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CISGIORDANIA
La nuova ondata di violenza, tra Cisgiordania e Israele, conta otto morti tra gli israeliani e 31 tra i palestinesi

 
Reuters
 
La controversa storia di questa nuova intifada palestinese continua ad intrecciarsi. A Betlemme si susseguono gli scontri tra manifestanti palestinesi e militari, mentre nella città israeliane si perpetrano gli attacchi dei giovani arabi contro i cittadini ebrei, creando una nuova situazione di tensione che mai prima si era vissuta. L'unico elemento che rimane uguale al passato e il bilancio delle vittime che tra i palestinesi è il triplo. Ma certo anche qui c'è forse una differenza e cioè che in questo caso le morti in campo israeliano sono prevalentemente civili, visto gli assalti dei giovani arabi ai cittadini per strada con coltelli e martelli, tema su cui si stanno concentrando le attenzioni del media internazionali.
 
Tutto è nato dai fatti del luglio scorso, quando la polizia israeliana occupava a Gerusalemme la Moschea di Al Aqsa, dove dei giovani si erano rifugiati in seguito ad una manifestazione per impedire ai fedeli di religione ebraica, durante la festività Tishà Beav, commemorazione della distruzione del tempio di Gerusalemme da parte dei romani nel 70 dopo Cristo, di accedere alla spianata delle moschee. Un evento questo che ricorda la provocazione dell'allora leader dell'opposizione israeliana Sharon, quando nel 2000 percorse la spianata, determinando la seconda intifada.
 
In questo caso, proprio perché i primi a protestare sono stati i giovani palestinesi, attraverso i social network si è innescato un tam tam tra gli adolescenti arabi inneggiando alla vendetta, che ha scatenato questo nuovo tipo di violenza spontaneistica, stigmatizzata in modo opposto, ovviamente, dalle autorità israeliane che accusano i leader palestinesi e viceversa.
 
Da un reportage del giornale francese RFI, colpisce un'intervista dentro un'armeria di Gerusalemme, dove un uomo già armato, va in cerca di una pistola per la consorte: "Siamo venuti a vedere se mia moglie potesse imparare a sparare..." L'elemento cioè della giustizia fai da te, che serpeggia per le strade delle città israeliane, cambia notevolmente i tratti di questa nuova intifada. “Israele – ha dichiarato il primo ministro – sta usando esattamente la stessa forza legittima che qualsiasi governo, città o forza di polizia userebbe di fronte a gente che impugna coltelli, mannaie e asce per uccidere persone sulla strada. Cosa credete che succederebbe a New York se ci fossero persone che si gettano nella folla per uccidere? Cosa credete che farebbero?”
 
Noi non sappiamo cosa farebbero, però potremmo supporre, traslando la situazione, che essendoci negli Stati Uniti, quanto mento, la libertà di culto, il rispetto per una religione differente, non innescherebbe intifade per le strade...
 
 
TURCHIA
Mentre l'Unione Europea stringe un accordo con la Turchia per trattenere i rifugiati, al confine con la Bulgaria un uomo afghano viene ucciso una volta entrato nel paese
 
L'accordo stretto ieri al summit europeo di Bruxelles con la Turchia sottoscrive la possibilità di trattenere lì i rifugiati che cercano di raggiungere i paesi europei. La motivazione che la Cancelliera tedesca Merkel ha espresso possiede i contorni di un'ambiguità tipica della Fortezza Europa. Si dice infatti che "i migranti dovrebbero essere ospitati più vicino ai loro Paesi di provenienza piuttosto che mantenerli nei nostri Paesi".
 
Sullo sfondo vi è una situazione complessiva che colpisce... In Turchia infatti, dalla recrudescenza della guerra in Siria, sono arrivati circa 2.000.000 di rifugiati, molti dei quali si sono insediati in città e villaggi nel sud del paese, presso la zona di confine con la Siria. In allcune di queste città il numero dei rifugiati ha superato quello dei residenti, ma questo non ha causato nè scontri, nè conflitti sociali. Anzi, come racconta l'inviato dell'Osservatorio Balcani Caucaso Dimitri Bettoni, molte famiglie turche che lavorano nei campi, hanno ospitato altre famiglie siriane proponendogli di lavorare insieme a loro.
 
Il paradosso è che l'attuale governo turco, che non è certo un esempio di democrazia, pur non rispettando la convenzione di Ginevra, che impone ai governi sottoscrittori di accogliere chi scappa da guerre e persecuzioni, è disponibile ad ospitarne milioni, mentre gli stati europei, litigano per la divisione della quota di 160.000.
 
Nel frattempo al posto di confine tra la Turchia e la Bulgaria, che ha anch'essa eretto muri di filo spinato, nei pressi della città di Sredets, è stato ucciso un rifugiato afghano, che insieme ad un gruppo di 50 persone, di varie nazionalità, una volta riusciti ad entrare nel paese, sono stati intercettati dalle guardie di frontiera, i quali hanno sparato colpendo l'uomo. Le autorità bulgare si sono premurate a spiegare che trattandosi di "migranti illegali" essi cercano di entrare da vie più perigliose non coperte dalla recinzione.


 



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