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By Marco Marano

Di fronte a tutto questo l'Europa, che inorridisce
ricordando la sua storia passata, si prepara a chiudere le frontiere
ai rifugiati che fuggono dal nuovo olocausto, legittimando dittatori
e autocrati, Orban in Ungheria, Erdogan in Turchia, per bloccare
l'accesso alla libertà e alla vita, attraverso muri di filo spinato
e zone cuscinetto per fermare gli esodi. "Non possiamo
accoglierli tutti!", E' la frase d'uso comune che definisce
la mission europea. Così mentre le donne che affrontano il viaggio
migratorio dalle zone di morte, vengono stuprate dai trafficanti e
dai poliziotti di varie nazioni, come segnala Amnesty International,
la vicenda di Colonia diventa una chiave di lettura nella difesa
delle frontiere.
I rifugiati che scappano dagli orrori delle guerre,
fomentate dalle armi che i paesi europei esportano, si trasformano in
fantasmi da scacciare, per rassicurare pezzi di opinione pubblica,
perché "l'invasione" rischia di cambiare l'antropologia
delle società. Ma sono le stesse società, le stesse nazioni che
citando Auschwitz, Buchenwald, Mauthausen, pongono l'accento sulla
necessità di ricordare, soprattutto per le nuove generazioni,
affinché non si ripeta più... Intanto quei luoghi dell'orrore erano
stati concepiti da uomini in carne ed ossa, uomini della morte, che
decisero di dividere la società contro una presunta minaccia
interna: “E' quel terrificante LORO che dà la falsa impressione
che ci sia un NOI da difendere...” Scriveva qualche tempo fa la
giornalista inglese Laurie Penny.

"Se l'Austria e la Germania decideranno
effettivamente di limitare l'accoglienza dei migranti, la Slovenia è
pronta ad adottare subito misure analoghe, inclusa la sospensione di
Schengen con la reintroduzione di controlli di documenti ai suoi
confini... Anche la Croazia, dopo l'insediamento del nuovo governo, è
pronta a chiudere i propri confini per il transito dei migranti, se
verrà confermata la decisione in questo senso di Slovenia e
Austria...."
Dice il ministro dell'Interno austriaco Johanna
Mikl-Leitner alla riunione Ue di Amsterdam, rispondendo in merito al
progetto di isolare la Grecia e introdurre per due anni i controlli
alle frontiere: "E' importante e necessario proteggere i
confini europei esterni e per questo la discussione del Consiglio
oggi si occuperà di garantire la sicurezza di questi confini anche
in futuro. Sono convinta che abbiamo bisogno di una supervisione
comune dei confini e dei tratti costieri".
Questi pezzi estrapolati dagli organi d'informazione
dei giorni passati non descrivono forse un clima culturale dove
l'impellenza di un NOI da difendere è diventato l'imperativo delle
società europee? Ma il giorno della memoria non dovrebbe ricordare
che un NOI da difendere presuppone uomini della morte che promuovono
ed eseguono stragi, come oggi avviene...?
Credit Ansa
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