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Imane Khelif: un caso tipo di fascismo televisivo

 



di Marco Marano

Di questa ragazza oramai sappiamo tutto, non c'interessa, in questa sede, fare la ricostruzione della vicenda, nei suoi aspetti più inquietanti, cioè il tentativo di sabotaggio del Comitato Olimpico Internazionale da parte della Russia, parliamo di sabotaggio informativo, parliamo di tecniche spionistiche...  

La vendetta di Putin

In realtà, la storia di questa giovane algerina si racchiude dentro una impietosa sintesi: una ragazza con particolari specificità genetiche che vengono utilizzate in una guerra ombra su tre livelli: il primo è rappresentato dalla vendetta di Putin, che, ricordiamolo sempre, ragiona come una spia, essendo stato capo del KGB. Già da tempo le sue istituzioni sportive interne, dopo essere stato escluso dai giochi olimpici a causa della guerra in Ucraina, avevano preso di mira Imane Khelif... 

Il repertorio del fascismo internazionale

Il secondo livello riguarda il fascismo internazionale, che in questa occasione ha potuto sfoderare il suo repertorio di odio, sia dalle parole del primo ministro italiano Meloni, che da quello ungherese Orban, individuando il nemico da abbattere. La premier italiana si è limitata a dubitare del sesso della puglie algerina, l'altro, oltre al sesso, ci ha pure messo in mezzo l'Islam, così, tanto per non farsi mancare niente...

Il terzo livello è costituito dai media mainstream, alcuni dei quali hanno fomentato il sabotaggio spionistico russo, sul sesso dell'atleta. In questo non ha fatto, naturalmente, sconti la Rai, un ente derelitto, in balia dell'ignoranza, in balia dell'analfabetismo professionale della quasi totalità dei giornalisti sportivi, e dell'analfabetismo, in senso stretto, della totalità dei commentatori...

La realtà è quella che decidiamo noi!

C'è l'assurdo abbandono dopo pochi secondi della peso welter italiana Angela Carini, che ha lasciato tutti senza parole. Da quel momento si è creato un siparietto, questa volta grottesco. Siamo all'intervista dell'italiana, ancora piangente, come se avesse subito il più atroce dei soprusi. Da un lato il cronista, chiamiamolo così, continua a fare la stessa domanda: "Quello che ti fa male non sono i pugni, non è vero?" Come per dire quello che ti fa male veramente è stato l'imbroglio, non è vero? E la pseudo pugile olimpica rimarca che quei pugni erano di un uomo: "No, hanno fatto male proprio i pugni!" Così per un paio di volte: stessa domanda, stessa risposta.. Tutt'e due hanno dato spiegazioni opposte per comprovare la medesima tesi, con il patetico tentativo di imbeccare l'intervistata.

Il verbo supremo

Quella del fascismo televisivo, che si traveste da benpensante, attraverso operatori della comunicazione addestrati al "Verbo supremo", sta ridefinendo le prassi sociali e le relative interpretazioni culturali sull'essere comunità, in Italia, con il beneplacito di una opinione pubblica che accoglie il ribaltamento di senso senza sgomento alcuno... Così, il processo di mistificazione tra patria, nazione e identità è compiuto, al di là di ciò che racconta la Costituzione repubblicana, tanto stanno per cambiarla...







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