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Imane Khelif: un caso tipo di fascismo televisivo

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C'è un solo uomo sul tetto del mondo, il suo nome è Tadej Pogacar

L'affermazione d'imperio del Campionissimo sloveno alla 111a edizione del Tour de France, dopo averne vinti altri due e aver conseguito quest'anno la doppietta con la vittoria al Giro, catapulta nella storia il suo schema di corsa, facendolo avvicinare al primo grande Cannibale: Eddy Merckx. di Marco Marano Fate largo, dunque, al nuovo imperatore del ciclismo contemporaneo: Tadej Pogacar. Il nuovo cannibale, anzi il cannibale gentile ha imposto anche al Tour de France il suo potere assoluto. E lo ha fatto “stracciando” fior di campioni, diversamente dal Giro, i campioni dell’oggi: dal vecchio Primoz Roglic , ritiratosi per incidente, all’antagonista di sempre Jonas Vingegaard , presentatosi in spolvero dopo l’infausto incidente, di pochi mesi fa. E ancora Remco Evenepoel , l’altro competitor delle corse a tappe. Lo schema Pogacar Li ha eliminati dal gioco applicando il suo originale schema di corsa : prendere la maglia nei primissimi giorni, attaccare negli ultimi chilo

Il Cannibale gentile s'impossessa già del Tour

  Alla 4a tappa, la Pinerolo Valloire di 139 chilometri, il campionissimo sloveno diventa il padrone della Grand Boucle, dando una dimostrazione di forza agli altri quattro campioni del ciclismo odierno presenti quest'anno, e soprattutto all'antagonista del nuovo dualismo Vinghegard, in ripresa splendida dopo il gravissimo incidente. Quello che desta impressione nella prima fase del Tour de France del 2024 è la sicurezza con cui Tadej Pogacar si appresta alla gara, una sicurezza espressa con il sorriso sempre attaccato, lo stesso, però, che avevav anche quando perdeva. Ma questa sicurezza, quella di quest'anno diciamo sembra qualcosa di mistico, perché sul Galabier ha messo in fila senza batter ciglio tutti i campioni odierni: Roglic, Evanepol, Vander Pool, Van Aert e Vinghegard. Stiamo parlando dei fuoriclasse della strada, non degli atleti di media grandezza come le presenze al Giro. Nessuno sembrava potergli stare dietro, e così è: nessuno può stargli dietro. Nella tappa

GIRO. Pogacar, il Cannibale gentile

  Nella giornata finale del Giro d'Italia 107, a Roma, sfila la carovana in una giornata di festa per una passione collettiva ritrovata verso quel ciclismo che oltrepassa i significati sportivi... di Marco Marano La foto di Pogacar che regala la borraccia ad un ragazzino è il ritratto di questo Giro, che racconta da un lato la storia antica del ciclismo, perché il tuo idolo non lo vedi a centinaia di metri di distanza, in uno stadio o in un palazzo dello sport, ma lo puoi ammirare  a pochi centimetri da te , mentre compie il gesto atletico: "E vai che io sto qui che aspetto Bartali, scalpitando sui miei sandali, da quella curva spunterà quel naso triste da italiano allegro..." Cantava Paolo Conte. Poi c'è l'aspetto caratterizzante di questo Giro, cioè la straordinaria forza, potenza e gentilezza di Tadej Pogacar, Campionissimo di sport e di umanità, in un momento storico in cui di umanità se ne respira ben poca... La stessa storia di sport "E' una corsa

GIRO. 20a tappa Alpago - Bassano del Grappa: l'ultima vittoria di Pogacar

 Pogacar vince, ringraziando il pubblico, la sua sesta tappa del Giro numero 107: nasce il nuovo Campionissimo del XXI secolo. Tutti aspettavano lo scatto di Pogacar sulla salita del Monte Grappa. E così è stato: ha lasciato tutti, come al solito, salendo e scendendo su e giù per il Monte Grappa, con una facilità che a guardarlo sembra facilissimo andare in salita... I 184 km si snodano su pendenze che vanno dal 7 al 14 per cento: parliamo ovviamente della doppia ascesa del Monte Grappa, che caratterizza l'ultima fatica di questo Giro numero 107. Della fuga di giornata solo Pellizzari rimane solo in testa a 36 km dall'arrivo, proprio quando Pogacar decide di andare a prenderlo, con il suo scatto, questa volta non in progressione ma alzandosi sui pedali. Pellizzari resiste un po' sulla discesa, ma quando la strada risale Pogacar va via al 34 chilometri da traguardo, come tutti si aspettavano. La salita sembra così facile che si ha l'impressione di quanto sia semplice and

GIRO. Il trionfo di Pogacar alla ricerca dell'Epica

La superlativa stagione di Tadej Pogacar, consacrata con il dominio assoluto al Giro d'Italia, ed il probabile successo al Tour, riapre una pagina di sport che sembrava chiusa, in un mondo del ciclismo in crisi di valori, così come tutti gli sport del nostro tempo. di Marco Marano Quello con il passato non è un confronto ma una relazione profonda che lega il ciclismo alla sua Epica. La relazione tra presente e passato non è un semplice esercizio di stile, ma una ricerca continua di quegli elementi che hanno fatto grande il ciclismo, forse più grande di altri sport. Sono i paradigmi delle gare in bicicletta , laddove se non ci sono eroi, se non ci sono imprese, se non ci sono vittorie annunciate, se non ci sono dualismi, non può esserci Epica, dunque non è ciclismo, almeno come lo abbiamo conosciuto dalla voce dei grandi narratori. Il risorgimento del ciclismo Negli ultimi anni quei paradigmi sono saltati , questo sport si è assolutamente appiattito dal punto di vista dei valori te

GIRO. 17a tappa Selva di Val Gardena - Passo Brocon: la lunghissima fuga premia il giovane Stheinauser

La tappa di oggi è stata caratterizzata dalla fuga di giornata di dieci corridori, ma uno solo è arrivato al traguardo. La 17a tappa, di 154 chilometri, è il classico segmento per scalatori. Tre i passi da scollinare: Passo Sella, al 6,5 per cento,  Passo Rolle, a 32 chilometri dal traguardo, sempre al 6,5 per cento, e infine il Passo Brocon, che porta all'arrivo, ha una pendenza del 10 per cento.  La storia, per noi italiani, ha un peso immenso, pensando al Passo Sella, perché torna alla memoria l'impresa dell'ultimo vero campionissimo italiano: Marco Pantani. Alla 17a tappa di Val Gardena, nel Giro del 1998, l'anno dell'accoppiata col Tour, Pantani partiva con 3:48 dalla maglia rosa Zulle. Sulle salite la maglia rosa prende sempre più distacco, mentre un gruppo di fuggitivi fa da battistrada. Pantani si stacca dal gruppone e inforca le salite, per andare a prenderli. Nel frattempo il gruppo si è frazionato, così il Pirata li supera. Si forma un gruppetto di quattr