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Visualizzazione dei post da novembre, 2015

IL RELITTO DELL'UNIONE EUROPEA ACCOGLIE IL VERO CALIFFO DEL TERRORE MEDIORIENTALE

RADIO CENTO MONDI NEWS VALUES Un avvocato difensore della causa curda viene assassinato in diretta televisiva, due giornalisti vengono arrestati per aver pubblicato le notizie sul traffico d'armi al confine con la Siria, da parte del governo turco... Non sono passate poche da questi due eventi e l'Unione Europea conclude l'accordo con il califfo del terrore Erdogan, per trattenere in Turchia i rifugiati siriani che scappano da una guerra foraggiata dallo stesso "califfato turco".     By Marco Marano   “Come sapete, è stata aperta un’inchiesta sugli articoli che abbiamo pubblicato a proposito dei camion dei servizi segreti che trasportavano armi. A denunciarci è stato il Presidente in persona. Siamo venuti qui per difendere il giornalismo, per difendere il diritto dei cittadini a essere informati, il diritto di sapere la verità se il governo mente. Se il Paese subisce una determinata minaccia o è in pericolo, un giornalista deve dirlo”.    

Gli intrecci internazionali nelle guerre mediorientali

By Marco Marano   PARTE I: LA VERA GUERRA DI RESISTENZA DEMOCRATICA ALL'ISIS COMBATTUTA DAL POPOLO CURDO   Mentre in Europa si mistifica lo stragismo jihadista, in quanto guerra dei musulmani contro l'occidente, l'Isis viene combattuta sul campo proprio da un popolo a maggioranza sunnita, mentre la Turchia, alleato dell'occidente, continua a favorire gli stragisti dello Stato islamico sui varchi di confine con la Siria, guerreggiando in casa contro l'unica vera resistenza ai massacratori di Parigi. All'apertura dei varchi si è dichiaratamente opposto Putin, non per appoggiare la resistenza curda, ma per intrappolare le milizie jihadiste, considerato che le sue bombe colpiscono indifferentemente chi si schiera contro Assad, quindi anche i curdi. Per tutta risposta proprio oggi Erdogan, il sultano, ha fatto fuori un aereo da combattimento russo... L'area in cui si continua a combattere è quella di Kobane, nel cosiddetto Kurdistan occidental

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L’ORRORE IN DIRETTA DALLA FRANCIA.  L'ORRORE SENZA AUDIENCE DALLA NIGERIA By Marco Marano Mentre Parigi sembra  essere sotto assedio, almeno dal punto di vista dei sistemi di controllo, e la gente cerca di ritornare alla quotidianità, con l’orrore negli occhi, Saint-Denis tiene ancora la città col fiato sospeso. Fin dalle prime luci del mattino in questo quartiere di periferia la polizia va all’assalto di un covo dell’Isis, in cui dovrebbe trovarsi l’organizzatore della strage, nonché primula rossa del jihadismo stragista: Abdelhamid Abaaoud. Nel frattempo un orrore ancora più grande avvolge un’altra città molto lontana da Parigi. Il suo nome è Kano e si trova nella parte settentrionale della Nigeria, una vera metropoli di quasi 4 milioni di abitanti. Nel primo pomeriggio il mercato centrale comincia a rianimarsi. Dei commercianti vedono aggirarsi due ragazzine che sembrano sperdute: una ha 18 anni, l’altra ne ha 11. Ognuna di loro ha addosso una cintura d

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I TRE GIORNI CHE HANNO GENERATO LA GUERRA EURO-MEDIORIENTALE Le cronache dei tre giorni che hanno determinato il nuovo scenario militare in Medio Oriente, con l'inizio della sconfitta sul campo di battaglia dello Stato islamico, che ritorna alle stragi terroristiche anche in Europa per riorganizzare la propria offensiva. By Marco Marano Fra il 13 e 14 novembre LE GUERRE MEDIORIENTALI SI SPOSTANO IN EUROPA Con l'attacco di questa notte a Parigi il conflitto mediorientale, che negli ultimi tre giorni ha visto l'Isis in difficoltà sul campo di battaglia, si sposta oltre i confini mediorientali. Ma perchè proprio la capitale francese è stata il primo bersaglio di questa escalation? Negli ultimi tre giorni la guerra in Medio Oriente, che coinvolge le aree centrali di Siria e Iraq, tra l'Isis e le coalizioni trasversali, non tradizionalmente definibili in termini di alleanze politico-militari, ha avuto degli sviluppi importanti dal punto di vista strateg

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L'EUROPA A PEZZI E IL GIOCO DELLE TRE CARTE Emerge dal summit di Malta che la strategia sui rifugiati sembra essere quella di far diventare il problema di qualcun altro. Intanto nella giungla di Calais torna la calma dopo tre gioni di scontri, la Germania chiude le frontiere, in Slovenia viene issato un'altro muro di filo spinato e i bambini continuano a morire nel mar Egeo.   By Marco Marano     "Il problema che stiamo affrontando oggi dipende in parte dal fatto che alcuni Paesi in Europa si comportano come una fortezza. Non c‘è parte del mondo che possa essere una fortezza. Dovremmo essere aperti all’immigrazione legale." Nkosazana Dlamini-Zuma, è il portavoce dell’Unione africana, ed ex ministro della sanità sudafricano, le sue parole raccontano la storia del nostro tempo, ma è solo uno degli aspetti emersi al summit di Malta tra l’Europa e l’Unione Africana, sull'esodo dei rifugiati. Un evento presentato dai media come un momento fondament

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L'EUROPA CHE VA IN PEZZI Al richiamo dell'Europa verso una direzione democratica il presidente turco risponde con le minacce, e mentre in Romania la protesta popolare impone le dimissioni al governo corrotto, la Grecia richiama l'attenzione del continente perché non riesce più a gestire l'ondata dei rifugiati. By Marco Marano "Erdogan dovrà unire nuovamente ciò che è stato diviso negli ultimi cinque mesi. Gli chiediamo di dare prova di responsabilità e di abbandonare i toni militanti che ha utilizzato negli ultimi mesi di campagna elettorale". Proprio ieri una dichiarazione del capo delegazione degli osservatori del Consiglio d'Europa, fotografava la dissonanza tra le parole e i fatti di un Europa che crolla lentamente a pezzi, visto che due settimane prima la cancelliera Merkel si recava in Turchia a stringere un patto scellerato con l'autocrate turco, per accelerarne l'entrata nell'Unione Europea in cambio della completa ges

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"Lunedì 2 novembre: l’inizio della guerra civile turca" By Marco Marano E' questo il titolo di ieri della rivista Nokta di Istanbul, il quale sovrastava una foto del presidente Recep Tayyip Erdogan, all'indomani della consultazione elettorale, che ha dato la maggioranza assoluta dei voti in parlamento al partito del dittatore bianco euro-asiatico. Una copertina che è costata l'arresto del direttore Cevheri Guven e del caporedattore centrale Murat Capan. Le accuse nei loro confronti sono di eversione e istigazione a delinquere. La testata era già da settembre nel mirino del governo, quando Capan, dopo un blitz compiuto nella redazione, era stato arrestato e poi rilasciato, in libertà condizionata, ed il giornale veniva ritirato dalle edicole. Quella volta un'altra copertina era sotto accusa: ritraeva il sultano Erdogan mentre scattava un selfie con sullo sfondo dei soldati che portavano a spalle un feretro avvolto dalla bandiera turca, dato che due mes