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Il primo assassinio fascista nella Grecia agonizzante


 


AFP
 
 
Pavlos Fyssas viveva al Pireo, che per chi conosce Atene, è una città nella città, quasi 180 mila abitanti, con una sua identità molto forte rispetto al resto della capitale greca, non solo perché lì vi è il terzo porto più grande del mondo, il primo in Europa, o perché c’è la squadra dell’Olimpiakos, che ha sempre ben figurato nello scenario internazionale, ma perché c’è un senso di appartenenza ben radicato. Solitamente ad una persona che nasce lì, quando gli viene chiesto da quale città proviene, non risponde Atene ma Pireo. La prossimità alla capitale è dimensionata da un dedalo di sobborghi senza continuità con il centro di Atene, dando il senso di un territorio staccato dal resto della città.

E da una di queste zone proveniva Pavlov, Amfiali, nel sobborgo di Keratsini. A 34 anni era abbastanza conosciuto nel suo quartiere perché era artefice di manifestazioni ed eventi, come anche in altre zone della città, dove poteva far confluire i suoi due amori: l’hip hop e la politica. Faceva il rapper ed il suo nome d’arte era "Killah P". Organizzava concerti ma anche manifestazioni politiche visto che era un militante del partito di sinistra Antarsya.

Quella sera, era un martedì, non era ancora mezzanotte, e Pavlov si trovava a bere una birra con degli amici al bar. Quella sera nessuno avrebbe potuto immaginare che Pavlov sarebbe stato ammazzato a coltellate da una banda di neo nazisti appartenenti ad Alba Dorata, che secondo gli ultimi sondaggi, il 13 per cento dei greci gli darebbe la sua fiducia. Su come siano andate le cose ci sono due versioni, ovviamente contrapposte, una della polizia, che in qualche modo coincide con la versione di Alba Dorata. e l’altra di Antarsya.

La prima versione edulcora i fatti dalla chiave di lettura politica, secondo cui nel bar, dove il rapper si trovava insieme ad altri suoi compagni, nasceva una diatriba a sfondo calcistico sulla partita di Champions League che si era appena conclusa tra Paris S. Germain e Olimpiakos. Una volta lasciato il bar da solo, separandosi dagli amici, e dalla sua compagna, Pavlov sarebbe stato bloccato da una quindicina di persone, vestiti con felpe nere e pantaloni mimetici, da cui però sarebbe riuscito a scappare; ma dopo pochi metri un’auto, con a bordo tre persone, lo avrebbe fermato. Sono state tre le coltellate allo stomaco inferte da un quarantacinquenne, sembra pregiudicato e reo confesso, che ha confermato la versione secondo cui questa aggressione non è stata a sfondo politico ma per motivi calcistici, come ha appunto dichiarato uno dei leader di Alba Dorata Ilias Kasidiaris.

La seconda versione l’ha fornita il portavoce del partito ANTARSYA, Petros Constantinou, il quale ha affermato che non ci fu nessuna lite a sfondo calcistico. In realtà un gruppo di attivisti antifascisti è stato attaccato da una quarantina di militanti di Alba Dorata davanti al bar dove stazionavano sia gli uni che gli altri, e lì Pavlov è stato accoltellato, il tutto sotto gli occhi della polizia.

Il punto è che al di là della crisi di sistema che ha fatto sprofondare la Grecia nel baratro, e anche al di là del fatto che la versione di Constantinou sia quella vera, Alba Dorata negli ultimi due anni si è potuta permettere di esercitare violenza sul territorio, contro i migranti soprattutto, ma anche contro i gay e i militanti di sinistra, poiché le forze dell’ordine non sono mai intervenute per reprimere la violenza, attraverso una sorta di lascia passare.

Oramai, tutta Europa è a conoscenza delle continue lesioni dei diritti umani nei confronti dei migranti, dei profughi, degli esiliati, tanto che molti paesi hanno rifiutato la regola di Dublino, secondo cui chi riceve la protezione internazionale in un paese, in quello deve restare, e visto che l’incolumità per chi è migrante in Grecia è seriamente messa in pericolo, la Germania in primis ha rifiutato i respingimenti di esiliati in terra greca.

Certo è che nel caos generato dal disastro europeo e della troika, l’aspetto inquietante è che i rigurgiti del periodo dei colonnelli stanno uscendo fuori senza che i governi greci siano mai intervenuti. Visto che le cose peggiorano sempre di più, tra l’assalto della Germania, che ha dedicato gran parte della sua campagna elettorale per le politiche proprio alle possibili punizioni da infliggere alla Grecia, e la nuova legge sulla pubblica amministrazione, con il licenziamento, in sostanza, di altri 4000 dipendenti, la situazione di entropia sembra senza ritorno.

Ecco che alle manifestazioni di protesta per la situazione economica si sono aggiunte anche quelle contro il nuovo fascismo sia dello Stato che di Alba Dorata, che stanno provocando scontri di piazza che come dicono alcuni commentatori può portare a qualcosa di sconosciuto e spaventoso…



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