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CRISI LIBICA: L'UE RICONOSCE IL CONSIGLIO NAZIONALE






Il Parlamento europeo chiede ai governi UE di riconoscere il Consiglio nazionale della transizione come l'autorità che rappresenta ufficialmente l'opposizione libica. La risoluzione approvata invita l'UE a prepararsi alla possibile istituzione di una "no-fly zone" per impedire a Gheddafi di colpire la popolazione e aiutare il rimpatrio di chi fugge dalla violenza. I deputati chiedono anche l'applicazione del principio di solidarietà nel controllo delle frontiere.

I governi dell'UE "devono tenersi pronti per una decisione nell'ambito del Consiglio di sicurezza dell'ONU circa ulteriori misure, compresa la possibilità di prevedere una zona di interdizione al volo", in coordinazione con la Lega araba e l'Unione africana, affermano i deputati nella risoluzione adottata a larga maggioranza con 584 voti a favore, 18 contrari e 18 astensioni. Durante il dibattito di mercoledì, solo il gruppo GUE (Sinistra Unita) si è espresso contro la "no-fly zone".

I deputati propongono all'Alto rappresentante per la politica estera UE Ashton di stabilire contatti con i rappresentanti dei ribelli del Consiglio nazionale per la transizione, con l'obiettivo di dare il via al riconoscimento internazionale dell'ente. Il Parlamento chiede anche a Gheddafi di lasciare il potere e condanna con forza la sistematica violazione dei diritti umani in Libia.

Migrazione e assistenza umanitaria: vale il principio di solidarietà

Preoccupato per la forte crisi umanitaria che ha già costretto più di 200.000 persone a fuggire dalla Libia, il Parlamento chiede ai governi nazionali di garantire trasporto marittimo e aereo per aiutare il rimpatrio o l'accoglienza degli emigrati, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, e anche assistenza per le persone che fuggono in Tunisia, cosi come richiesto dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM).

Su richiesta dei deputati italiani e maltesi, e nonostante alcune perplessità iniziali provenienti da altre delegazioni nazionali, la risoluzione alla fine chiede l'applicazione del principio di solidarietà, stabilito nel Trattato, e quindi la condivisione della responsabilità nel controllo delle frontiere.
La Commissione dovrebbe pertanto predisporre le risorse umane, finanziarie e tecniche per assistere i paesi di confine dell'UE in caso di migrazioni di massa, aggiungono i deputati.

Possibili crimini contro l'umanità, inchiesta indipendente necessaria

I deputati hanno accolto con favore la recente decisione, presa all'unanimità dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, di sospendere la Libia dal Consiglio ONU per i diritti umani, che si trova in sessione a Ginevra fino al 25 marzo.
In un'altra votazione, l'Aula ha approvato una risoluzione sulla 16a sessione del Consiglio ONU per i diritti umani, nella quale si condannano le sistematiche violazioni commesse in Libia, sottolineando la possibilità che ci siano casi di crimini contro l'umanità e chiedendo l'istituzione di un'inchiesta indipendente e internazionale nel paese.

Quale strategia per l'UE?

I deputati hanno anche proposto ai governi UE di prendere le seguenti decisioni durante il prossimo Vertice europeo straordinario di venerdì:
- il congelamento dei beni di Gheddafi e del suo regime deve anche includere quello dei fondi controllati dall'Autorità libica per gli investimenti e i ricavi delle vendite di gas e petrolio, cosi come i beni ottenuti illegalmente, che dovrebbero essere restituiti al popolo libico;
- la predisposizione di una nuova e più ambiziosa politica di vicinato che abbia come priorità l'indipendenza del potere giudiziario, la lotta alla corruzione, la libertà di stampa e il rispetto dei diritti fondamentali.


Comunicato da "European Parliament Italia"



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