Oggi 179 chilometri sulle strade della Romagna. Una tappa piatta per velocisti. Una tappa abbastanza noiosa, cosiddetta di trasferimento. La fuga di giornata è arrivata fino a tre minuti. Poi a sessanta chilometri dall'arrivo, causa vento iniziano ad aprirsi i ventagli. Dopo 8 chilometri la fuga viene riassorbita. Ai meno 30 se ne va un gruppetto che non arriva ai 35 secondi di vantaggio. Poi tutti insieme verso la volata, e non c'è storia: potenza e prepotenza visti raramente, permettono a questo giovane di vincere la sua terza tappa, ponendosi a 110 punti di vantaggio dal suo immediato inseguitore per la maglia ciclamino.
Così, l'Italia ha ritrovato un piccolo campione, velocista su strada, irresistibile allo sprint, e in un momento così negativo per il ciclismo nostrano, questa sembra una bellissima boccata d'aria. La sua carriera, dato che in questo momento è uno degli uomini, in strada, più veloci del mondo, ha tutte le caratteristiche per svilupparsi con le grandi classiche in linea.
Ma tanto per restare negli annali del Giro d'Italia due nomi sorgono spontanei: Cipollini e Saronni. Il primo arrivato ad essere campione del mondo, è stato uno dei velocisti più importanti della storia con le sue zampate impossibili da resistere, forse fisicamente Milan lo richiama. Tutt'altra storia per il grande Saronni, non solo meraviglioso velocista, ma campione a tutto tondo, vincitore di due Giri e di quattro maglie ciclamino. E le sue volate sono rimaste memorabili, poiché preparate almeno dieci chilometri prima, con il treno della Del Tongo Colnago che fermava la corsa, e poi non ce n'era per nessuno...
Un ricordo di Saronni, che la dice lunga sulla fisionomia di questo campione italiano, riguarda la Cuneo - Pinerolo del Giro 1982, che ripercorreva la medesima strada che aveva ospitato trent'anni prima l'epica cavalcata di Fausto Coppi; un uomo solo al comando... aveva urlato Mario Ferretti, dai microfoni della radio nazionale... In quella occasione Saronni, con soli due gregari, si mise alla rincorsa dei battistrada, un gruppo formato dalla maglia rosa Hinault, dal battaglione solito della Bianchi, con Baronchelli, Contini e Prim, Lucien Van Impe, che condusse la fuga, e poi il buon Mario Beccia, scalatore arcigno... Hinault aveva deciso di non voler fare l'impresa, quindi si mise in allerta nel gruppo principale, andando a riprendere Van Impe e Contini, una volta scappati, dopo il Gran premio della montagna del Monginevro. Così fece Saronni con i suoi, e tutti si ritrovarono a 11 chilometri, mentre la maglia ciclamino di Moser, si era già perso oltre i tre minuti. Così lo sprint vide i due uomini della Del Tongo Colnago gregari di Saronni, Natali e Groppo, tirare una volata perfetta al capitano che riusciva a battere Hinault in volata. Hinault, dal canto suo, con quel secondo posto aveva comunque messo la parola fine al Giro..
CLASSIFICA: Pogacar maglia rosa, Martinez a 2,40, Thomas a 2,56.
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