Notizie
dal Rojava
Mentre
si combatte per liberare definitivamente Mosul dal giogo dell’Isis, la Turchia
continua le incursioni del suo esercito in Rojava, per annientare le forze
militari kurde, le stesse che si stanno mobilitando per la nuova operazione
anti Isis su Raqqa, capitale siriana del califfato
by Marco Marano
Bologna,
28 ottobre 2016 –
L’invasione dell’esercito turco in Rojava, cioè la confederazione cantonale del
nord della Siria, composta prevalentemente da cittadini kurdi oltre che assiri
e armeni, diventa sempre più violenta, proprio quando gli occhi sono tutti
puntati sulla liberazione di Mosul.
I soldati dell’esercito turco
si sono trasformati in invasori di questo pezzo di terra nord siriana, aprendo
il fuoco nel villaggio di confine di Sorka, nella periferia di Efrîn, cantone
"west Kurdistan" del Rojava, contro i civili che protestavano per la presenza delle truppe
turche, le quali dopo essere entrati in Rojava hanno iniziato a costruire un
muro di confine. I soldati turchi hanno attaccato i manifestanti usando gas
lacrimogeni e cannoni ad acqua. Fortunatamente fino a questo momento si parla
solo di feriti, una ventina, ma la situazione sta di ora in ora degenerando.
Intanto si stanno definendo le
strategie per sferrare il nuovo attacco su Raqqa, la capitale siriana dell’Isis,
che vedono le organizzazioni militari kurde, SDF (Forze Democratiche Siriane)
e YPG (Unità di difesa del popolo kurdo), in prima linea sul
territorio, le stesse che sono riuscite a sconfiggere lo Stato Islamico su più
fronti. Le due organizzazioni sono state chiamate in causa direttamente dal Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Ashton
Carter, che ha incontrato martedì a Parigi i ministri di dodici paesi: «I nostri partner sono pronti ad iniziare
l'isolamento di Raqqa». L’operazione dovrebbe essere
avviata entro un paio di settimane, anche se Mosul non verrà completamente
liberata. Dalle stime americane sembra che il contingente del califfato si sia
ridotto a 20.000 unità, anche se fonti non ufficiali parlano di numeri più
alti. «Oggi abbiamo deciso di seguire lo stesso senso
di urgenza come a Mosul e concentrarci su una operazione avvolgente per far
crollare l’ISIS a Raqqa».
Questa presa di posizione da parte degli Stati Uniti non tiene conto dell’ingerenza
bellica della Turchia in Rojava, il cui esercito cerca da un lato di colpire il nuovo
sistema territoriale cantonale kurdo, dall'altro si prepara a partecipare alla presa di Raqqa,
combattendo le organizzazioni kurde chiamate però dagli Stati Uniti per la
liberazione della città. E’ l’ennesimo paradosso della guerra
in Siria.
Aldar Xelil, membro del comitato esecutivo della
organizzazione TEV-DEM del Rojava, ha dichiarato che YPG e SDF sono pronti ad
avviare l’operazione per la presa di Raqqa. Ovviamente ha poi sottolineato che
i kurdi non parteciperanno se all’operazione si unirà l’esercito turco, cioè lo
stesso che gli muove guerra in altre parti della Siria: «Se la Turchia non si unisce allora siamo pronti
a partecipare. Siamo pronti a salvare il popolo della Siria, come anche ogni angolo
del territorio siriano, che è sotto occupazione dell’ ISIS».
Così, il presidente sultano turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato che l’esercito
turco attaccherà presto la città di Manbij, una delle roccaforti del califfato,
strappatagli dalle mani, in agosto, proprio dai soldati kurdi del YPG e SDF.
Città quasi al confine turco, rientrante adesso nella sfera d’influenza del
Rojava, fondamentale per le linee di rifornimento di Raqqa proprio con la
Turchia, quando l’Isis faceva passare petrolio di contrabbando, armi e foreign
fighters. Queste le parole del sultano: «Siamo
determinati a cancellare YPG e l’altra fazione SDF da Manbij il più presto
possibile!»
Fonti e Credits: ANF News, ARA News
Official Site
Fonti e Credits: ANF News, ARA News
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