NOTIZIE DAL ROJAVA
Mentre si prepara il
censimento demografico per indire le elezioni democratiche, in un pezzo di
Siria, ancora dilaniata dalla guerra, la Turchia, con la scusa di combattere l’Isis,
distrugge le postazioni militari kurde, che servono alla strategia degli USA,
alleato di entrambi, per conquistare Raqqa.
By
Marco Marano
Bologna, 23 settembre 2016 – In Rojava è in
via di definizione il progetto di censimento dei tre territori cantonali, al
fine di poter svolgere al più presto le elezioni amministrative. Ormai dal 2012,
da quando cioè è stata avviata la guerra
di liberazione del nord della Siria contro l’Isis, dall’esercito dell’YPG, le
unità di protezione del popolo kurdo, proprio in quest’area è stata stabilita
una semi autonomia territoriale, che gradatamente si è strutturata in una
particolare forma di confederazione democratica, con comitati territoriali
assembleari.
Il processo di liberazione della Siria
del nord ha raggiunto risultati straordinari nel 2015 con la liberazione di
Kobane, città simbolo, e Minbej nella provincia di Aleppo, di Tall Abyad nella
provincia di Raqqa e di località della provincia di Hassaké. In realtà la
crescita della forma confederale, andata di pari passo con le vittorie militari
sul campo contro l’Isis, rappresenta un vero e proprio laboratorio di
democrazia dal basso, l’unico nello scenario della guerra in Siria, dove
organizzazioni militari e nazioni si combattono per interessi particolari. Un
laboratorio di democrazia che vuole miscelare socialismo libertario,
protagonismo delle donne, ecologia sociale, comunitarismo.
Il censimento, rappresenta un passo
storico, necessario per portare a termine il progetto confederale. L'autorità di regolamentazione per il progetto
federale in Rojava opererà in collaborazione con il Consiglio democratico
siriano. In ciascuna area del territorio verranno raccolte informazioni sulle
dinamiche della popolazione: età,
etnia, status economico e sociale, e le ragioni della migrazione. Le operazioni
verranno svolte sotto coprifuoco e si prevede che le elezioni potranno essere
effettuate pochi mesi dopo la fine del censimento.
Un portavoce dell’Alleanza Democratica
Siriana (SDA), l’organizzazione fondata nel 2014, che raccoglie varie
componenti etniche, non soltanto quella kurda, presente nell’Assemblea
democratica della Federazione del Nord della Siria, ha dichiarato che «la distribuzione geografica delle forze militari in campo indica che il
sistema federale è la soluzione migliore per il futuro della Siria, al fine di
garantire i diritti di tutte le sue componenti sociali». Infatti l’idea della confederazione
elimina la preoccupante divisione dell’area per etnie. In tal senso tutte le
parti saranno invitate a partecipare, e tutte le zone nel nord della Siria
saranno incluse nel nuovo sistema.
Ma questo però si scontra con uno dei
paradossi più forti presenti nella guerra siriana e cioè l’aggressione in
Rojava da parte della Turchia, scatenata il 24 agosto scorso, sulla zona di
confine tra Azaz e Jarabulus. Perché il sultano Erdogan vorrebbe annettere a se
il Rojava, annientando il popolo kurdo, così come sta cercando di fare nel sud
della Turchia, massacrando quella popolazione che aveva dichiarato l’autonomia
regionale. Il paradosso sta nel fatto che la Turchia in Rojava c’è andata
ufficialmente per combattere l’Isis, ma in realtà il suo primo obiettivo è
quello di eliminare il popolo kurdo.
Questo è soltanto un aspetto del
paradosso. L’altro riguarda il ruolo giocato dagli Stati Uniti, i quali
sostengono, con l’invio di marines lo sforzo bellico turco e contemporaneamente
appoggiano in termini i kurdi che combattono l’Isis, che vengono a loro volta aggrediti
dall’alleato USA. Anche perché i kurdi sono funzionali alla strategia
statunitense per prendere Raqqa, ancora nelle mani dell’Isis. Infatti,
nonostante l’opposizione di Erdogan, gli Stati Uniti stanno pensando di
rifornire direttamente le Forze Democratiche Siriane, sigla che raccoglie il
grosso delle truppe kurde, attraverso gli armamenti necessari per tagliare le
linee di rifornimento dell’Isis tra la Siria e la Turchia.
C’è da dire che i combattenti kurdi
hanno bisogno di una dimostrazione palese di buona fede da parte degli Stati
Uniti, proprio perché appoggiando la Turchia nel territorio del Rojava, con la
presa di Jarabulus, questo ha determinato che le amministrazioni cantonali di
Afrin e Kobane rimanessero scollegate, cosa
che determina un problema in vista del censimento. Khaled Issa, il rappresentante
Rojava in Francia: «Per essere realistici, prima di andare a
Raqqa dobbiamo preparare le condizioni per la vittoria, stabilendo lì consigli
locali e istituzioni popolari, e preparare le condizioni militari per questa
battaglia … Tuttavia sarebbe necessario per le forze YPG e SDF di prendere
prima Aleppo nord…» Questo al fine di unire le
amministrazioni cantonali…
Intanto l’esercito turco continua a
bombardare con artiglieria pesante le postazioni militari kurde del YPG. E’ successo
ieri a mezzanotte nei pressi della città di confine siriano di Tel Abyad, nella
zona settentrionale del governatorato di Raqqa. Tel Abyad era stata conquistata
dal YPG e dalle Forze Siriane Democratiche (SDF), sostenuti dalla coalizione
guidata dagli Stati Uniti, nel giugno del 2015, sottraendola allo Stato
Islamico. Un ufficiale dell’YPG ha dichiarato, senza mezzi termini: «Se la coalizione internazionale non intraprende alcuna azione per
fermare le violazioni della Turchia al confine, noi risponderemo con la forza».
Credits
e Fonte ARA News
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