Radio Cento Mondi Dissent
Conosciamo i nuovi servi della gleba della società borghese
by Marco Marano
Bologna, 28 novembre 2016 - Abbiamo scoperto,
dopo la morte di Fidel Castro, una nuova categoria sociale. Sono coloro che,
assecondando la protervia della cultura borghese, confondono la resistenza
all'omologazione capitalistica con una "dittatura". Essi sono
afflitti da una patologia indotta di tipo occidentale… I nuovi servi della
gleba della società borghese non sono i poveri, i proletari, gli indigenti,
essi piuttosto ne sono vittime. I nuovi schiavi sono invece coloro che sbranerebbero il vicino di casa per
salvaguardare le comodità consumistiche, convinti di vivere in una democrazia, perché hanno la possibilità di votare mentre, in
realtà, rappresentano il meccanismo di un regime oligarchico, fondato
sull'interesse privato. Sono carne da macello di un sistema dove se hai una famiglia ben posizionata riesci a campare, viceversa sei
un niente...
Beh, la rivoluzione
castrista ha dimostrato che qualcosa di diverso è possibile, anche se in un
processo rivoluzionario, attaccato dall’intero sistema capitalistico mondiale,
ci sono delle ombre… Il fatto che quelle ombre, molto spesso manipolate, come
ad esempio la storia della persecuzione degli omosessuali, diventino la chiave
di lettura dei nuovi servi della gleba, la dice lunga in quale direzione questo
nuovo secolo sta andando…
Ora, fintanto che
un Gramellini qualsiasi, tanto per fare un esempio, stipendiato dalla Fiat, che
diciamolo è una sintesi di banalità e luoghi comuni impressionanti, ostenti su Rai 3 la
parola “dittatore” ci può pure stare,
dato che il suo lavoro è proprio quello obnubilare l’ambient culturale. Quello che preoccupa è l’incapacità di discernimento delle nuove generazioni afflitte
dalla necessità di raggiungimento di uno status socio-economico, senza rendersi
conto che gli hanno sottratto la dignità di cittadini, partendo dalla contrazione degli
spazi pubblici di partecipazione in poi…
Dice il filosofo
Jacques Rancière, autore del "Maestro ignorante" e del
"Disaccord", punto di riferimento del movimento francese Nuit Debut: "La Loi Travail è apparsa come il culmine
di tutto un processo di privatizzazione dello spazio pubblico, della politica,
della vita… Ma noi siamo ora al termine di una grande offensiva che alcuni
definiscono neo-liberale e che io chiamerei piuttosto offensiva del capitalismo
assoluto, che tende alla privatizzazione di tutti i rapporti sociali e alla
distruzione degli spazi collettivi in cui due mondi si affrontavano. Contro
questa privatizzazione e individualizzazione è nato un desiderio un po’
astratto di comunità, che ha trovato, per materializzarsi, l’ultimo luogo
disponibile, la strada..."
Democrazia, diceva un famoso
cantautore, è partecipazione, laddove questa viene a mancare quella di cui si
parla è solo l’illusione della democrazia, funzionale agli interessi delle
oligarchie finanziarie, dei tecnocrati, delle oligarchie politiche che
massimizzano profitti: fare il parlamentare in Italia è un gran bel business,
sia in relazione agli stipendi che ai vitalizi ma soprattutto alle rendite di
posizione politico-finanziarie. E’ così che ormai da generazioni il bene
pubblico, mission del sistema politico, è stato sostituito con l'interesse
privato… Infatti i luoghi di decisione prima che essere i parlamenti sono le
consorterie massoniche, dove poter difendere lo status quo: il dieci per cento
della popolazione ha in mano il sessanta per cento delle risorse economiche, in
Italia. In Brasile invece è l’uno per cento a possedere il sessanta per
cento delle risorse… E l’esempio non è casuale, poiché lì, dopo un
decennio di riscossa dei più deboli, tramite le presidenze del partito dei
lavoratori, mediante un golpe istituzionale, fomentato da un parlamento dove i
due terzi sono inquisiti per reati vari, dall’omicidio alla corruzione, le grandi
consorterie economiche, appoggiate dagli USA e da tutto il capitalismo
occidentale, hanno ripreso il controllo del potere, ritornando ad affamare il
proprio popolo. Ma di questo al servo della gleba europeo, che chiama dittatore
Fidel, non gliene frega proprio niente, tanto in Brasile ci va per scopare le
ragazzine…
Come non gliene frega niente di chi
fugge da una guerra e cerca riparo in un continente di 500 milioni di abitanti,
come l’Europa, che magari su quella guerra ci ha pure speculato, vendendo armi,
gestendo petrolio e colonie economiche, facendo affari con dittatori veri che
deprivano il proprio popolo, smistando i capitali nei conti off-shore. Ma
quelli, i dittatori africani e mediorientali, sono funzionali agli interessi
del capitalismo occidentale, quindi se massacrano Giulio Regeni ecchisenefotte!
Oppure se i rifugiati vengono messi
nelle mani di spietati autocrati come Erdogan, dandogli milioni di euro, il
quale imprigiona giornalisti, deputati dell’opposizione, professori
universitari, esponenti delle ONG, e via discorrendo, ecchisenefotte! O ancora,
che dire di tutte le famiglie italiane e migranti che non hanno di che campare
e vanno ad occupare stabili in disuso nelle città italiane, di proprietà
comunale, che vengono sgomberati a manganellate in nome della legalità, perché
quegli stabili anziché costituire un nuovo modello di convivenza sociale su cui
investire, devono essere messi a mercato per fare cassa: ecchisenefotte!
Ancora Jacques
Rancière: "L’occupazione, un tempo, aveva il suo
luogo privilegiato nella fabbrica, dove la comunità operaia affermava il
proprio potere sul luogo e sul processo al cui interno subiva il potere
padronale e faceva così di quel luogo privato uno spazio pubblico. Essa si
pratica oggi nelle strade, nelle piazze, come negli ultimi spazi pubblici dove
si può essere in comune, discutere e agire in comune... "
Cari nuovi servi della gleba borghesi,
che chiamate Fidel dittatore, aprite le vostre menti e smettetela di fare gli
schiavi… Se poi volete comprendere veramente chi era Fidel vi possiamo
consigliare due letture: Eduardo Galeano da “Specchi” e Lia De Feo da “Omaggio a Fidel”.
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