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La guerra ad al Qaida in Mali entra nel vivo con i fatti legati al sito petrolifero di In Amenas, nel sud-est dell'Algeria, dove i jiadisti hanno preso in ostaggio 41 persone, tra cui 7 americani, 2 francesi, dei britannici e dei giapponesi. Durante l'attacco dei terroristi islamici 2 persone, fra cui un britannico, sono state uccise e sei ferite. Poche ore dopo l'esercito algerino con un raid aereo cercava di riprendere il controllo del sito e nell'operazione 35 ostaggi e 15 sequestratori rimanevano uccisi.
Liberation
Come ogni guerra africana diventa difficile risalire alla sua origine. In questo caso possiamo rintracciarla dai fatti che portarono alla defenestrazione di Gheddafi, il quale aveva armato e pagato migliaia di tuareg, i nomadi del deserto maliano. Si potrebbe dire che l'attuale situazione nasce il 16 ottobre 2011, pochi giorni prima dell'uccisione del rais libico. E' quello il momento in cui nasce il “Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad”.
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Il 17 gennaio 2012 i tuareg del Mnla conquistano la base militare di Amachach, al confine con l'Algeria, postazione strategica per iniziare il cammino verso il sud, mettendo in difficoltà lo scalcinato esercito regolare. I tuareg già dalla prima offensiva si sono collegati a organizzazioni salafite che fanno riferimento all'area magrebina di al Qaeda: i gruppi islamisti Aqmi, Mujao, Ansar Dine. In due mesi l'avanzata di questi ribelli è stata impetuosa.
Il 22 marzo un colpo di stato, capitanato da Amadou Haya Sanogo, ufficiale addestrato dall'esercito americano per contrastare al Qaeda, mette fine alla presidenza di Amadou Toumani Touré, accusato di debolezza contro i ribelli. Nelle prime due settimane di aprile i ribelli raggiungono le città roccaforti sul Niger, i golpisti affidano il potere ai civili, viene eletto il nuovo Presidente ad interim, Dioncounda Traoré, già presidente del Parlamento maliano.
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Il 6 aprile il Movimento nazionale per la liberazione del Mali dichiara l’indipendenza della regione settentrionale del paese, chiamata Azawad. Nei mesi seguenti i tuareg vengono estromessi dai gruppi salafiti dalla gestione dei territori occupati. Essi impongono la sharia. Distruggono i siti patrimonio dell'umanità. Perpetrano inumane violenze alla popolazione, costretta a fuggire...
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Per mesi si parla di un intervento francese per fermare l’avanzata salafita, proprio perché la Francia è storicamente il referente politico dell’Africa sub sahariana, poiché gestisce forti interessi economici e politici nelle sue ex colonie: la cosiddetta “Françafrique". In dicembre l'ONU emette una dichiarazione dove si individuano i paesi africani come coloro che possono intervenire sulla crisi maliana. Ma all’inizio dell’anno il Presidente ad interim Traoré chiede ufficialmente l’intervento militare francese…
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