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By Marco Marano
Bologna,
13 maggio 2016 – Con 55 voti contro 22 è stato votato dal
Senato l'impeachment a Dilma Rousseff, che da ieri non è più
presidente del Brasile. L'accusa, costruita ad arte, si basa su
infrazioni relative ai conti dello stato, soprannominate "pedalata
fiscale", cioè il governo avrebbe nascosto l'entità del
deficit di bilancio coprendolo con un prestito anticipato da parte
della banca nazionale. Si tratta di una pratica amministrativa che
tutti i suoi predecessori hanno utilizzato in passato senza subire
uno stato d'accusa, anche perché, secondo la costituzione
brasiliana, questo non costituisce "crimine di responsabilità",
cioè non è concepito come reato costituzionale. L'aspetto più
paradossale è che durante la seduta del Senato, di cui il 58 per
cento dei membri è inquisito per vari reati tra cui prevale la
corruzione, questo tema non è nemmeno stato toccato.
Geddel Vieira Lima (PMDB-BA) assume la Segreteria di Governo, sotto
accusa di aver preso tangenti; Romero Juca (PMDB) sotto accusa per
corruzione; Henrique Eduardo Alves (PMDB) un suo appartamento è
sotto sequestro perché acquistato con le tangenti Lava Jato; José
Serra (PSDB-SP), Ministero degli Affari Esteri, oltre ad essere sotto
inchiesta per Lava Jato, è inquisito per illeciti amministrativi
quando era sindaco di San Paolo; Gilberto Kassab (PSD-SP) Scienza,
Tecnologia e Comunicazione, indagato Lava Jato; Bruno Araújo
occuperà il Ministero delle Città, indagato Lava Jato; Ricardo
Barros (PP), Ministero della Salute, ha preso tangenti Lava Jato.
Costituito
da 8 politici indagati per corruzione, compreso il nuovo presidente
Michel Tremer, si è insediato il nuovo governo brasiliano, dopo che
il Senato ha votato l'impeachement basato sull'accusa di due
infrazioni amministrative sui conti dello stato, che per la
costituzione non costituiscono "crimine di responsabilità".
By Marco Marano

E
allora perché l'impeachment? La risposta è condensata nella
formazione del nuovo esecutivo strutturato dal potentissimo partito
PMDB. Un governo promosso da banchieri e
uomini di finanza che della corruzione hanno fatto sistema in
Brasile. A partire dal nuovo presidente, Michel Tremer, anch'egli
teoricamente a rischio di impeachment poiché inquisito per gravi
reati di corruzione, questa volta previsti dalla Costituzione, altri
7 dei 21 ministri sono anch'essi inquisiti all'interno dello
scandalo, denominato Lava Jato, che ha riguardato l'industria
petrolifera statale Petrobras, il quale ha scoperchiato la vera
natura criminogena dell'intero sistema parlamentare brasiliano. Tutte
le questioni giudiziarie di questi ministri adesso passano dalla
magistratura che non può più indagare alla Corte Suprema.

A questi vanno aggiunti vari incarichi di sottogoverno a personaggi
di questo calibro, senza dimenticare l'ispiratore del golpe
parlamentare Eduardo Cunha, quando ricopriva la funzione di
Presidente della Camera, adesso sospeso, il quale ha innescato il
meccanismo di impeachement per salvarsi dal carcere, visti i
gravissimi reati che ha commesso nell'esportare valuta in Svizzera,
trovato insieme ad altri parlamentari brasiliani, nelle liste di
Panama Papers.
Mentre il nuovo presidente recitava il suo discorso sulla
pacificazione del popolo brasiliano e la richiesta d'appoggio di
questo al suo governo, in varie città esplodevano le proteste,
significative quelle di Brasilia proprio davanti al Parlamento e per
le strade di Porto Alegre, nelle quali la polizia usava lacrimogeni e
manganelli per disperdere la gente. Chiave di lettura della dittatura
bianca che si prospetta in Brasile nel segno delle privatizzazioni
selvagge, delle sperequazioni ai danni della maggioranza del paese,
inghiottita dalla forbice delle disparità che in Brasile è
destinata ad aumentare: l'1 per cento della popolazione controlla il
58 per cento dell'economia...
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