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L'EUROPA, L'ITALIA E I DITTATORI AMICI: L'ORRORE PER LA MORTE DI GIULIO E I PRIGIONIERI DEL SEMINTERRATO

RADIO CENTO MONDI NEWS VALUES


I due fatti che già dalla settimana scorsa sono stati portati agli onori della cronaca riguardano le azioni in spregio ai diritti umani compiuti da due paesi autoritaritari con cui l'Europa e l'Italia, in particolare, hanno stretto accordi di solida amicizia: l'Egitto e la Turchia.
 
By Marco Marano
 
 
 
Sul terribile assassinio di Giulio Regeni, non staremo a descriverne ancora le atrocità con cui è stato torturato per diversi giorni e poi ucciso roteandogli la testa oltre il punto di resistenza. Le questioni sollevate da questo atroce delitto sono tre: il depistaggio del sistema di potere egiziano, le prassi d'uso comune utilizzate dallo stato di polizia del Presidente golpista Al-Sisi, che sono quelle con cui è stato trucidato il povero Giulio, e l'esaltazione del Premier Renzi nei confronti del dittatore egiziano, con cui ha stretto accordi commerciali e si accinge al suo fianco ad andare in guerra in Libia.
 
“Credo che l'obiettivo è quello di colpire chiunque in grado di mobilitare le proteste. L'obiettivo è quello di mettere a tacere tutti coloro che lavorano dal basso. Questo comprende sia gli islamisti e la sinistra. Per esempio, Mahienour El-Massry è un attivista che si trova al di fuori del loro controllo, per il suo lavoro con i migranti, studenti e lavoratori. Mio fratello Alaa era sempre nel mirino per la sua critica radicale del sistema. Ma ad essere colpiti sono anche i giovani nelle ONG lavorano per la difesa dei diritti dei bambini. Qualsiasi piattaforma che permette alle persone di organizzare deve essere fermata”.
 
Con queste parole, rilasciate al quotidiano il manifesto, Mona Seif, l'attivista egiziana protagonista, insieme alla sua famiglia della rivoluzione del 2011, descrive così il clima di questo momento in Egitto, dove il sistema poliziesco si è praticamente impossessato della dimensione quotidiana nelle città, ed il sospetto, soprattutto nei confronti degli stranieri ne diventa lo strumento di azione per torture e sparizioni, come nell'Argentina di Videla o nel Cile di Pinochet. Se è dunque palese che Giulio sia stato ammazzato dal regime, c'è anche da dire che i depistaggi, anche grossolani, da parte dello stesso, non dovrebbero essere tollerati: prima un incidente autostradale, poi un semplice fatto di criminalità, adesso un delitto a sfondo omosessuale.
 
In tal senso il governo italiano, che ha esaltato il dittatore e torturatore Al-Sisi come una sorta di eroe mediorientale, negli incontri internazionali, dopo aver stretto accordi commerciali, proprio il giorno del ritrovamento del cadavere di Giulio, adesso si accinge ad andare al suo fianco nella guerra prossima ventura in Libia.
 
Sembra evidente che il massacro di Giulio resterà impunito, poiché è impensabile che i rapporti idilliaci tra i due paesi possano essere messi in discussione dal barbaro assassinio di un giovane italiano, che lottava per i diritti negati in quel pezzo di Medio Oriente...
 
 
Se la storia di Giulio è stata raccontata e continua ad esserlo, quello dei massacri del governo Turco ai danni di Cizre, città  kurda del sud-est, ha assolutamente disinteressato i mezzi d'informazione mainstream. Da quasi due mesi in stato d'assedio, la cittadina di 130mila abitanti, sta vivendo un dramma sconcertante, innescato da un un paese NATO, la Turchia appunto.
 
Tanto per sintetizzare la situazione è questa: taglio dell'energia elettrica e delle forniture idriche, fuoco ininterrotto dell'esercito turco, sia con bombardamenti che attraverso i cecchini, i quali impediscono alla gente di uscire di casa: vengono colpiti indistintamente. La città è praticamente distrutta e l'ospedale è stato occupato militarmente: viene impedito alle ambulanze di soccorrere i feriti.
 
 
 
In tal senso la notizia di ieri riguarda la vicenda dei “prigionieri del seminterrato”. Da giorni, dopo che a causa dei bombardamenti un edificio era crollato, 62 dei suoi residenti, erano riusciti a mettersi in salvo nel seminterrato: c'erano uomini, donne e bambini. Per dieci giorni l'esercito ha impedito che i soccorsi accedessero per salvare i civili sotterrati. Ieri l'epilogo. Il seminterrato ha ufficialmente subito un attacco da parte dei carri armati turchi: tutti morti... Le foto che girano sul web stanno insinuando un altro dubbio atroce, perché i morti sembrano pietrificati e ciò lascerebbe intendere l'uso di armi chimiche...
 

Credits ANSA, ANF





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