Questo
rapporto del Parlamento Europeo,
uscito il 26 giugno, fotografa la politica degli Hotspot avviata nel 2015. Da
queste poche righe si evince come le istituzioni europee siano così lontane
dalla realtà al punto da costruire uno scenario parallelo.
Hotspot
alle frontiere esterne dell'UE: situazione attuale
L'approccio "hotspot" è stato presentato dalla Commissione
come parte dell'agenda europea sulla migrazione dell'aprile 2015, quando un
numero record di rifugiati, richiedenti asilo e altri migranti si è riversato
nell'UE.
I "punti di crisi" - i primi
servizi di accoglienza - mirano a coordinare meglio gli sforzi delle agenzie
dell'UE e delle autorità nazionali alle frontiere esterne dell'UE, sulla
ricezione iniziale, l'identificazione, la registrazione e il rilevamento delle
impronte digitali dei richiedenti asilo e dei migranti. Attualmente, solo la
Grecia e l'Italia ospitano gli hotspot.
Altri paesi dell'UE possono anche
beneficiare dell'approccio hotspot su richiesta, o nei casi in cui la
Commissione ritiene che sia necessaria ulteriore assistenza. Poiché la
migrazione continua a essere una delle principali sfide dell'UE, gli hotspot sono un elemento chiave del
sostegno dell'UE a Grecia e Italia per aiutarli ad affrontare le sfide della
crisi di gestione umanitaria e delle frontiere. Tuttavia, le condizioni di
accoglienza rimangono preoccupanti.
La
maggior parte degli hotspot soffre di sovraffollamento e le parti
interessate hanno sollevato preoccupazioni in merito alle strutture del campo e
alle condizioni di vita, in particolare per i migranti vulnerabili e i richiedenti asilo.
Il
Parlamento europeo ha ripetutamente richiesto un'azione per garantire che
l'approccio hotspot non metta in pericolo i diritti fondamentali dei
richiedenti asilo e dei migranti.
La
dichiarazione UE-Turchia di marzo 2016, strettamente legata all'attuazione
dell'approccio al punto di crisi in Grecia, mira a ridurre i flussi migratori irregolari dalla Turchia verso l'UE.
Parallelamente, la Commissione ha proposto un meccanismo temporaneo di
ricollocazione d'emergenza, avviato nell'ottobre 2015, per assistere gli Stati
che si trovano ad affrontare la crescente pressione degli arrivi dei migranti.
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