e umani questo è un dato sociale oramai conclamato…   Dalla ricostruzione fatta da Alma Shalabayeva al Financial Times, esce fuori l’immagine di una polizia da regime totalitario che agisce nel disprezzo di parole come diritti civili o trattati internazionali, per non parlare di parole come dignità, umanità o pietas: né più e né meno di un paese del terzo mo

IL BRASILE ESPLODE: TUTTI ADDOSSO ALLA PRESIDENTESSA

  Foto Ansa   Le città brasiliane sono ormai quasi giornalmente prese d’assalto dalle proteste popolari. Oggi, 11 luglio, esse diventano lo scenario dove viene rappresentato un paese che si dice economicamente in crescita, ma anche dove ci sono le favelas… Oggi c’è il grande sciopero generale: 18 città, 12 capitali statali, Rio, Pernambuco, Bahia e Espírito Santo, San Paolo, Belo Horizonte,   São Luís. “A San Paolo - megalopoli con venti milioni di abitanti e capitale economica del paese - fin dal mattino sono state bloccate alcune autostrade, così come è successo d'altra parte nelle strade di Santos e di altre città portuali”. “Alla 'Giornata nazionale di lotte' aderiscono tra gli altri il Movimento dei contadini senza terra (Mst) e le principali sigle sindacali del Brasile, dalla Centrale unica dei lavoratori (Cut) all'Unione generale dei lavoratori (Ugt). Molti dei rappresentanti delle categorie che aderiscono alla protesta sono spaccati sul soste

UN GOLPE PER LA DEMOCRAZIA?

    Foto Reuters     In queste ore si sta consumando la nuova fase della rivoluzione araba, visto che il Presidente Morsi ha rifiutato l'ultimatum dell'apparato militare di fare un passo indietro e lasciare il potere. Subito dopo  la fine dell'ultimatum il Presidente egiziano è stato posto in arresto insieme a molti degli esponenti dei Fratelli musulmani. In questo momento è in corso un vero e proprio golpe militare, almeno tecnicamente parlando. A differenza però dei golpe militari del passato questo ha l'appoggio di almeno metà del popolo, che sta manifestando la sua gioia per le strade egiziane. Le immagini di France 24 o della CNN o ancora di Al Jazeera sono ferme sulla massa di persone che festeggiano in piazza Tahrir: luci, fuochi d'artificio, laser verdi si vanno ad intersecare in questa serata di catarsi, dopo le manifestazioni di protesta degli ultimi tempi.   Morsi ha deciso di sfidare il potentissimo potere militare egiziano, che fece la