Passa ai contenuti principali

“Il nostro sogno per prosperare: diritti e case per tutti”

di Marco Marano 


Le elezioni amministrative americane, svoltesi martedì scorso, hanno visto dappertutto la vittoria della sinistra. Ma il simbolo di questa riscossa anti Trump è Vi Lyles, prima sindaca afroamericana di Charlotte, terra di Ku Klux Klan.

Bologna, 9 novembre 2017 – E’ stato un grande martedì quello passato per la sinistra americana, presente dentro il partito democratico, che l’effetto Sanders sta rilanciando in tutto il paese, portatore dei valori del socialismo: eguaglianza, equità, diritti, solidarietà a chi a meno. Un martedì che ha confermato Bill De Blasio a sindaco di New York, primo democratico che riceve dall’elettorato un doppio mandato, dopo quasi un secolo, e con una maggioranza bulgara: il 79 per cento. La sua campagna anti Trump è stata connotata dai temi tipici del socialismo libertario: case per tutti a prezzi calmierati, asili gratis, assistenza gratuita agli immigrati e più tasse per i ricchi. Temi questi che nelle città italiane sarebbero considerati slogan antagonisti, soprattutto quelle governate dal PD. Così anche a Boston e per il governo della Virginia e del New Jersey, dove l’ex banchiere di Wall Streat Philip Murphy ha programmato un salario minimo a 15 dollari l’ora, difesa dell’ambiente, controllo delle armi e legalizzazione della marijuana. Ma la vittoria simbolicamente più importante e stata quella della candidata democratica Vi Lyles a Charlotte, nel Nord Carolina, prima sindaca afroamericana nella storia della città. La stessa dove quest’estate una costola del Klu Klux Klan, durante una manifestazione suprematista, ha ucciso un’attivista dei diritti umani, investendola con un’autovettura. E ancora due anni fa: un afroamericano veniva ucciso da dei poliziotti bianchi davanti alla moglie, che girava il video del fermo e poi della morte.


Un clima teso in città


A Charlotte si votava non soltanto per l’elezione del Sindaco e del Consiglio comunale, ma anche per il Consiglio degli eletti della Contea di Mecklenburg e per il Consiglio scolastico cittadino. La Contea è la più popolata dello Stato, supera di poco il milione di abitanti, mentre la sua capitale Charlotte ne conta 842.051. Una città dai forti contrasti dove è radicata la dimensione razzista e violenta del Klu Klux Klan, con una polizia i cui metodi hanno innescato un clima teso. Tra la cittadinanza vi e invece, ecco il contrasto, una diffusa cultura pacifista e libertaria che fa da contrappeso. Sono passati due anni dall’omicidio di Keith Lamont Scott, cioè da quando il clima, appunto, in città è diventato abbastanza teso. Un omicidio mandato in rete fu quello del 42enne afroamericano, poiché il video venne realizzato dalla moglie durante il fermo. Si sentono gli spari e si vede il corpo dell’uomo che giace per terra morto, con i poliziotti intorno che accusano il defunto di imbracciare una pistola che non si trova. Quel tragico evento scatenò, nei giorni a seguire, dei tumulti da parte di pezzi della popolazione afroamericana così gravi che portarono  l’amministrazione comunale a dichiarare il coprifuoco. Fu in questo contesto che maturò l’assassinio da parte della polizia di un altro afroamericano il 26enne Justin Carr durante una manifestazione. Da quello che emerse il giovane fu raggiunto dai colpi a distanza ravvicinata.

 Una città inclusiva


“Soprattutto, avete dimostrato che, nonostante ciò che gli altri dicono, vogliamo crescere i nostri figli in una città dove poter vivere e lavorare, dove ci sono alloggi economici, posti di lavoro e opportunità economiche per tutti”. Con queste parole la nuova sindaca di Charolotte ha salutato su Faceboock i suoi concittadini, ringraziandoli per la vittoria. Una cittadinanza che ha voluto rispondere ai due anni di clima incandescente. La Lyles ha vinto con il 58 per cento dei voti contro il 42 per cento totalizzato dal suo avversario, il repubblicano  Kenny Smith. Una campagna elettorale definita dai media locali “onesta”, nella quale la neosindaca ha voluto con forza fare emergere una società locale solidale ed inclusiva, dove ci possano essere opportunità per tutti, quartieri sicuri, scuole efficienti e alloggi a prezzi accessibili, ma anche posti di lavoro e soprattutto riannodare la fiducia della cittadinanza con le forze dell’ordine.

La politica dal basso che vince sul denaro


Sessantasei anni, madre e nonna, Vi Lyles è stata per trent’anni una figura politica locale di spicco, ricoprendo incarichi nell’ambito dell’ufficio economico del Comune. Dal 2004 da Dirigente municipale si è occupata di alloggi accessibili e di progettazione urbana. Ha dovuto combattere in campagna elettorale contro un armata repubblicana super finanziata, mentre dalla parte della neo sindaca c’era la società civile, con associazioni, ONG e gruppi informali a sostenerla. Come quelli che organizzarono "March for Love" una marcia per contrastare un’altra manifestazione del Klu Klux Klan, "per celebrare i valori che il nostro stato, tra cui l'amore, l'unità, la compassione e la speranza", come gli organizzatori vollero presentarla.

Il suo avversario Kenny Smith ha speso 510 mila dollari per questa campagna elettorale. Solo in spot televisivi e digitali ha speso 287 mila dollari contro gli 11 mila della Lyles, utilizzati prevalentemente in radio. A livello nazionale il partito repubblicano ha donato alla campagna del suo candidato 100 mila dollari, mentre non sembra ci siano state donazioni dei democratici verso la candidata afroamericana.


Ancora Vi Lyles alla sua cittadinanza:  “Mi serve ancora il tuo sostegno. Ho bisogno che tu preghi per me, affinché io continui a seguire la strada proprio come ho fatto per i miei quasi 40 anni di servizio pubblico. Voglio che tu mi aiuti come leader e come amica di questa comunità. Quando ho deciso di correre per la carica di sindaco, mi sono impegnata a fare il mio lavoro. Le mie convinzioni sono che la nostra polizia e le nostre comunità devono fidarsi l'uno dell’altro; il nostro sistema di trasporto dovrebbe avere diverse opzioni per tutti a prezzi accessibili; tutti dovrebbero avere un lavoro e un quartiere sicuro in cui vivere”.


Commenti

Post popolari in questo blog

«Ci vogliono uccidere!»

Perseguitato in Cile e in Argentina, il popolo Mapuche rivendica la salvaguardia della propria terra contro le speculazioni delle holding occidentali Notizie dai margini del mondo by Marco Marano Bologna, 13 gennaio 2017 –  Picchiati, trascinati per i capelli, minacciati, soggetti al fuoco ravvicinato delle forze dell’ordine… E’ così che si apre il nuovo anno per il popolo Mapuche, i nativi della Patagonia tra Cile e Argentina: 1.000.000 nel primo, 500.000 nel secondo. Intorno a mezzogiorno di mercoledì 11 gennaio, nella comunità cilena di Trapilwe Mawidache, presso la zona di Makewe, nel Comune di Freire, a sud di Temuco, un’area letteralmente militarizzata, in seguito ad un controllo d’identità dei carabineros, tre donne, di cui una minorenne, sono state fermate, minacciate con le armi in pugno e picchiate, per poi essere caricate su un veicolo delle forze dell’ordine, dove le sevizie sono continuate. Come riferisce a Radio Villa Franca l’avvocatessa delle tre...

LA LIBIA E IL GIOCO DELLE IPOCRISIE NEL RICORDO DEL RUANDA

foto Afp Da quando è iniziato l'attacco in Libia da parte di alcuni paesi dell'occidente, in seguito alla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, è iniziato il solito gioco delle ipocrisie. Da un lato i governi occidentali, che dopo un mese di massacri dei civili libici si sono decisi ad intervenire, con la motivazione ufficiale di difendere la popolazione inerme, mentre nella realtà c'è la gara a posizionarsi sul mercato petrolifero per chi deve essere il principale partner economico della Libia dopo Gheddafi. foto PeaceReporter La Francia che per prima ha spinto l'intevento militare ha ben chiaro i propri obiettivi insieme alla Gran Bretagna: togliere di mezzo Gheddafi a prescindere dall'ONU e dalla NATO. La Russia e la Cina aveva già assaporato l'idea di fare affari con Gheddafi. L'Italia ha una posizione diversa ogni qual volta un suo ministro apre bocca, ma dopo le parole chiarifichatrici di La Russa, che ha chiaramente detto che loro dopo voglion...

LA DEMOCRAZIA COMUNITARIA KURDA DIVENTA IL MODELLO DELLA NUOVA FEDERAZIONE DEL NORD DELLA SIRIA

RADIO CENTO MONDI NEWS VALUES Mentre proseguono a Ginevra i negoziati di pace tra la variegata costellazione di organizzazioni che combattono sul territorio e le autorità siriane, con la presenza ombra della Turchia e della Russia, gli unici a non essere invitati, cioè le forze di resistenza kurde, quelle che maggiormente hanno inflitto danni militari all'Isis, si sono riuniti nel nord est del paese per creare una regione autonoma con a nascita della "Federazione del nord della Siria" By Marco Marano Il Partito dell’Unione Democratica (PYD), la principale formazione kurdo-siriana ha riunito, nella città di Rmêlan, 150 rappresentanti delle organizzazioni presenti in una vasta area che parte dalla striscia di 400 chilometri al confine tra la Siria e la Turchia: dal Rojava, alla regione di Shehba, fino all'area di Aleppo. Le "etnie" presenti sono tra le più varie: arabi, kurdi, armeni, turcomanni, ceceni, siriani.     Una vera è propria...