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Nel paese latino-americano dall’altissimo tasso di disparità sociale arriva la speranza che cinquant’anni di ingiustizie possano concludersi con la pacificazione tra le FARC e lo Stato.
By Marco Marano
Bologna, 27 settembre 2016 – Cinquantadue anni di guerra di guerriglia, 220mila morti, sette milioni di sfollati. Sono questi i numeri che caratterizzano la storia della Colombia dell’ultimo pezzo di novecento fino ad oggi. Una storia dove le “Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia”, meglio conosciute come FARC, hanno rappresentato l’alterego del concetto di Stato, in uno scontro armato senza sconti per nessuno.
E proprio ieri questa storia è finita. Dopo anni di negoziazioni, principalmente portate avanti dalla Cuba dei fratelli Castro, a Cartagena, Londoño Echeverri, alias "Timochenko", ha firmato la pace con il presidente colombiano Juan Manuel Santos, decretando il conseguente scioglimento dell’organizzazione, che si trasformerà in partito politico. Alla cerimonia erano presenti 15 presidenti, 27 ministri degli Esteri ed il Segretario generale dell'Onu Ban-Ki Moon, insieme a Federica Mogherini in rappresentanza dell’UE, che aveva inserito le FARC nella lista nera delle organizzazioni terroristiche.
In questa storia, la logica secondo la quale una organizzazione rivoluzionaria è considerata terroristica, è la chiave di lettura di un paese... Uno Stato senza leggi, dove regnano i narcotrafficanti, dove l’approccio repressivo delle istituzioni non è soltanto legato al perseguimento di un fine istituzionale che
non esiste, ma principalmente alle politiche che affamano un popolo. Ma il problema colombiano più che la povertà è quello delle diseguaglianze: esso è tra i sei paesi più diseguali dell’America Latina, che rientrano tra i 14 più diseguali al mondo.
Spiegava l’economista Germán Herrera Bartis: «La povertà è vincolata al reddito medio di una società. La disuguaglianza è vincolata alla distribuzione. Non c’è una relazione lineare tra questi due fattori. Per questo ci sono paesi poveri molto diseguali, ma anche paesi con redditi medi o alti, come il Brasile o gli Stati Uniti, con livelli alti di disuguaglianza». In Colombia il 10% della popolazione più ricca guadagna quattro volte di più del 40% della popolazione più povera.
La rappresentazione di tali diseguaglianze sono dentro l’inizio di questa storia, cioè il 27 maggio del 1964, anno in cui nacquero le FARC, durante l’operazione Marquetalia. Così essa viene raccontata in Wikipedia: «una massiccia operazione militare dello Stato colombiano, effettuata con appoggio statunitense, atta a reprimere con la forza le esperienze di autorganizzazione agraria contadina che
si erano sviluppate nelle regioni Tolima e Huila, accusate dal governo di rappresentare un pericolo per l'integrità della nazione, in quanto inaccettabili repubbliche indipendenti».
Da allora infatti una riforma agraria che desse da sfamare il popolo non è mai stata adottata, per privilegiare gli interessi delle oligarchie imprenditoriali e anche delle multinazionali, sulla massiccia privatizzazione delle risorse naturali.
Alla fine degli anni novanta l’amministrazione Clinton avviò il “Plan Colombia”. Con la scusa di portare investimenti economici, in arrivarono armi per l’apparato militare e per le famigerate “Autodefensas Unidas de Colombia” una organizzazione paramilitare privata assoldata principalmente da latifondisti. I
dati di allora erano: 28% di disoccupati, 60% dei poveri estremi, 2 milioni di desplazados (Sfollati), vittime d’esercito e dei paramilitari.
Di seguito il pezzo di una cronaca sulle proteste alla visita di Clinton in quei giorni proprio a Cartagena..
«A Bogotà gli studenti dell'Università nazionale si sono scontrati con i reparti antisommossa della polizia colombiana, mentre il sindacato manifestava energicamente davanti la sede dell'ambasciata americana. A Medellin, Barranquilla, Barrancabermeja e Cali operai, studenti, desplazados, donne sono scesi in strada a migliaia. "La Colombia non ha bisogno di altre armi che serviranno per combatterci ma di risorse per investimenti sociali!"….»
L’unico auspicio è che questa pacificazione serva a diminuire le diseguaglianze e mettere mano una volta per tutte ad una vera riforma agraria…
Credits AFP
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