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Sembrava
impossibile sprofondare ancora di più negli abissi del disastro umanitario fino
a questo momento raggiunto in Siria. Ma ciò sta accadendo, con i bombardamenti
che prendono di mira proprio le strutture sanitarie, trasformate in obiettivo
strategico dell’alleanza russo-sciita attorno al dittatore Assad.
by Marco Marano

La situazione sul campo raccontata da
MSF è davvero sconcertante: 35 medici nella zona di Aleppo est e solo 7 in
grado di intervenire su ferite di guerra. Tra il 6 e l’8 ottobre ci sono stati
98 feriti, tra cui 11 bambini e 29 morti. Sale e corridoi sono piene e i feriti
che si aggiungono alla lista sono costretti a dormire davanti agli ospedali,
diventati obiettivi strategici. A ciò si aggiunga che il blocco della città
divisa in parte est, controllata ancora dai ribelli e parte ovest dal regime,
ha portato alla mancanza di carburante, paralizzando la città, ma essenziale
per quelle 21 ambulanze che servono un’area di 250.000 persone. E quando l’elettricità
smetterà di funzionare tutto si fermerà irreversibilmente. Pablo Marco,
coordinatore delle operazioni di MSF in Medio Oriente, sottolinea: «Non c'è
tempo da perdere. Russia e Siria devono fermare immediatamente i
bombardamenti indiscriminati e rispettare le regole della guerra per evitare
l'estrema sofferenza della popolazione civile che è senza alcun tipo di
protezione».
Mentre i paesi
occidentali stanno a guardare questo scempio ci sono tantissimi medici che dall’inizio
dell’assedio di Aleppo in luglio si sono spostai in Turchia, e sono pronti a
tornare in campo se solo si aprissero dei corridoi umanitari, ma questo certo
sarà difficile da realizzarsi dato che gli ospedali sono diventati il nemico da
abbattere per l’alleanza pro-Assad.
Fonte e Credits MSF
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