Passa ai contenuti principali

BREVI DA BASSO - Contestazioni istituzionali alle politiche di Trump


Continuano gli scontri istituzionali negli Stati Uniti e in Messico in seguito alle politiche liberticide decise dalla Casa Bianca. Da un lato l’imposizione ed il ricatto di Trump nei confronti del Messico hanno prodotto una legge sul controllo delle frontiere che la Corte costituzionale del paese centro americano potrebbe rigettare. Poi ci sono i fondi sulle catastrofi naturali che il Presidente Usa sembra aver stornato a favore della sua personale campagna antimigranti.




La Corte suprema messicana analizza la costituzionalità di sei articoli della legge sulla migrazione

La Corte suprema di giustizia della nazione (SCJN) ha riprogrammato per il 4 settembre la risoluzione di un provvedimento sull’asilo in cui si propone di dichiarare incostituzionali sei articoli della legge sulla migrazione, considerandolo discriminatorio.

Città del Messico, 2 settembre -  Il progetto di sentenza, preparato dal giudice Juan Luis González Alcántara Carrancá, afferma che tutte o parte degli articoli 16, 17, 20, 97, 98 e 99 della legge sull'immigrazione violano il principio di uguaglianza.

Sostiene che  tali articoli portano alla stigmatizzazione delle persone come stranieri o migranti, in base al colore della pelle, alla lingua, all'accento, alle espressioni, al linguaggio, all'abbigliamento e alla razza, che si traduce nell'esistenza di una discriminazione normativa indiretta e, dall'altro, catalogano qualsiasi persona come parte di un gruppo storicamente vulnerabile in Messico: i migranti. Si conclude, che l’esistenza di una discriminazione normativa indiretta viola il diritto umano all'uguaglianza.

La questione era stata programmata per essere risolta il 14 agosto, ma alcuni giudici hanno chiesto più tempo per studiare la questione. La questione fu sollevata dai nativi messicani che furono arrestati nella delegazione del National Migration Institute di Querétaro, perché non parlavano spagnolo e gli agenti presumevano che fossero stranieri.

FONTE La Jornada


Trump è accusato di "rubare" fondi sui disastri naturali per rafforzare la sua campagna crudele "anti-immigrazione"

L'amministrazione del presidente Donald Trump ha deviato le risorse milionarie da programmi di sicurezza e catastrofi naturali come l'uragano Dorian che oggi minaccia gli Stati Uniti, per favorire la sua agenda anti-immigrazione.

Secondo i legislatori del caucus ispanico, tra i fondi ritirati dall'agenzia federale contro le catastrofi (FEMA) ci sono 169 milioni che sono stati deviati per finanziare i programmi di incursioni e deportazioni espresse dalla loro  Immigration and Customs Enforcement (ICE).

“In totale, il Dipartimento per la sicurezza nazionale (DHS) ha speso oltre 4 miliardi lo scorso anno fiscale per finanziare la macchina di espulsione di Trump. Miliardi per assaltare le nostre comunità, separare le famiglie e lasciare bambini orfani. Miliardi di persone per aver imprigionato gli immigrati ", ha dichiarato questa organizzazione attraverso una serie di tweet per denunciare una misura che oggi mette a rischio milioni di cittadini in attesa dell'uragano Dorian dalla costa della Florida.


"L'amministrazione Trump ha rubato milioni e milioni di dollari per progetti di sicurezza al fine di sostenere il suo crudele programma di espulsione massa".

FONTE La Jornada





Commenti

Post popolari in questo blog

«Ci vogliono uccidere!»

Perseguitato in Cile e in Argentina, il popolo Mapuche rivendica la salvaguardia della propria terra contro le speculazioni delle holding occidentali Notizie dai margini del mondo by Marco Marano Bologna, 13 gennaio 2017 –  Picchiati, trascinati per i capelli, minacciati, soggetti al fuoco ravvicinato delle forze dell’ordine… E’ così che si apre il nuovo anno per il popolo Mapuche, i nativi della Patagonia tra Cile e Argentina: 1.000.000 nel primo, 500.000 nel secondo. Intorno a mezzogiorno di mercoledì 11 gennaio, nella comunità cilena di Trapilwe Mawidache, presso la zona di Makewe, nel Comune di Freire, a sud di Temuco, un’area letteralmente militarizzata, in seguito ad un controllo d’identità dei carabineros, tre donne, di cui una minorenne, sono state fermate, minacciate con le armi in pugno e picchiate, per poi essere caricate su un veicolo delle forze dell’ordine, dove le sevizie sono continuate. Come riferisce a Radio Villa Franca l’avvocatessa delle tre sve

LA LIBIA E IL GIOCO DELLE IPOCRISIE NEL RICORDO DEL RUANDA

foto Afp Da quando è iniziato l'attacco in Libia da parte di alcuni paesi dell'occidente, in seguito alla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, è iniziato il solito gioco delle ipocrisie. Da un lato i governi occidentali, che dopo un mese di massacri dei civili libici si sono decisi ad intervenire, con la motivazione ufficiale di difendere la popolazione inerme, mentre nella realtà c'è la gara a posizionarsi sul mercato petrolifero per chi deve essere il principale partner economico della Libia dopo Gheddafi. foto PeaceReporter La Francia che per prima ha spinto l'intevento militare ha ben chiaro i propri obiettivi insieme alla Gran Bretagna: togliere di mezzo Gheddafi a prescindere dall'ONU e dalla NATO. La Russia e la Cina aveva già assaporato l'idea di fare affari con Gheddafi. L'Italia ha una posizione diversa ogni qual volta un suo ministro apre bocca, ma dopo le parole chiarifichatrici di La Russa, che ha chiaramente detto che loro dopo voglion

LA DEMOCRAZIA COMUNITARIA KURDA DIVENTA IL MODELLO DELLA NUOVA FEDERAZIONE DEL NORD DELLA SIRIA

RADIO CENTO MONDI NEWS VALUES Mentre proseguono a Ginevra i negoziati di pace tra la variegata costellazione di organizzazioni che combattono sul territorio e le autorità siriane, con la presenza ombra della Turchia e della Russia, gli unici a non essere invitati, cioè le forze di resistenza kurde, quelle che maggiormente hanno inflitto danni militari all'Isis, si sono riuniti nel nord est del paese per creare una regione autonoma con a nascita della "Federazione del nord della Siria" By Marco Marano Il Partito dell’Unione Democratica (PYD), la principale formazione kurdo-siriana ha riunito, nella città di Rmêlan, 150 rappresentanti delle organizzazioni presenti in una vasta area che parte dalla striscia di 400 chilometri al confine tra la Siria e la Turchia: dal Rojava, alla regione di Shehba, fino all'area di Aleppo. Le "etnie" presenti sono tra le più varie: arabi, kurdi, armeni, turcomanni, ceceni, siriani.     Una vera è propria