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RADIO CENTO MONDI NEWS VALUES


ISRAELE

L'intifada dei coltelli e la chiusura dei quartieri arabi


AFP

In seguito ai continui attacchi contro gli israeliani da parte degli arabi la polizia sarà autorizzata ad imporre la chiusura dei quartieri di Gerusalemme dove si incita alla violenza… Ai terroristi saranno revocati i diritti di residenza permanente”. E' questo l'annuncio emesso ieri da un ufficio governativo israeliano a dodici giorni dalle recrudescenze di violenza che sta coinvolgendo Cisgiordania e Israele. Questa volta però la dinamica della violenza ha caratteristiche del tutto nuove, poiché sia a Gerusalemme che a Tel Aviv, i protagonisti sono giovanissimi dai tredici ai vent'anni, connotati sempre come terroristi, che non utilizzano più le pietre per combattere contro l'esercito sulla striscia di Gaza, ma adesso usano coltelli e martelli in luoghi di raccolta delle città: dalla fermata degli autobus alle piazze e strade affollate. Sono aggressioni imprevedibili e velocissime, che stanno infondendo una nuova forma di tensione e paura.

Di contro ormai persino le istituzioni israeliane istigano la popolazione all'autodifesa e alla vendetta, come quella accaduta proprio ieri a Raanana, a nord di Tel Aviv. In seguito ad un accoltellamento, trasformatosi in omicidio, la gente accorsa in soccorso dell'agente immobiliare aggredito ha immobilizzato l'autore dell'aggressione massacrandolo di botte.

Se Netanyahu accusa Abu Mazen di istigazione al terrorismo dei giovani palestinesi, secondo un sondaggio, a quanto afferma il giornale francese “Liberation”, il 75 per cento degli israeliani si dice insoddisfatto delle modalità di gestione del nuovo ciclo di violenze, mentre le comunità arabe in Israele, proprio ieri, hanno manifestato per le strade la loro vicinanza ai cittadini della Cisgiordania.

 
SIRIA

Assad e Putin avanzano verso Aleppo

La guerra in Siria sta per avere una svolta significativa nel contesto dello scenario bellico. Alle forze fedeli ad Assad si sono unite le frangie libanesi di Hezbollah, intorno alle 20000 unità. A queti si aggiungono altre forze messe in campo direttamente dall'Iran, che in questo caso, oltre a finnziare gli Hezbollah, stanno facendo confluire reparti armati di terra. Poi c'è la copertura aerea garantita dalla Russia di Putin, per la pianificazione della strategia finalizzata a riprendere Aleppo. Queste forze di terra sono coordinate da una sorta di rete militare chiamata Quds, che agisce in Iraq, Yemen, Siria e Libano.

Ma chi sono i loro nemici da sconfiggere per la presa di Aleppo? Sono due delle forze in campo che si combattono vicendevolmente. Da un lato l'Isis e dall'altro I ribelli siriani, che vogliono la cacciata di Assad, per insaturare una democrazia in Siria.

Ovviamente la motivazione ufficiale di questa alleanza tra Iran, Siria e Russia individua il nemico nell'Isis. Ma è chiaro che le mire sono quelle di annientare chiunque si opponga al potere del dittatore siriano. Intanto, nelle ultime ore, gli aerei russi continuano a bombardare varie città tra cui Aleppo, mentre scontri cruenti tra le forze governative e i ribelli siriani continuano a svolgersi per la conquista della città di Kafr Nabuda. Qui i ribelli hanno organizzato una resistenza grazie alle armi pesanti fornite dagli Stati Uniti, ed attendono che i paesi arabi, che combattono in altre regioni l'Iran, come lo Yemen, vadano in loro aiuto.
 

 


BRASILE

Dilma Rousseff in pericolo di impeachment per la tangentopoli brasiliana


Tutto è stato innescato da un fatto che mai si era verificato in Brasile, e cioè che la Corte dei Conti ha chiesto al Congresso di bocciare la legge di bilancio dello scorso anno per gravi irregolarità. Così i partiti di opposizione hanno chiesto l'impeachment per la Presidentessa. Nelle prossime ore si attende che il Presidente della Camera Eduardo Cunha accetti o respinga la richiesta di messa in stato di accusa per la Rousseff. C'è da dire che anche Cunha ha i suoi problemi da risolvere, perché anche lui coinvolto nello scandalo che ha sconvolto il Brasile: Petrobras. Una sorta di tangetopoli alla brasiliana, dove questa compagnia petrolifera statale, guidata direttamente dalla Presidentessa sembra che abbia finanziato illecitamente il partito dei lavoratori, la cui leader è proprio la Rousseff. Il presidente della Camera, in tal senso, è indagato dalle autorità svizzere per alcuni conti intestati a lui e alla moglie, frutto delle tangenti sugli appalti Petrobras. In questo scandalo, occorre ricordarlo, è anche coinvolto il Presidente del Senato Renan Calheiros, che chiude il cerchio, dato che tutte le maggiori cariche dello Stato brasiliano sono sotto accusa.

Il centro della vicenda riguardano quelle che vengono definite “pedalate fiscali”, cioè alterazioni contabili finalizzate a ritardare il passaggio di danaro a banche ed enti pubblici, per falsare i conti federali.

Tutto questo si svolge in un contesto sociale ed economico che ha perso la spinta propulsiva della presidenza Lula. Il paese è in recessione, la disoccupazione è raddoppiata e l'inflazione è al 10 per cento. Una crisi economica insomma che farà da sfondo ai prossimi giochi olimpici, evento internazionale gestito a suon di morti ammazzati dei ragazzini delle favelas da parte della polizia e dall'incapacità di rendere salubri luoghi dove si svolgeranno gli eventi sportivi. Anche in questo caso le olimpiadi sembrano essere la cartina di tornasole di un intero sistema economico corrotto.
 

 

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