By Marco Marano
PARTE I:
LA VERA GUERRA
DI RESISTENZA DEMOCRATICA ALL'ISIS
COMBATTUTA DAL POPOLO CURDO
Mentre in Europa si mistifica lo stragismo
jihadista, in quanto guerra dei musulmani contro l'occidente, l'Isis
viene combattuta sul campo proprio da un popolo a maggioranza
sunnita, mentre la Turchia, alleato dell'occidente, continua a
favorire gli stragisti dello Stato islamico sui varchi di confine con
la Siria, guerreggiando in casa contro l'unica vera resistenza ai
massacratori di Parigi. All'apertura dei varchi si è dichiaratamente
opposto Putin, non per appoggiare la resistenza curda, ma per
intrappolare le milizie jihadiste, considerato che le sue bombe
colpiscono indifferentemente chi si schiera contro Assad, quindi
anche i curdi. Per tutta risposta proprio oggi Erdogan, il sultano,
ha fatto fuori un aereo da combattimento russo...
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjysDwZRY93EjBafpg3WPHI52JmREYV0BjPlgUuPi_dsf8_2x351fZ4rl3GtUHrORk57A3Oy3vyRljWJqUwOqDPKEuPXfVJk3V5mgeAT_UM6aVeST7nm7n-gdwtegWjHtzEUGhyCS__7Vn/s320/anf+2_We+have+documents+of+Turkey-ISIS+cooperation.png)
Nel frattempo un altro gruppo dello Stato islamico
prendeva di mira il villaggio di Al-Hayshê a est della città di Ayn
Isa. Qui l'attacco è durato a lungo, dalle 11 a mezzanotte e mezza.
Nella prima mattina del 22, tra le 8 e le 10, veniva invece colpito
il villaggio di Shikeyf, della città Sirin, mentre nel tardo
pomeriggio, a sud ovest di Kobane, il villaggio di Qereqozax, veniva
assaltato con armi pesanti e fuoco di artiglieria.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXPhlE9O1dFjUMQv8py8D5_wyyK17dde2q8Arb6mejLipEKqAPAXjgZCQRqJBOb3Gh_ZysKgIWCGRmhQ0U29WEcI7E1R0FMCZv2edWjx2CDHrEyu253q3pJqAmq-lo4V349YpgJQKwJMH_/s320/rojava_map.jpg)
L'agenzia ANF News, in un notiziario di ieri ha
comunicato, infine, che i combattenti delle Forze democratiche
Siriane (SDF) hanno liberato, nella parte ovest del Rojava, il
villaggio di Melebiye, 10 km a sud della città di Hesekê,
un'importante arteria strategica, dove vi è una fabbrica di cotone,
la cui immagine simboleggia il risultato militare.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWYUDGVcqaAa-HGmyELXZn5lm8fskMkTUC2-SmTYVEe62JJXy2CKDbLFjcLTA3oc32kDdoJEk1bJKKMDfKLhBj5YDVpE8o0bapoRt-PY19VhXkD6C-0NH0KtesgHTp768p1WGUOv2lYv16/s320/Nusaybin_Rojava+news.png)
Inoltre le truppe turche hanno attaccato e demolito
un cimitero dove sono seppelliti uomini della resistenza curda, in un
villaggio nel distretto di Lice, in segno di disprezzo nei confronti
della causa curda. Nella sera di domenica, Selahattin Demirtaş
co-presidente del HDP, mentre viaggiava nella sua auto ufficiale, è
stato vittima di un attentato intimidatorio. Qualcuno ha infatti
sparato sul lunotto posteriore, considerato che la macchina è
antiproiettile.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitmzVwgu8qjoUcJWE-UzdHD3eXTVLJU8mMY4bb3Dr0YiCNwxCqGrFgsUZnazYtKhzrXENZ94hyphenhyphenZyE1rGPLmJiWyahy6s1KnSR2ZBL4epFldC9dGvmjgzY9FrHScxO7zMf9hRGpI6ug-Z_M/s320/anf_Onslaught+da+parte+delle+forze+dello+Stato+e+la+resistenza+da+parte+di+persone+continua+a+Nusaybin.png)
Derik ha detto che questi documenti rivelano come la
Turchia abbia aperto tutti i valichi di frontiera ai membri dello
Stato islamico, fornendo armi, munizioni e supporto logistico. Una
verità che tutto il mondo occidentale conosce, ma su cui a nessuno è
convenuto soffermarsi, tranne che alla Russia, poiché, per un suo
calcolo, lavora affinché il regime di Assad rimanga in vita...
La
storia dei valichi aperti spiega il perché degli atteggiamenti
ambigui sulla gestione delle frontiere con la Siria, a partire dai
foreign fighters per finire al caso misterioso della giornalista, che
indagava sull'Isis, trovata morta all'aereoporto di Istanbul, che
fino alla fine le autorità turche hanno cercato di insabbiare
miseramente...
PARTE II:
GLI INTRECCI
ITALIANI NELLA GUERRA DELLO YEMEN,
TRA STRAGE E
CRISI UMANITARIA
Sono quattro i momenti dell'intreccio che
coinvolge l'Italia nella guerra mediorientale dello Yemen, che sta
determinando una strage di civili, tra le bombe arabe, a difesa del
governo esiliato nel sud, e lo sbarramento delle vie di accesso
generato dai ribelli sciiti Houthi, sostenuti dall'Iran, che, essendo
attaccati dalla coalizione filo-araba, impediscono gli aiuti
umanitari, intrappolando 200 mila persone.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp1Pk14UZEZHjpjXgjvivCaVJmBiI0Pn6KnjvzCnjyMuk535Xu49HscqDrjd-3cqHf7_LQoaVSZL95zBhepx2i7o9aKWxYuyKAtOuJ2DJmBXgs4Lr9GbGZ-D4dnkadppyfp9JCNjfdutBh/s320/Taiz+AP.jpg)
Il 16 novembre è il primo, quando nella base aerea
di Al-Anad iniziano le primissime manovre di avvio alla
controffensiva militare delle forze legate al governo esiliato nel
sud, per la riconquista di Taiz. La città da riprendere è una zona
strategica per le sorti del conflitto. Da lì in poi i ribelli Houthi
hanno il controllo del paese, che si allunga fino alla capitale
San'a, a 200 chilometri.
Ma quella base dista 35 chilometri a sud dalla linea
del fronte, ed è un importante punto di appoggio per l'offensiva. E'
sempre quello il luogo in cui si sviluppano gli intrecci
internazionali. Lì confluiscono infatti i rinforzi della cosiddetta
coalizione araba. Il generale Ahmed al-Yafie, comandante della quarta
regione militare, dichiarava ad AFP, la scorsa settimana:
"L'operazione militare per liberare Taiz è iniziata dopo
l'arrivo dei rinforzi militari della coalizione araba, le forze della
resistenza e l'esercito nazionale nel sud e ovest della provincia di
Taiz". In questa coalizione a sfondo sunnita sembra che
partecipino anche forze sudanesi.
Il secondo momento esplicativo per le vicende che
stiamo raccontando è il 18 novembre, quando il Presidente esiliato
Hadi, arriva in quella base per sovraintendere le manovre offensive e
gestire i rapporti con gli alleati, anche perché in quello stesso
giorno si attende che l'Arabia Saudita riceva un nuovo rifornimento
di bombe destinato alla sua base militare di Taif. In quel giorno un
deputato italiano comunica al Parlamento che l'azienda produttrice di
armi Rwm Italia è pronta per spedire un carico di ordigni
dall’aeroporto di Elmas in Sardegna. La richiesta del parlamentare
di fermare quel carico ovviamente non viene assecondata. E qui
entriamo nel terzo momento di questa storia, cioè alle prime luci
dell'alba del 19 novembre, quando quel carico di armi viene inviato,
proprio per combattere alla presa di Taiz.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHz1hkir4NbLStJQqjLZkPlDjfnaliNV_OLZxuZs4pNhclQz-pI4G2cjbTiUIRjaxGFbbBbn31Kf7UYx1NizWacE-2fnBXwufWVRXzbOW6w373MTi_87UpZJqqp-uD5aaCDsATvI94Uyt2/s320/Taiz+Reuters.jpg)
Per
finire qualche numero: 1.300 civili uccisi nella fase della
controffensiva, 5.600 persone uccise in sette mesi di guerra, di cui
circa 400 bambini, 10.000 feriti tra la sola popolazione civile,
intorno al milione il numero di sfollati... Mentre in Europa si
continua a dire che è iniziata la terza guerra mondiale contro i
musulmani...
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