Passa ai contenuti principali

Gli schiavi delle angurie, i caporali ed il sindaco democratico: ancora una fotografia dell'Italia che se ne fotte

 Foto Gazzetta del mezzogiorno

 
In un'assolata domenica balneare il ministro dell’Integrazione Kyenge si recava a Nardò, in provincia di Lecce, per andare a visitare i nuovi schiavi che “soggiornano” in Italia. Sono migranti reclutati dai caporali per la raccolta delle angurie, pagati pochi euro per lavorare nei campi tutta la giornata. Di per sé, solo questo costituirebbe uno scandalo in un paese civile, laddove magari una qualche autorità nazionale impedirebbe sul nascere fenomeni come questi: in Italia no, in Italia sembra una cosa di poca importanza schiavizzare le persone. Gli unici passi avanti risalgono all’operazione del 2011 che portò all’arresto di sedici caporali.
 
Ma c'è dell'altro, perché questa storia non è tanto il caporalato a renderla sconcia… A Nardò c’è un sindaco del Pd, tale Marcello Risi, il quale nel giro di 24 ore, immediatamente prima che arrivasse il ministro, ha sgomberato l’ex falegnameria, dove “risiedevano” gli schiavi. Ma in quali condizioni era questo luogo? Interessante è la sintesi resa dal Fatto Quotidiano: “di certo, non troverà il cuoco tunisino di fronte ai fornelli, intento a cucinare il pranzo che gli altri dovranno pagare, in quel locale fatiscente. Non inciamperà nei materassi in fila, uno accanto all’altro, dietro la saracinesca abbassata, nel caldo e nella puzza nauseabonda di latrina pubblica tutta intorno. Non incrocerà lo sguardo perso delle tre ragazze africane, giovanissime e belle, ‘oggetto’ per soddisfare i bisogni sessuali di tutti. Probabilmente, avrà la fortuna di non incontrare neppure quelli che, per la magistratura, sono ‘caporali‘, ancora sotto processo e sottoposti a misure restrittive, ma che qui continuano a gestire l’affare accoglienza e a maledire il giorno in cui, due anni fa, la Cgil è entrata nel ghetto e ha iniziato a far prendere coscienza dei propri diritti ai lavoratori.”
 
Se dunque il ministro Keynge non ha assistito allo spettacolo inverecondo appena descritto, dove è stata portata? In una bellissima tendopoli, con acqua, luce, servizi igienici e sembra persino dei guardiani, il tutto al costo di cinquantamila euro. Assomiglia tanto a quel celebre film con Manfredi,  ambientato ai tempi del ventennio, dove venne scambiato, in un paese di provincia, per un gerarca fascista e quindi accompagnato con grande sfarzo tra una fattoria e l'altra per far vedere quanto l'economia fosse prospera. Ma l'economia non era per nulla prospera visto il livello di corruzione della macchina pubblica, per cui i buoi erano sempre gli stessi,  e venivano spostati, prima che arrivasse la visita istituzionale, da una fattoria all'altra...

Qui c’è un problema però, oltre al fatto che non ci sono buoi ma esseri umani, cioè che in quel posto gli schiavi non ci vogliono andare e il perché è presto detto: questa tendopoli si trova in località Scianne a otto chilometri da Nardò, e non basta che il sindaco abbia messo a disposizione un pulman per andare nei campi. Il punto è che diventerebbe impossibile andare in città per essere assunti alla giornata ed inoltre renderebbe problematica la gestione del quotidiano.
 
Ma allora non si capisce perché è stato fatto un campo così lontano dal centro abitato che ha tutta l’aria di un tentativo di segregazione, senza parlare del fatto che nessuno ha posto una questione nazionale sulle condizioni di lavoro dei nuovi schiavi. Quando leggiamo la motivazione del sindaco, che ricordiamo appartiene non alla Lega o al Pdl ma ad un partito che si definisce democratico, tutto diventa chiaro; sempre dal Fatto Quotidiano: una tendopoli, ancora, come biglietto da visita avrebbe offuscato l’immagine di Nardò più di un campo sperduto tra le campagne”.

Ma si, ha ragione il sindaco, tanto chissenefotte dei diritti umani…

Commenti

Post popolari in questo blog

«Ci vogliono uccidere!»

Perseguitato in Cile e in Argentina, il popolo Mapuche rivendica la salvaguardia della propria terra contro le speculazioni delle holding occidentali Notizie dai margini del mondo by Marco Marano Bologna, 13 gennaio 2017 –  Picchiati, trascinati per i capelli, minacciati, soggetti al fuoco ravvicinato delle forze dell’ordine… E’ così che si apre il nuovo anno per il popolo Mapuche, i nativi della Patagonia tra Cile e Argentina: 1.000.000 nel primo, 500.000 nel secondo. Intorno a mezzogiorno di mercoledì 11 gennaio, nella comunità cilena di Trapilwe Mawidache, presso la zona di Makewe, nel Comune di Freire, a sud di Temuco, un’area letteralmente militarizzata, in seguito ad un controllo d’identità dei carabineros, tre donne, di cui una minorenne, sono state fermate, minacciate con le armi in pugno e picchiate, per poi essere caricate su un veicolo delle forze dell’ordine, dove le sevizie sono continuate. Come riferisce a Radio Villa Franca l’avvocatessa delle tre...

LA LIBIA E IL GIOCO DELLE IPOCRISIE NEL RICORDO DEL RUANDA

foto Afp Da quando è iniziato l'attacco in Libia da parte di alcuni paesi dell'occidente, in seguito alla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, è iniziato il solito gioco delle ipocrisie. Da un lato i governi occidentali, che dopo un mese di massacri dei civili libici si sono decisi ad intervenire, con la motivazione ufficiale di difendere la popolazione inerme, mentre nella realtà c'è la gara a posizionarsi sul mercato petrolifero per chi deve essere il principale partner economico della Libia dopo Gheddafi. foto PeaceReporter La Francia che per prima ha spinto l'intevento militare ha ben chiaro i propri obiettivi insieme alla Gran Bretagna: togliere di mezzo Gheddafi a prescindere dall'ONU e dalla NATO. La Russia e la Cina aveva già assaporato l'idea di fare affari con Gheddafi. L'Italia ha una posizione diversa ogni qual volta un suo ministro apre bocca, ma dopo le parole chiarifichatrici di La Russa, che ha chiaramente detto che loro dopo voglion...

LA DEMOCRAZIA COMUNITARIA KURDA DIVENTA IL MODELLO DELLA NUOVA FEDERAZIONE DEL NORD DELLA SIRIA

RADIO CENTO MONDI NEWS VALUES Mentre proseguono a Ginevra i negoziati di pace tra la variegata costellazione di organizzazioni che combattono sul territorio e le autorità siriane, con la presenza ombra della Turchia e della Russia, gli unici a non essere invitati, cioè le forze di resistenza kurde, quelle che maggiormente hanno inflitto danni militari all'Isis, si sono riuniti nel nord est del paese per creare una regione autonoma con a nascita della "Federazione del nord della Siria" By Marco Marano Il Partito dell’Unione Democratica (PYD), la principale formazione kurdo-siriana ha riunito, nella città di Rmêlan, 150 rappresentanti delle organizzazioni presenti in una vasta area che parte dalla striscia di 400 chilometri al confine tra la Siria e la Turchia: dal Rojava, alla regione di Shehba, fino all'area di Aleppo. Le "etnie" presenti sono tra le più varie: arabi, kurdi, armeni, turcomanni, ceceni, siriani.     Una vera è propria...