L'iniziativa
annunciata dal primo ministro iracheno, riguarda l'attacco all'Isis
nella parte occidentale della città.
di Marco Marano
Nella
prima mattinata di domenica 19 febbraio Haider
al-Abadi ha
annunciato, in una breve dichiarazione televisiva, che è partita la
nuova fase dell'operazione militare
finalizzata
a riconquistare, dalle mani dei jihadisti, l'area ovest della città,
l'ultimo baluardo ancora sotto il controllo dell'Isis, occupata nel
giugno del 2014. L'azione militare parte dalla liberazione di Ninive
una cittadina poco lontano della città irachena divenuta capitale
dell'Isis in Iraq. L'offensiva su Mosul era iniziata lo scorso 17
ottobre e dopo tre mesi di combattimenti, le forze federali irachene,
in gennaio, hanno preso possesso della parte orientale.
Le
deboli linee di difesa jihadiste
L'area
occidentale di Mosul, dove si trovano le principali strutture di
supporto jihadiste, anche se è di minori dimensioni è più popolata
di quella orientale. I residenti pur di non lasciare le loro case
hanno scelto di sottoporsi allo stato di terrore del sedicente Stato
islamico. E' proprio dalla moschea situata nel centro della città
che il leader dell'Isis Abu
Bakr al-Baghdadi,
nel giugno del 2014, aveva annunciato la nascita del califfato. Già
sabato l'aviazione irachena aveva lanciato migliaia di volantini
avvisando la popolazione dell'imminente attacco, avvertendo gli
stessi soldati jihadisti di deporre le armi e arrendersi. C'è da
dire che questo ultimo attacco arriva dopo la fuga verso Raqqa, di
cui attualmente si sono perse le tracce, proprio di al-Baghdadi, il
quale sembra aver lasciato sul posto alcuni dei più inesperti
comandati dell'esercito jihadista, al fine di resistere il più
possibile, per concentrare le forze su Raqqa. Quindi difficilmente
chi è rimasto a combattere a Mosul deporrà le armi, anche se deboli
sono le linee di difesa.
Le
forze in campo
La
situazione del presidio militare sul campo in città vede quindi
sulla parte orientale le forze antiterrorismo, mentre a sud, nella
periferia meridionale, quindi a ovest del fiume Tigri che attraversa
la città, c'è la polizia federale irachena che controlla
l'aereoporto, infine a nord vi sono pezzi dell'esercito iracheno e le
miliizie sciite delle forze di mobilitazione nazionale. Sembra che la
strategia per velocizzare la fine dell'operazione sia quella di
spingere i jihadisti tra le stradine della città vecchia per
impedire ogni possibile via di fuga.
FONTI:
al-Jazeera, France24
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